Ricordata l’entrata della Carovana

della Libertà ad Artemisa

 

 

18 gennaio 2013 - Y.R.Cruz www.granma.cu

 

 

Come in quello storico 17 gennaio del 1959, ora il popolo di Artemisa, ha ricordato l’entrata di Fidel in questa cittadina alla guida della gloriosa Carovana della Libertà.

 

In questa occasione, dal municipio di Caimito e sino a San Cristóbal, un gruppo di giovani guidati da una rappresentazione di combattenti della Rivoluzione cubana, ha rimembrato quelle gesta.

 

Entrando nel capoluogo i pionieri della scuola elementare Carlos Rodríguez Careaga, vestiti di verde olivo e su fuoristrada, si sono sommati all’avanzata come piccoli ribelli dei nostri tempi.

 

Esattamente alle tre del pomeriggio, come in quel giorno, gli abitanti di Artemisa hanno riempito le strade e davanti al parco Libertad hanno ascoltato frammenti delle indimenticabili parole pronunciate dal Comandante della Rivoluzione, alla folla concentrata.

 

“A giudicare dagli uomini che ha dato alla causa della libertà, per lo spirito patriottico che qui vibra in tutti i cuori, merita davvero di chiamarsi Artemisa il popolo più rivoluzionario di Cuba”, aveva detto quel giorno il leader storico della Rivoluzione, 54 anni fa.

 

Rappresentando le nuove generazioni, la studentessa della scuola media Rachel Rodríguez, ha ratificato l’impegno di continuare per i sentieri tracciati dai nostri martiri.

 

Eduardo Cruz, membro del buró provinciale del Partito Comunista di Cuba, ha assicurato che, a tono con le nuove trasformazioni, il popolo di Artemisa concentrerà i sui sforzi principali per continuare a costruire questa immensa opera di cui tutti siamo protagonisti

 

La Carovana della libertà


“Questa truppa è il popolo!”

 

 

9 gennaio 2013 - Antonio Ernesto Guzmán www.granma.cu

 

 

“Un’esagerazione del popolo". Così il Comandante in Capo Fidel Castro definì la straordinaria e affollatissima accoglienza che gli fecero gli abitanti della capitale, l’8 gennaio del 1959. Esagerazione del popolo ricordata nel pomeriggio di ieri, quando 54 pionieri meritevoli e alcuni combattenti che parteciparono a quella epopea, hanno simbolicamente ripetuto l’entrata dei barbudos nella capitale.

 

La Carovana della Libertà ha percorso il tratto da la “Fabríca de Gomas Julio Antonio Mella”, nel Cotorro, sino alla “Cervecería Guido Pérez”, nello stesso municipio. Foto: Ricardo López Hevia
La Carovana della Libertà ha percorso il tratto da la “Fabríca de Gomas Julio Antonio Mella”, nel Cotorro, sino alla “Cervecería Guido Pérez”, nello stesso municipio

La Carovana della Libertà ha percorso il tratto dalla “Fabríca de Gomas Julio Antonio Mella”, nel Cotorro, alla “Cervecería Guido Pérez”, nello stesso municipio.

Per tutto il percorso i pionieri e la popolazione hanno applaudito il gruppo che ha ripetuto quegli storici avvenimenti.

 

Il combattente della Rivoluzione Cubana e membro della Carovana della Libertà nel 1959, Arsenio Sosa Rosabal, ha sottolineato durante la rievocazione, l’importanza della gioventù nei compiti che il paese sta sviluppando. Sosa Rosabal ha riassunto anche la costituzione della Carovana, il 2 gennaio del 1959 a Santiago de Cuba, composta da differenti fronti e colonne dell’Esercito Rebelde, con un nutrito gruppo di ufficiali e soldati della tirannia che non avevamo commesso crimini contro la popolazione e avevano accettato di subordinarsi al comando ribelle.

 

“Quando sento parlare di fronti di combattimento, quando sento parlare di truppe più o meno numerose, io sempre penso, ecco la nostra più ferma colonna, la nostra truppa migliore, l’unica truppa che è capace di vincere da sola la guerra. Questa truppa è il popolo!”, disse il Comandante in Capo Fidel Castro, quell’8 gennaio a Città Libertà, di fronte a quell’affollatissima accoglienza. L’occasione fu propizia per confermare le sue opinioni.

 

La riedizione è stata presieduta dalla membro del Burò Politico e prima Segretaria del Partito a L’Avana, Mercedes López Acea e dall’Eroina della Repubblica di Cuba, Generalessa di Brigata, Delsa Ester (Teté) Puebla.

 

 

Non defrauderemo mai

il nostro popolo!

 

 

8 gennaio 2013 - L.M.Gonzalez www.granma.cu

 

 

“Credo che questo sia un momento decisivo della nostra storia! La tirannia è stata abbattuta! L’allegria è immensa, ma senza dubbio resta molto fare ancora. Non c’inganniamo credendo che d’ora in avanti tutto sarà facile. Forse d’ora in poi tutto sarà più difficile”!

 

“Quando io sento parlare di colonne, quando sento parlare di fronti di combattimento; quando sento parlare di truppe più o meno numerose, io penso sempre: qui c’è la nostra colonna più ferma, la nostra truppa migliore, l’unica truppa che è capace di vincere da sola la guerra! Questa truppa è il nostro popolo!

 

Noi non defrauderemo mai il nostro popolo!”

 

Queste furono tre espressioni del Comandante in Capo, l’8 gennaio del 1959, dopo l’entrata trionfale della Carovana della Libertà nella capitale dell’Isola.

 

Le sue parole rimbombarono nella ex caserma di Columbia, trasformata poi in Città Scuola Liberata, per realizzare letteralmente il Programma della Moncada di trasformare le caserme in scuole.

 

La Rivoluzione vittoriosa riaffermava tre concetti chiave che la distinsero allora e la distinguono oggi, per la piena vigenza dei suoi postulati.

 

Non fece altro che cominciare a dare al paese la sua piena libertà, la dignità di chi si sente sovrano e indipendente, e allora l’impero sferrò i suoi attacchi, dai piani di attentati contro il Capo della Rivoluzione, alle azioni di terrorismo contro la popolazione, l’invasione mercenaria, il blocco navale e il blocco commerciale, economico e finanziario che, contro tutta l’umanità mantiene da più di 50 anni, in chiara e flagrante violazione dei diritti umani.

 

Aveva ragione Fidel: d’ora in avanti tutto sarà più difficile, ma di fronte ad ogni difficoltà il popolo e la sua Rivoluzione sono emersi vittoriosi e lo hanno fatto proprio perchè è con questo popolo che conta questa grande opera, per difendere la Patria di fronte all’aggressione imperialista, come per cominciare a crescere socialmente sino a divenire una potenza in medicina, educazione, sport, nella sicurezza sociale, perchè la parola impegnata è stata quella di non defraudarlo mai.

 

La prova più chiara è stata il dibattito in ogni quartiere, centro di lavoro, scuola, in ogni angolo, delle Linee di Politica economica e sociale del Partito e la Rivoluzione, che con gli apporti di questo popolo sono state approvate nel VI Congresso del Partito.

 

Quest’opera si è eretta con un alto valore umano e il Comandante in Capo lo disse quella notte di 54 anni fa, quando le colombe bianche lo accompagnarono.

 

“Questa è forse, nel mondo, la prima Rivoluzione in cui non si è assassinato un prigioniero di guerra, non è mai stato abbandonato un ferito, non è mai stato torturato un solo uomo”. Quello fu lo stesso principio che ha regnato nelle tetre del Terzo Mondo, nelle belle pagine di solidarietà dei nostri medici e dei nostri educatori, non offrendo quello che ci avanza, ma condividendo quello che abbiamo.

 

Senza dubbio, già da allora Fidel ci aveva avvertito: “Chi potranno essere d’ora in avanti i nemici della Rivoluzione? Chi potranno essere d’ora in avanti in questo popolo vittorioso. i nemici della Rivoluzione? I peggiori nemici che d’ora in avanti potrà avere la Rivoluzione cubana siamo noi stessi rivoluzionari”.

 

Fidel avvisò e affermò anche: “Perchè è più grande la nostra responsabilità di fronte alla storia e al popolo di Cuba”.

 

Di quella stessa responsabilità, Fidel ha parlato il 17 novembre de 2005, spiegando che la Rivoluzione poteva essere distrutta solo da noi stessi e lo ha ricordato anche il Generale d’Esercito Raúl, nella chiusura della Prima Conferenza Nazionale del Partito, nel Palazzo delle Convenzioni, il 29 gennaio del 2012, quando ha citato le parole del leader storico della Rivoluzione, il 28 settembre del 1986, alla chiusura del 3º Congresso dei CDR:  "La lotta contro le tendenze negative e la lotta contro gli errori commessi continueranno senza interruzioni, perchè abbiamo il dovere sacro di perfezionare tutto quello che facciamo, di non essere mai soddisfatti, nemmeno quando crediamo di fare bene le cose e tanto meno quando ci sentiamo soddisfatti, sapendo che non si stanno facendo le cose bene come dovrebbe essere”.

 

Quell’8 gennaio oggi è presente, perchè è la stessa Rivoluzione quella che difendiamo, come ha detto Raúl lo scorso 13 dicembre, nell’Assemblea Nazionale : “ Con la stessa decisione e fermezza della Generazione del Centenario, affronteremo le sfide del futuro, perchè come ha detto Fidel, se quel giorno eravamo un pugno di uomini, oggi siamo un popolo intero alla conquista dell’avvenire”.

 

 

La simbolica Carovana della

Vittoria è giunta a Santa Clara

 

 

7 gennaio 2013 - L.M.Gonzalez www.granma.cu

 

 

La simbolica Carovana della Vittoria è giunta a Santa Clara, al centro di Cuba, come parte del percorso che ricorda lo stesso cammino realizzato nel 1959 dai guerriglieri con il leader Fidel Castro al fronte.

 

Per commemorare gli avvenimenti dei primi giorni successivi al trionfo della Rivoluzione di 54 anni fa, una missione formata da giovani e da combattenti, sta attraversando l’Isola nello stesso modo in cui lo fece il vittorioso Esercito Ribelle, come ha informato la televisione nazionale.

 

René Sánchez, che viaggiò con la Carovana nel 1959, ha ricordato che Fidel Castro allora gli disse che la Rivoluzione cominciava in quel momento perchè quello che era terminato era la guerra.

 

“Senza di noi non si potrà fare niente”, ci disse, “ed io mi ero molto emozionato perchè ero un contadino di 18 anni e non sapevo nè leggere nè scrivere”.

 

Edilberto González, un altro ribelle di quella Carovana, ha definito straordinarie le esperienze di quei giorni ed ha segnalato l’enorme affetto con cui lo ricevono le persone in tutte le province.

 

La carovana è partita da Santiago di Cuba, nell’oriente del paese, il 2 gennaio e giungerà a L’Avana martedì 8.

 

 


 

Evocato l’arrivo di Fidel
nella città di Bayamo

 

 

3 gennaio 2013 - Jorge L. Batista www.granma.cu

 

 

Giovani, pionieri e combattenti della Sierra Maestra e della lotta clandestina, hanno evocato mercoledì 2 gennaio l’arrivo della Carovana della Libertà guidata da Fidel Castro a Bayamo e la liberazione di questa città 54 anni fa, al trionfo della Rivoluzione.

 

La commemorazione è stata effettuata dinnanzi all’antico Municipio della città, attualmente sede dell’Assemblea del Potere Popolare, dove Fidel, dal balcone dell’edificio, parlò ai cittadini nella notte del 2 gennaio del 1959.

 

Alla presenza delle massime autorità politiche e di Governo della provincia di Granma, il Primo Segretario del Partito di Bayamo, Federico Hernández, ha affermato che il trionfo della Rivoluzione cambiò in modo radicale la vita dei cubani.

Ha indicato che il popolo, colmo di allegria, inondò le strade per ricevere i ribelli, ed allo stesso modo reagì in tutta Cuba, fino all’arrivo della Carovana della Libertà a L’Avana, l’8 di gennaio.