Da quando Cuba è Cuba

 

 

24 settembre 2013 - Eduardo Pinto Sánchez www.granma

 

 

Il 21 settembre del 1958 fu una domenica differente. Per i contadini che si riunirono in quella promettente mattina nel salone da ballo del  commerciante Juan Clavel, ubicato di fronte ad una piccola arena per i galli, nel paesino  Soledad, di Mayarí Arriba, significò la rivendicazione della classe più povera e oppressa del paese, che sarebbe stata riconosciuta dopo il trionfo della Rivoluzione, con la firma della prima Legge di Riforma Agraria.

 

Il Primo Congresso Contadino in Armi si svolse in piena insurrezione contro la tirannia pro-nordamericana di  Fulgencio Batista, nel quale circa  200 contadini convocati dal Comando del II Fronte dell’Esercito Ribelle denunciano il regime e confermarono la loro alleanza irrevocabile con i rivoluzionari.

 

Quella riunione contadina e suoi accordi erano il risultato della tradizione patriottica e di combattività rivoluzionaria ereditate dai nostri trisavoli, e anche di lotta sferrata dai contadini contro le ingiustizie nelle zone rurali, nella prima metà del secolo scorso, tra le quali è un’icona la ribellione contadina di Realengo 18, guidata da Lino de las Mercedes Álvarez negli anni ’30.

 

Quelli ai quali conveniva lo stato delle cose nei campi cubani di quell’epoca, trattarono di sabotare e frustrare la sollevazione per difendere gli interessi dei  latifondisti e di alcuni commercianti della zona, ma la loro campagna diffamatoria fallì.

 

Svolto in una situazione di guerra, il Congresso presentava le basi democratiche che avevano marcato decine di assemblee di massa nelle montagne di Oriente, come processo precedente allo svolgimento del Congresso Contadino,  come mostra di una politica indirizzata a incorporare le masse rurali al processo rivoluzionario nei duri momenti della lotta armata, e successivamente nei complessi compiti della Rivoluzione.

 

 

Sino a Mayarí, come si può...

 

 

L’incontro lo dovettero trasferire a Soledad, nell’attuale municipio santiaghero del Secondo Fronte; originalmente era stato convocato a  Calabaza de Sagua, sede del Quartiere Generale del Fronte Guerrigliero, ma la scarsa garanzia di scurezza della riunione consigliò il cambio, dato che il primo luogo fu bombardato dall’aviazione batistiana.

 

I delegati delle 84 basi contadine parteciparono, rappresentando i sei municipi compresi nel Fronte guerrigliero dell’allora provincia di Oriente: - San Luis, Mayarí, Sagua de Tánamo, Yateras, Baracoa e Guantánamo -,  accompagnati da dirigenti operai e sottolineando così l’alleanza operaio-contadina.

 

Erano rappresentati i piccoli contadini, i braccianti, i precari, i semi-proletari, gente diseredata per gli sfratti, le persecuzioni,  gli omicidi: gente indifesa di fronte ad un sistema che la legge della forza imponeva per privarli dei loro diritti. 

 

Si seppe che molti delegati, includendo donne e anziani, non sapevano del cambio della sede  realizzato all’ultimo momento, e che, decisi a partecipare comunque, camminarono tre giorni e tre notti sino a Calabaza de Sagua, e da lì a Soledad di Mayarí Arriba, in molti casi per sentieri fangosi, sotto la pioggia, guadando torrenti cresciuti e con la minaccia costante di un bombardamento e delle mitragliatrici delle forze della tirannia.

 

Nè le piogge torrenziali tipiche della stagione, nè la grande distanza-  alcuni a piedi e altri a cavallo- impedirono la partecipazione dei delegati provenienti da tutti i municipi liberati e da alcune zone che non erano ancora controllate dall’Esercito Ribelle, tra le quali, Banes e Antilla.

 

Fu un lungo peregrinare per sentieri intransitabili per alcuni delegati, un periplo tanto  faticoso che giunsero quando il Congresso si era già concluso.

 

L’effettiva organizzazione creata da Pepe Ramírez, José Serguera Riverí e dal veterano leader contadino Romárico Cordero, permise che l’incontro divenisse una tribuna di richieste economiche e sociali e che si  tracciassero strategie per la realizzazione delle rivendicazioni di base.

 

Quel Congresso fu presieduto dal giovane Comandante Raúl Castro Ruz, la cui presenza come capo del II Fronte Orientale Frank País ispirò emozione e generò fiducia tra i partecipanti, che  segnalarono senza timore tutti i danni patiti per tanti anni.

 

I presenti, senza timore, nominarono i nomi dei prestanome assassini e dei proprietari autori dei crudeli sfratti; denunciarono le estorsioni degli usurai  e reclamarono prezzi fissi per i raccolti, attenzione medica, strade, una politica di crediti ed altre migliorie economiche e sociali.

 

Si analizzò  criticamente la situazione  economica, politica e sociale della nazione e si denunciò la dipendenza economica rispetto agli Stati Uniti, la monopolizzazione delle  ricchezze e di mezzi di produzione. Inoltre si reclamò il rafforzamento dell’alleanza operaio- contadina per la domanda e la rivendicazione dei due settori e l’importanza di una genuina riforma agraria, dopo la vittoria dell’insurrezione.

 

I leader guerriglieri  spiegarono che tutte quelle denunce costituivano alcuni degli  argomenti essenziali della lotta armata, sferrata per eliminare la dipendenza economica dall’imperialismo nordamericano, la prima causa della miseria e della totale indigenza della popolazione rurale.

 

Tutti aspettavano le parole sempre energiche di Raúl, che disse nelle conclusioni, già verso le 22.00 di quella giornata memorabile.

 

“Oggi 21 settembre del 1958 è stato e resterà per molto tempo un giorno memorabile, per voi, per noi e per la Rivoluzione cubana (...)  perchè da quando Cuba è Cuba mai, ripeto, si era svolto un Congresso Contadino, un congresso di contadini rivoluzionari nel mezzo di una guerra...”

 

15 anni dopo quel Congresso, Raúl lo valutava così: “Il contadino povero e il bracciante hanno compreso  rapidamente che l’Esercito Ribelle era il loro esercito, che la Rivoluzione era la loro Rivoluzione e che l’uomo umile di queste montagne condivideva con il combattente le sue scarse radici e la sua povera capanna.  È entrato con i suoi figli nelle fila dell’Esercito Ribelle, sua moglie ha  curato  i feriti, sua figlia ha lavato e cucito i poveri abiti di quell’Esercito, vestito di stracci, ma con la bandiera di una nobile causa e con una decisione irremovibile: liberare Cuba dall’oppressione.

 

 

Un Congresso storico

 

 

In termini concreti il Congresso consolidò l’alleanza strategica tra i contadini e i ribelli, rinforzò l’unità tra le popolazioni dei territori liberi, stimolò  i movimenti giovanile e femminile ed incrementò la mobilitazione contro le ingiustizie della tirannia batistiana. Gli agricoltori approvarono di apportare il 10% del valore delle loro produzioni alla lotta insurrezionale e inoltre si rinforzarono i coordinamenti con l’Ufficio Agrario del Fronte.

 

Venti giorni dopo, il 10 de ottobre, nell’80º  anniversario del Grido di Yara e come omaggio all’inizio delle lotte indipendentiste cubane, il Comandante in Capo Fidel Castro firmò nella Sierra Maestra la Legge No. 3 sul  diritto dei contadini alla terra, che si pose in vigore immediatamente  nei territori liberati.

 

Questa legge dimostrò che il desiderio espresso dalle masse contadine rappresentate nel Congresso era già una realtà che si rifaceva alla precedente prima Legge di Riforma Agraria, firmata sempre da Fidel nel 1959, una volta ottenuta la vittoria rivoluzionaria.

 

Già con il trionfo rivoluzionario del 1º gennaio del 1959, si sviluppò immediatamente in tutto il paese un processo di riorganizzazione e costituzione di associazioni  e comitati contadini, che aiutò a spiegare il contenuto della Legge di Riforma Agraria.

 

Queste organizzazioni parteciparono alla sua applicazione e a tutte le grandi mobilitazioni di massa a sostegno delle misure poste in pratica dal governo rivoluzionario.

 

In questo modo le organizzazioni contadine si unirono, il 17 maggio del 1961, nella costituzione dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori -ANAP - che ha svolto un ruolo rilevante nelle trasformazioni rivoluzionarie nelle zone rurali, uno stimolo nato in quelle montagne d’Oriente...