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5.03.2013 - www.granma.cu
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50 anni fa, il 5 marzo del 1963, in una cerimonia presieduta dal Capitano Orlando "Olo" Pantoja Tamayo, che morì eroicamente in Bolivia assieme a Ernesto Che Guevara, si presentò nel Cayo Libertad il certificato di nascita del Dipartimento di Vigilanza dei Porti e delle Coste, denominato più tardi Truppe Guardafrontiere, come parte degli Organi della Sicurezza dello Stato del nostro Ministero degli Interni.
Fidel indicò la misura dell’importanza di questa forza combattente quando, nella relazione centrale del Primo Congresso del nostro Partito, disse: “I Guardafrontiere, gli insonni della Patria, difendono con abnegazione e con permanente vigilanza vigilano le coste del nostro paese”.
In questi cinquant’anni d’abnegazione e vigilanza hanno affrontato in stretta cooperazione con gli altri organi del ministero degli interni e con le Forze Armate Rivoluzionarie, l’appoggio decisivo del popolo, le infiltrazioni degli agenti dell’Agenzia Centrale d’Intelligenza degli Stati Uniti - CIA -, dei gruppi controrivoluzionari e del differenti attività piratesche contro obiettivi economici e istallazioni vicine alle coste, contro le imbarcazioni da pesca e altro, così come hanno sferrato - e sferreranno - una tenace battaglia di fronte al contrabbando e al traffico delle droghe.
In questi 50 anni le Truppe Guardiafrontiere hanno ricevuto la collaborazione in ogni unità e in ogni punto di frontiera, degli uomini e delle donne del popolo, membri delle forze ausiliari, senza i quali non sarebbe stato possibile il compimento delle loro missioni e l’efficace risposta ad ognuna delle attività nemiche.
I posti di frontiera, nella loro grande maggioranza sono situati in luoghi isolati e di difficile accesso, che sottolineano l’abnegazione e il sacrificio dei membri delle unità di queste truppe.
L’esaltazione del 5 marzo va di pari passo con il riconoscimento della storia che cominciarono a scrivere nei bohios e nelle casupole di legno, in quei già lontani giorni del 1963, gli uomini delle Truppe Guardafrontiere, i difensori della nostra Patria, nelle prime trincee della Rivoluzione.
Nello stesso tempo va l’omaggio del nostro popolo agli uomini che hanno continuato la tradizione, lo spirito della Sierra Maestra, di Playa Girón, della Crisi d’Ottobre, delle missioni compiute nel nome dell’internazionalismo proletario.
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