Riaperto il museo Casa Natale di

Carlos Manuel de Céspedes

 

 

11 ottobre 2013 - Dilbert Reyes Rodríguez www.granma.cu

 

 

Il 10 ottobre del 1868, l’avvocato patriota Carlos Manuel de Céspedes (1819-1874) liberò i suoi schiavi  e sollevò in armi i  cubani,  nel primo gesto fondatore delle Rivoluzioni di Liberazione Nazionale di Cuba.

 

Il museo Casa Natale di Carlos Manuel de Céspedes, ora ha riaperto le porte a Bayamo, capoluogo della provincia Granma, dopo un accurato lavoro di restauro e un nuovo disegno del montaggio del museo.

 

L’emblematica istituzione patrimoniale che fa parte del programma di recupero delle opere in saluto ai 500 anni di Bayamo, la seconda città fondata a Cuba il 5 novembre del 1513, è stata restaurata per eliminare dalla pareti i segni dell’umidità e il vecchio intonaco dall’edificio che fu costruito dai genitori di Céspedes alla fine del  XVIII secolo.

 

La museologa Arianna Carbonell,  ha precisato che sono stati sostituiti pezzi danneggiati del pavimento di ceramica dei corridoi e della galleria d’esposizione e che il pavimento del cortile interno è stato ricostruito ed ora vi sono sistemati  alcuni elementi della fabbrica di zucchero  La Demajagua, di proprietà  del Padre de la Patria, dove si consacrò come Patriota il 10 ottobre del 1868.

 

Originalmente a un solo piano, l’immobile fu ampliato a due piani nel 1833, quando già non lo abitava la famiglia  Céspedes,  dopo lo storico incendio della città da parte dei suoi abitanti. Questo edificio fu il solo a due piani che restò in piedi nella città bruciata.

 

Inaugurata 45 anni fa in occasione del centenario del sollevamento de La Demajagua, la Casa Natale del Padre della Patria fu il primo museo dell’attuale provincia di Granma e un decennio più tardi fu nominato Monumento Nazionale

 

 

 

Omaggi a Céspedes e a Martí in Santiago di Cuba

Eduardo Palomares Calderón

 

Durante la cerimonia militare e la guardia d’onore, effettuate in occasione del 145º anniversario del sollevamento de La Demajagua, nel cimitero di Santa Ifigenia, a Santiago di Cuba è stato reso omaggio all’iniziatore delle gesta di liberazione di Cuba e all’Apostolo dell’indipendenza, José Martí.

 

L’omaggio al Maestro è avvenuto davanti al Mausoleo che custodisce i suoi resti, dove sono state poste corone di fiori a nome del leader storico della Rivoluzione, Comandante in Capo  Fidel Castro Ruz,  del Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Raúl Castro Ruz, e del popolo di Cuba.

 

L’omaggio  a Céspedes è stato realizzato davanti al maestoso monumento, dove spicca l’insegna nazionale con la bandiera innalzata dal Padre della Patria, che guarda i suoi resti e dove, a nome del popolo di Cuba, è stata posta una corona di fiori.

Poi è stato mantenuto un minuto di rispettoso silenzio ascoltando le note de La Bayamesa.

 

Hanno partecipato  Lázaro Expósito Canto, membro del Comitato Centrale del Partito e Primo Segretario nella provincia ed altri dirigenti.

 


10 OTTOBRE 1868, PRIMO GRIDO

INDIPENDENTISTA CUBANO

 

 

10 ottobre 2013 - www.radiohc.cu

 

 

Il 10 ottobre 1868, l'avvocato patriota Carlos Manuel de Céspedes (1819-1874) liberò i suoi schiavi e sollevò in armi i cubani, primo fatto della fondazione delle Rivoluzioni di Liberazione Nazionale di Cuba.


Lo scampanio della campana della sua piantagione La Demajagua, Manzanillo, Oriente del paese, ha significato 145 anni fa un trionfo delle idee indipendentiste, di fronte all'integralismo spagnolo e alle correnti riformiste e annessioniste.


Il gesto di de Céspedes è stato affrettato per la detenzione dei cospiratori prevista in un ordine del capitano generale Francisco Lersundi, la quale avrebbe ritardato il processo a tempo indeterminato.


Quella mattina il possidente bayamese pronunciò la dichiarazione di indipendenza conosciuta come Manifesto della Giunta Rivoluzionaria dell'Isola di Cuba o Manifesto del 10 di Ottobre.


Nello zuccherificio di La Demajagua, davanti a circa 500 persone riunite, disse:“Cittadini, quel sole che vedete alzarsi dalla cima dal Turquino viene a illuminare il primo giorno di libertà e d’indipendenza di Cuba”.


Così cominciò questa prima guerra d’indipendenza che durò 10 anni ed ebbe un carattere nazionale-liberatore, democratico e antischiavistico.


Maturò una coscienza nazionale patriottica tra i cubani, e benché l'oligarchia schiavista si mantenesse sottoposta alla Spagna, si fondò per sempre la nazione cubana.


Il forte peso dello schiavitù nell'economia della colonia permise alla Spagna di mantenere incatenata Cuba quando la maggior parte dei paesi ispano-americani raggiunsero la loro indipendenza.


Secondo dati del 1862, del totale di 1359000, circa 500000 erano della cosiddetta gente di colore, presunto pericolo che gli ideologi colonialisti brandivano per frenare il movimento emancipatore.


Nel momento dell'esplosione rivoluzionaria la popolazione schiava ascendeva oltre a 300.000 uomini e donne, più del 70% nella regione occidentale.


C'erano anche circa 200000 mulatti e neri liberi (41,3% in occidente, 20,5% nel centro e 38,2% in oriente).


Céspedes cancellò quel fantasma dallo scenario cubano salutando i suoi schiavi che rimasero liberi in quel momento e invitando altri padroni presenti a fare lo stesso.


“Cittadini, esclamò, fino a questo momento siete stati schiavi miei. D'ora in poi, siete tanto liberi come me. Cuba ha bisogno di tutti i suoi figli per conquistare l'indipendenza!”.


“Quelli che mi vogliono seguire che mi seguano; quelli che vogliono restare che restino, tutti saranno liberi come gli altri”.


Il tema dell'abolizione della schiavitù trionfò in seno alla Rivoluzione del ‘68 e nell'articolo 24 della Costituzione di Guáimaro fu plasmato il principio “Tutti gli abitanti della Repubblica sono interamente liberi”.


I cubani hanno diritto alla libertà e all'indipendenza perché, come disse Céspedes, “Quando un popolo arriva l'estremo di degradazione e miseria in cui noi ci troviamo, nessuno può riprovare che dia mano alle armi per uscire da un stato tanto pieno di obbrobrio.


“Cuba - affermò - aspira a essere una nazione grande e civilizzata, per tendere un braccio amico e un cuore fraterno a tutti gli altri popoli”.


La lotta rivoluzionaria iniziata il 10 ottobre 1868 fu assecondata in altre regioni del paese e anche se alla fine non abbia raggiunto il suo obiettivo di indipendenza e di abolizione della schiavitù, influì decisivamente sulla Storia di Cuba.


Ad essa seguirono la cosiddetta Guerra Chiquita (Guerra Piccolina) (1879-1880) e la Guerra d’indipendenza (1895-1898), organizzata da José Martí.


D’accordo con Fidel Castro è solo una Rivoluzione Cubana da Céspedes fino ai nostri giorni, compresa quella che trionfò in gennaio del 1959.