|
|
Maceo e il Che
|
|
14 giugno 2013 - www.granma.cu
|
|
Uno nacque nella calda città orientale dell’Isola, Santiago di Cuba, nel 1845. L’altro svegliò il mondo dalla città argentina di Rosario, più di 80 anni dopo, nel 1928. Ma avevano in comune molto più che la stessa data di nascita.
Oggi, 168 anni dopo la nascita a Cuba del generale Antonio Maceo y Grajales, un fiero e coraggioso mambí che nella manigua sferrò valorose battaglie per difendere il suolo cubano dallo straniero e dal suo dominio; lo stesso che mostrava sul corpo la mappa delle battaglie, coi solchi delle pallottole e delle ferite ricevute, quando incideva con dignità il suo nome e quello dei suoi. Il generale disposto al combattimento, fermo davanti agli spagnoli a Baraguà, facendo sua la più energica delle proteste.
Si compiono anche 85 anni dalla nascita di Ernesto Guevara de la Serna, il nostro Che, il Guerrigliero Eroico che giunse nelle terre di Maceo con un carico di umanesimo enorme, il suo zaino sulla spalla e i sogni in comune con i ribelli della spedizione che volevano restituire a Cuba la sua indipendenza e il suo decoro. Poi Ernesto divenne Comandante, crebbe come leggenda, si lanciò alla lotta del mondo e svegliò i più nobili sentimenti di ribellione nei più nascosti angoli del pianeta.
Maceo e il Che hanno la stessa Patria di sogni e lo stesso spirito, in epoche distinte.
La stessa ansia di affrontare le ingiustizie, molto simile alla volontà per esercitare il mestiere di uomini audaci e degni di questa terra.
Hanno molto in comune, nell’azione e nel pensiero.
Sulle loro gesta solidali ci sono moltissimi esempi: Maceo, oltre al tempo trascorso in Honduras e Costa Rica, accordò con il suo amico portoricano Rius Rivera, una volta conquistata la libertà, di lottare per l’indipendenza di Puerto Rico.
Il Che, essendo argentino, lottò contro l’intervento in Guatemala, lottò senza riposo in Cuba, guerreggiò nell’Africa oppressa e morì per mano dei suoi fratelli latinoamericani in Bolivia.
Il senso anti-imperialista è un altro fattore di comunione tra questi due uomini, che si può riassumere in molti modi.
Un aneddoto lo sintetizza da L’Avana coloniale, quando parlando con un gruppo di giovani chiesero a Maceo cosa avrebbe fatto di fronte ad un intervento degli Stati Uniti in Cuba, e lui rispose precisamente che “sarebbe l’unica volta in cui sarei disposto a combattere assieme agli spagnoli”. E del Che è rimasta come una sentenza la storica frase “all’imperialismo nemmeno un pezzettino così...”
In epoche differenti, ai due toccarono missioni similari e il loro valore crebbe, mentre con il loro passaggio riuscivano ad accendere da Oriente a Occidente il fuoco della guerra.
La loro meritata fama di strateghi, di talenti militari, di fermi rivoluzionari è con noi: le loro gesta e i loro ideali sono vivi ed emergono come insegnamento in qualsiasi data dell’ anno. |
|
Santa Clara rende omaggio al Che e ad Antonio Maceo |
|
13 giugno 2013 - Freddy Pérez Cabrera www.granma.cu
|
|
Con una gala in omaggio nella piazza che porta il suo nome, la città che ha l’onore di custodire i resti mortali del Comandante Ernesto Che Guevara e i suoi compagni morti nelle gesta boliviane, renderà omaggio domani, 14 giugno, all’Eroe della Quebrada del Yuro, in occasione dell’ 85º anniversario della su nascita.
All’attività parteciperanno noti artisti della provincia, che interpreteranno canti e poesie dedicate all’uomo che condusse la Colonna N.8 Ciro Redondo e liberò questa città nel 1958.
La mattina si svolgerà la tradizionale camminata che ogni anno rende onore ad Antonio Maceo e al Che, che partirà dall’obelisco dedicato al Titano di Bronzo e terminerà nel Complesso Monumentale Ernesto Che Guevara, dove un gruppo di 85 pionieri riceverà la tessera di militante della UJC.
Nell’Università Pedagogica del territorio si svilupperà l’evento scientifico “Che, paradigma possibile”, che toccherà differenti sfumature del pensiero dell’Eroe della battaglia di Santa Clara e i centri fondati dall’allora ministro delle Industrie, svolgeranno giornate produttive ed azioni di ricordo.
Come parte dell’omaggio s’inaugureranno esposizioni di artisti del territorio e si costituirà la cattedra onorifica Hugo Chávez Frías, un guevariano di tutti i tempi, che ha sempre ammirato la vita e l’opera del Che. |
|
Discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica di Cuba, Fidel Castro Ruz, in atto solenne in commemorazione delle nascite di Maceo e di Che, nel Cacahual, Città dell’Avana, il 15 giugno 2002. |
|
13 giugno 2013 - www.granma.cu
|
|
Compatrioti,
Oggi rendiamo omaggio a due uomini straordinari, che hanno lasciato una profonda impronta nella storia della nostra Patria: Maceo e il Che.
Del primo leggevo con avidità tutto quanto a lui si riferiva. Lo vidi sempre come una leggenda. Le 26 ferite che ricevette e le oltre 800 azioni di guerra a cui partecipò superavano i limiti della fantasia di un adolescente o di un giovane, in quanto appariva ai nostri occhi come un dio della guerra. Lo percepivo in uno spazio difficile da raggiungere, troppo in alto e troppo lontano. Più tardi, la modesta esperienza della nostra guerra rivoluzionaria mi aiutò a guardare quello straordinario uomo un po’ più da vicino.
Il secondo lo vidi realizzare il primo sparo e le prime prodezze. Medico e intellettuale trasformato in temerario soldato, sempre il primo tutte le volte che ci fu bisogno di un volontario per missioni difficili, ebbi il privilegio di conoscerlo personalmente. Se volessi trovare una parola che fosse sinonimo di austerità, d’integrità, di spirito di sacrificio e di etica, questa parola sarebbe Che.
Ottantatrè anni separavano la nascita di uno e dell’altro. Il primo era già un personaggio leggendario quando il secondo venne al mondo. L’uno affermò che colui che tentasse di appropriarsi di Cuba solo raccoglierebbe la polvere del suo suolo inondato dal sangue, l’altro inondò con il suo sangue il suolo di Bolivia cercando d’impedire che l’impero si appropriasse di America Latina.
Entrambi portarono a termine l’invasione da Oriente a Occidente (si riferisce all’invasione che le truppe di entrambi gli eroi realizzarono per portare sulle armi il popolo in tutta l’isola; N.d.T.); entrambi morirono in combattimento; entrambi sono oggi simboli insuperabili di coraggio e d’intransigenza rivoluzionaria; entrambi sono adesso con noi e noi con loro; entrambi fecero ciò che tutto un popolo ha giurato di essere disposto a fare; entrambi nacquero lo stesso giorno: ieri 14 giugno. Il destino non avrebbe potuto ideare niente di meglio.
Quale gigantesca Protesta di Baraguá contro coloro che un secolo fa gli strapparono a Cuba la sua indipendenza e oggi pretendono di strappare al nostro popolo la Rivoluzione e persino la Patria, milioni di cubani, appena 72 ore fa, realizzarono una manifestazione rivoluzionaria che per le sue dimensioni non ha precedenti, e oggi, 15 giugno, alle ore 10:00, cominceranno a scrivere un’altra pagina simile nella storia della nostra Patria e del mondo, e lasceranno ai loro discendenti ciò che forse sarà il più alto onore della nostra epoca.
Giurammo già, in quel luogo storico di Baraguá, in mezzo alla battaglia per il ritorno del bambino sequestrato, che avremmo lottato fino all’eliminazione totale della guerra economica, del blocco assassino e delle leggi assassine a cui è stato sottoposto durante decenni il popolo cubano.
Oggi giuriamo qualcosa in più, e lo giurerà la stragrande maggioranza dei cubani: che saremo assolutamente fedeli alla Patria, alla Rivoluzione e al Socialismo; che il dominio imperialista e il sistema capitalista non ritorneranno mai a Cuba, poiché sarebbe come ritornare al sistema coloniale, al sistema feudale o schiavista che lo precedettero, aboliti ormai da tempo dalla storia.
Generale Antonio Maceo, i cubani d’oggi, educati nel tuo immortale esempio, avrebbero condiviso l’onore di essere insieme a te il giorno glorioso in cui rispondesti al rappresentante del potere coloniale spagnolo: Non vogliamo pace senza indipendenza.
Che, fratello carissimo: a tutti noi, tuoi compagni di lotta, ci sarebbe piaciuto combattere insieme a te nella Quebrada del Yuro e lottare per la liberazione dell’America Latina. Era un sogno impossibile. Il destino aveva assegnato al nostro eroico popolo la missione di resistere a 43 anni di aggressioni e finalmente di dire NO al governo imperiale che ci minaccia e cerca d’imporre a Cuba un nuovo Emendamento Platt, ancora più ignominioso di quello del 1901. Perciò il popolo che aiutasti perché abbattesse la tirannia, porta avanti oggi la più gloriosa lotta della sua storia contro il governo della superpotenza egemonica che ci vuol distruggere.
Compatrioti,
Noi rivoluzionari cubani, in mezzo alla battaglia di idee che portiamo avanti e impegnati nella difficile ed eroica difesa della Patria, della Rivoluzione e del Socialismo, rendiamo oggi speciale omaggio ai nostri due grandi eroi, con una ferma e indistruttibile decisione: saremo tutti come Maceo e il Che!
Evviva il socialismo! Patria o Morte! Vinceremo!
|