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Una storica lettera di Fidel a Celia |
5 giugno 2013 - www.granma.cu
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Il criminale bombardamento dell’aviazione del dittatore Fulgencio Batista distrusse quel giorno, in pezzi, l’umile capanna del contadino Mario Sariol, dopo aver lanciato delle bombe di fabbricazione statunitense fornite dal governo di Ike Eisenhower.
Mario Sariol viveva lì con la moglie e cinque figli che pochi momenti prima si erano rifugiati nei dintorni del luogo.
Mario si trovava nell’essiccatoio del caffè e quando tornò vide che tutto era distrutto e la sua famiglia non era lì. Disperato, non vide che loro stavano uscendo dal tunnel della vecchia miniera di manganese. Raccolse alcuni pezzi della bomba e dei missili che erano caduti e corse verso l’accampamento vicino.
Lì presentò a Fidel i resti delle armi portatrici di morte, dove si poteva leggere la scritta “USAF” (United States Air Force).
In un messaggio indirizzato a Celia Sánchez, quel 5 giugno del 1958, il Capo guerrigliero espresse la sua indignazione su quell’azione criminale della dittatura batistiana, eseguita con l’appoggio yanquee.
Sierra Maestra - 5 Giugno del 1958 Celia: Vedendo i missili che hanno sparato sulla casa di Mario, mi sono giurato che gli americani pagheranno ben caro quello che stanno facendo. Quando questa guerra finirà, comincerà per me una guerra molto più lunga e grande, la guerra che farò contro di loro! Mi rendo conto che questo sarà il mio vero destino. Fidel.
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