Nel
2014 Trinidad compirà 500 anni. Il compleanno di
Trinidad viene festeggiato a cavallo della
seconda domenica dell’anno, dato che la prima
fondazione itinerante della città avvenne il 15
gennaio 1514. E quindi, ogni anno, durante
questo compleanno, viene organizzata la
“Settimana Culturale Trinitaria” con una
infinità di iniziative.
Storia della
città di Trinidad
La celeberrima città-museo di
Trinidad è il terzo insediamento spagnolo più
antico dell’isola di Cuba. Infatti, dopo la
fondazione ufficiale delle prime due cittadine
cubane (Baracoa nel nord-est, nel 1511-12, e
Bayamo nel sud-est, nel 1513-14) il comandante
dei conquistadores, Diego Velazquez de Cuellar,
il 15 gennaio 1514 fondò il primitivo villaggio
militare denominato della “Santissima Trinidad”
sulla costa sud-caraibica centrale, vicinissimo
alla foce del Rio Arimao (dove adesso c’è il
sito turistico Rancho Luna).
Però l’anno
successivo, nel 1515, questo villaggio
itinerante venne spostato più a sud, esattamente
dove lo si ammira adesso, cioè sulle colline che
sono vicinissime alla foce del Rio Guaurabo, sul
Mare dei Caraibi. L’anno dopo, nel 1516, venne
costruito il porticciolo di Casilda, e nel 1517
cominciò ad ingrandirsi la città di Trinidad.
Quindi nel 1518 giunsero le navi del tristemente
noto Hernàn Cortès, salpate da Santiago de Cuba
per recarsi a conquistare il Messico e per
andare a massacrare gli aborigeni: esse si
fermarono qui, nel porticciolo di Casilda de
Trinidad, allo scopo di caricare vettovaglie,
marinai e soldati. Nel Seicento e nel Settecento
la città di Trinidad fu spesso assediata e
saccheggiata dai corsari e dai soldati della
corona britannica, provenienti dalla vicina
isoletta della Giamaica.
Poi diventò un importante centro
economico basato sulla coltivazione e la
trasformazione della canna da zucchero, grazie
alle piantagioni della vicina Valle San Luis,
detta Valle de los Ingenios (Ingenios
significava "Macchina per fare lo zucchero") e a
quel tempo ve ne erano ben oltre 100 solamente
nella zona campagnola di Trinidad. In quegli
anni i latifondisti spagnoli si arricchirono
enormemente grazie al lavoro degli schiavi
africani:
costruirono sontuose residenze con marmi di
Carrara, ampi cortili, grandi balconi, ecc. E
così, nel 1797, Trinidad venne dichiarata
capitale del Dipartimento Centrale di Cuba
(l'Avana era la capitale del Dipartimento
Occidentale e Santiago de Cuba del Dipartimento
Orientale). Verso la fine dell'Ottocento, con
l'abolizione della schiavitù, i padroni della
città svendettero tutti gli averi ai loro
fattori e tornarono in Spagna. E così ai primi
del Novecento, con l'avvento del dominio
statunitense, a Trinidad iniziò un inesorabile
degrado e declino intellettuale-economico. Però
nel 1960 questa decadenza cessò grazie al piano
di risanamento sociale e di recupero culturale
voluto dal nuovo governo rivoluzionario.
Iniziarono così gli accurati e lunghi restauri
in questa storica città-museo. Dopo la riforma
territoriale del 1974 il Comune di Trinidad
entrò a fare parte della nuova Provincia di
Sancti Spiritus, ed il suo centro cittadino
coloniale fu nominato Monumento Nazionale dal
governo rivoluzionario. Poi, nel 1988 l'Unesco
dell’Onu l'ha dichiarato Patrimonio Culturale
dell'Umanità, essendo il centro storico meglio
conservato del continente. Attualmente questo
centro cittadino coloniale è conservato
esattamente tale e quale come era quattro secoli
fa, con strade pavimentate a ciottoli, e con
case in elegante stile coloniale, con grandi
finestre a grate sporgenti sulla strada, dietro
le quali i vecchi e i bambini osservano
divertiti e incuriositi il passaggio dei turisti
stranieri i quali, dopo la tradizionale
accaldata visita pedonale alla città amano poi
fare il bagno nel Mare dei Caraibi, nelle vicine
spiagge di Playa d’Ancon e di Playa Maria
Aguilar.
Cannoni e
grate: In ogni angolo di Trinidad si notano
antichi cannoni spagnoli piantati per terra:
sono stati messi a mo’ di paracarri (“paracarros”).
Inoltre, le grate (“rejas”) ai finestroni al
pianoterra delle case nelle strade del centro
storico sono tra le più artistiche di tutta
Cuba: nacquero alcuni secoli fa come semplici
elementi protettivi in legno, ma col passare del
tempo si trasformarono poi in elementi
decorativi in ferro.
Libri su
Trinidad: di cui uno dello storiografo Fra i
tanti libri e foto-libri che in questi ultimi
anni sono stati dedicati a Trinidad, se ne
consigliamo tre, di cui uno in lingua italiana e
due in spagnolo, rintracciabili nelle librerie
cubane e naturalmente nella città di Trinidad.
Il primo è un volumetto in italiano di 150
pagine che si chiama “Trinidad de Cuba” ed è
stato scritto da Aurelio Gutierrez Gonzalez per
la Casa Editrice Artex di Trinidad, che l’ha
fatto tradurre e stampare a Torino. Il secondo è
un libretto in spagnolo di 100 pagine dal titolo
“Conozca Cuba: Trinidad, historia, leyenda, algo
mas” ed è stato scritto da Carmen Alfondo
Hernandez per la Casa Editorial Josè Martì de La
Habana. Infine, il terzo è l’importante volume
in lingua spagnola con grandi fotocolor, di 200
pagine, scritto dai due scomparsi intellettuali
cubani Antonio Nuñez Imenez (che fu lo
storico-geografo del “Che” e viceministro della
cultura) e da Don Carlos Joaquin Zerquera y
Fernandez de Lara, coetaneo di Fidel Castro,
(che è stato fino a pochi anni fa il colto e
raffinato Historiador de Trinidad) per le
Ediciones Turisticas Cubanas.
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