Dialoghi e incontri con la cultura araba sono stati realizzati a migliaia negli ultimi vent’anni, per promuovere a Cuba le tradizioni e le abitudini dei paesi di quella regione.
Più di una centinaio di persone ha partecipato, nella sede dell’Unione Araba di Cuba (UAC), a L’Avana, ai festeggiamenti della creazione di questo organismo sorto nel luglio del 1993 e che da allora si riunisce tutte le settimane.
Hanno partecipato ambasciatori ed altri membri del corpo diplomatico accreditato a Cuba, che hanno apprezzato lo spettacolo artistico della compagnia di danza che appartiene alla UAC.
L presidentessa della Commissione di Cultura di questa istituzione, Sarima Perez Proveyer, ha detto che si tratta di uno spazio nel quale da 20 anni centinaia di esperti, investigatori, professori, giornalisti, poeti ed artisti hanno portato la loro conoscenza al servizio della cittadinanza.
In questo spazio si ascoltano i discorsi degli oratori sul tema prescelto, poi si fanno domande, si dialoga, si apportano idee e si scambiano criteri, ha detto a Prensa Latina il consigliere letterario dell’istituzione, Jorge Elias Gil.
“Abbiamo parlato di molti temi della cultura araba e anche di carattere generale, con cicli di conferenze, di recente, su temi collegati con le antiche culture mesopotamiche ed egizie”, ha aggiunto.
Il vice presidente della UAC, Josè Elias Chediak, ha apprezzato il lavoro realizzato da chi ha fatto sì che in tutti questi anni, ogni sabato si svolgano questi dialoghi, che sono un sistematico e continuato lavoro di divulgazione accademica e culturale, che unisce il mondo arabo a Cuba.
I primi levantini che giunsero a Cuba accompagnavano l’ammiraglio genovese Cristoforo Colombo, ma questa immigrazione ha avuto intensità solo verso la fine del XIX secolo e la prima metà del XX.
A Cuba vivono circa 5000 discendenti di arabi provenienti da Libano, Palestina, Siria e Libia, soprattutto.
La UAC fa parte della Federazione delle Entità Arabe d’America (FEARAB-America), che rappresenta più di 20 milioni di arabi ed i loro discendenti nella regione, nella quale occupa una delle vicepresidenze.