Cultura

 

 

Al cubano Jesús Arboleya il Premio

Casa de las Américas 2013

Nella categoria “Saggio storico-sociale” è stato premiato il cubano Jesús Arboleya; gli argentini Gabriel Cortiñas e Nicolás Doljanin hanno ricevuto il premio per i migliori libri di poesia e testimonianza, rispettivamente. Il premio al romanzo è stato dichiarato deserto

 

 

 1.02.2013 - J.Izquierdo www.granma.cu

 

 

Il prestigioso concorso della letteratura latinoamericana convocato dalla Casa de las Américas, ieri, giovedì 31 gennaio, ha fatto conoscere i prescelti.

 

Nella categoria di saggio su temi storico-sociali ha vinto il cubano Jesús Arboleya Cervera con la sua opera “Cuba e i cubano-americani.

 

Un’analisi dell’ emigrazione cubana”, ed altri due cubani sono stati menzionati nella stessa categoria: Carlos Alzugaray Treto (Diplomacia imperial y revolución. Estados Unidos ante la Revolución Cubana 1959-1960: del reconocimiento reticente a la ruptura ominosa) e Enrique Cirules (Hemingway, ese desconocido).

 

L’Argentina ha portato al premio i migliori libri di poesia e di testimonianza: “Pujato”, di Gabriel Cortiñas; e “La sombra del tío”, di Nicolás Doljanin, rispettivamente.

Una menzione specile è andata a “Carpentier, la otra novela”, del cubano Urbano Martínez Carmenate.

 

“La ciudad ajena: Subjetividades de origen mapuche en el espacio urbano”, della cilena Lucía Guerra, è lo studio sulle culture originali che ha vinto il premio di questa categoria, mentre il premio al romanzo è stato dichiarato deserto.

 

Tra un centinaio di testi, il romanzo “Domingos Sem Deus”, di Luiz Ruffato, è stato scelto nella categoria della letteratura brasiliana.

 

Il famoso cantautore Chico Buarque, anche lui del Brasile, ha ricevuto il premio di narrativa, ad honorem, José María Arguedas, per “Leche Derramada” del 2009.

 

 


La Casa de las Américas ratifica
la sua vocazione integratrice

 

 

 22.01.2013 - Octavio Borges Pérez www.granma.cu

 

 

Con la presenza di Miguel Díaz-Canel (I a D), vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Roberto Fernández Retamar, presidente della Casa de las Américas, Ticio Escobar (Uruguay) e Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale, è stata realizzata la presentazione della Giuria del Premio Letterario, "Casa de las Américas", realizzata nella Sala "Che Guevara" dell’istituzione, a L’Avana.

 

La Casa de las Américas ha ratificato ieri lunedì 21, che la sua ragione d’essere è l’integrazione latinoamericana e caraibica nell’ambito della cultura, inaugurando la 54ª Edizione del suo Premio Letterario.

 

Presentando questa dichiarazione, Roberto Fernández Retamar, presidente dell’istituzione, ha segnalato che questa vocazione è a tono con la volontà popolare e dei governi nella regione, dove si consolidano progetti d’integrazione come l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America o la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Carabi.

 

Sta divenendo una realtà il sogno di Simón Bolívar, José Martí e degli altri Eroi dalla prima indipendenza sino all’attualità, quando il principale artefice di questa integrazione è il presidente venezuelano Hugo Chávez, di cui dobbiamo citare il cui decisivo appoggio in momenti come questi.

 

Alla cerimonia hanno partecipato Miguel Díaz-Canel Bermúdez, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, e Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, tuti e due membri del Burò Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, con Rafael Bernal, ministro di Cultura, e Miguel Barnet, presidente dell’Unione degli Scrittori e Artisti di Cuba, tra le tante personalità.

 

Le parole iniziali del programma del premio sono state di Ticio Escobar, critico, investigatore, curatore e promotore culturale paraguaiano che ha detto che il Premio Letterario Casa de las Américas è riuscito a evitare le inclemenze dei tempi globali senza rinunciare alle migliori possibilità che offre ogni affrettato presente.

 

La Casa è uno spazio di resistenza culturale unico nel continente, una piattaforma ferma di creazione e pensiero, da dove continuare ad affermare valori, dibattendo idee e immaginando nuovamente insieme le molte maniere d’abbordare realtà complesse e rinnovare le sfide del senso che le fomentano e le sostengono.

 

Inoltre ha citato José Martí, dicendo che questa parte del mondo costituisce un grande progetto emancipatore, nutrito dalla diversità culturale dei nostri popoli.

 

Escobar ha sottolineato che questa istituzione culturale riesce da decenni a consolidare uno spazio plurale di incontri attorno ai grandi principi che riuniscono i popoli, molto al di là delle divergenze e delle coincidenze dei territori e delle storie.

 

I membri della Giuria di questa edizione sono partiti subito per Cienfuegos, dove selezioneranno le opere vincitrici di ogni genere, decisioni che si conosceranno la sera di giovedì nella Sala Che Guevara, della Casa de las Américas.