La scommessa sull’arte sovversiva caratterizza
la 55ª Biennale di Venezia, che ha aperto i suoi 89 padiglioni, tra i quali
va segnalata l’anarchica proposta di Cuba.
La rappresentazione cubana è sbarcata a Piazza San Marco con una mostra
significativamente intitolata “La perversione del classico: anarchia dei
rapporti con sguardi non esenti di sarcasmo”.
Cuba partecipa con gli artisti Sandra Ramos, Antonio Eligio Fernández,
Nelson y Liudmila, Lázaro Saavedra y María Magdalena Campos, auspicati dal
Centro d’Arte Contemporanea Wifredo Lam.
Giungono con l’idea di realizzare un dialogo coerente con opere dell’arta
romana, e da lì il carattere strategico del padiglione cubano nel Museo di
Archeologia, nel feudo delle colombe di Venezia.
I creatori cubani propongono temi vincolati alla migrazione e ai conflitti
di frontiera e dei limiti, alle nozioni d’identità culturali associate a
simboli, come la bandiera nazionale, la musica, l’umorismo incisivo e a
volte corrosivo.
Nel padiglione latinoamericano sarà presentata l’opera del cubano Humberto
Díaz, invitato all’esposizione organizzata dal famoso curatore Alfons Hug.
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La
nota scuola di Musica di Berklee
parteciperà nel padiglione
cubano della 55ª Biennale di
Venezia con un progetto del
professore e sassofonista Neil
Leonard, intitolato
*53+1=54+1=55. Letter of the
Year.*
In una dichiarazione a Granma da
Boston, Leonard ha definito "un
grande onore" e "un’opportunità
straordinaria" il suo intervento
nella sala espositiva dell’Isola
ed ha rivelato che presenterà
"un’opera molto speciale".
"Sto eseguendo un’investigazione
del suono del “pregonero” (lo
strillone) cubano e incorporerò
le voci nell’installazione a
Venezia.
Il Padiglione di Cuba si trova
in Piazza San Marco, davanti
alla cattedrale dove si è
cominciato ad utilizzare lo
spazio per creare effetti
musicali con la base nelle opere
di Andrea Gabrieli e di altri",
ha segnalato Leonard.
“Venezia – ha aggiunto – è anche
la città del compositore Luigi
Nono, che andò a Cuba a lavorare
con Juan Blanco, eseguendo
questa investigazione sul suono
e lo spazio nella musica
elettronica”.
Questo progetto di Leonard fa
parte del lavoro più
sperimentale sviluppato nei
terreni della creazione della
musica e del suono per danza,
teatro, video, perfermance e
cinema.
Inoltre segna un nuovo capitolo
nei suoi vincoli con la cultura
cubana, che stanno
acquistando una nuova dimensione
dopo il suo recente viaggio
nell’Isola, dov’è stato
presentato nei festivals Jazz
Plaza, nella Fiera
Internazionale Cubadisco e in
concerti organizzati dal
Laboratorio Nazionale de Musica
Elettroacustica (LNME).
Leonard è stato uno dei
principali promotori delle
visite di studenti e diplomati
di Berklee nell’Isola, che hanno
collaborato con gli alunni
dell’Istituto Superiore d’Arte e
i membri del LNME. Durante
questi scambi culturali i
musicisti dei due paesi hanno
creato opere insieme ed hanno
realizzato concerti in
differenti scenari della
capitale, nel Teatro del Museo
delle Belle Arti e nella Casa de
las Américas.
In un’occasione Leonard ha
presentato in anteprima il brano
“Il nostro tempo”, dedicato a
Juan Blanco, pioniere della
musica elettroacustica in
America Latina.
Ugualmente questi vincoli hanno
permesso la presenza di
musicisti cubani e coreografi di
Danza Contemporánea a Berklee,
dove hanno guidato seminari e
offerto conferenze di musica di
musica elettroacustica. |