La nuova
classificazione clinica del dengue approvata dalla Organizzazione
Mondiale della Salute (OMS), dengue e dengue grave, permette al
médico di stabilire l’attenzione più adeguata, il trattamento più
opportuno e d’evitare la morte del malati, ha assicurato un’esperta.
María
Guadalupe Guzmán, a capo del dipartimento di Virologia
dell’Istituto di Medicina Tropicale "Pedro Kourí" (IPK), a L’Avana,
ha segnalato che in questa proposta realizzata partendo da studi
sviluppati a livello mondiale, Cuba ha avuto un’importante
partecipazione con un forte impatto per il suo lavoro.
La malattia
è propria dei paesi tropicali, ma va unita a scarse condizioni
igienico-sanitarie, anche se negli ultimi cinque anni si sono
identificati dei casi nel sud dell’Europa.
“Non
esistono medicinali efficaci contro questa infezione trasmessa dalle
zanzare, ma solo il controllo del vettore con l’appoggio della
comunità rende possibile la prevenzione per il controllo”, ha detto
l’esperta durante il XIII Corso Internazionale sul Controllo del
Dengue, che si svolge a L’Avana.
“Non esiste
nemmeno una vaccinazione efficace. La complessità e il suo sviluppo
dipendono dal fatto che si tratta di quattro differenti sierotipi e
che la malattia presenta un ampio rango di severità, tra le molte
ragioni”, ha detto.
Rosmari
Rodríguez Roche, Investigatrice Titolare del IPK, ha indicato che
gli studi realizzati dimostrano che durante le epidemie a termine
c’e sempre un incremento della severità, cioè alla fine
dell’epidemia, anche se il numero dei casi diminuisce, le misure di
controllo sono maggiori e il ricovero è rapido, c’e una maggior
proporzione di malati gravi e di decessi.
“Esiste una
possibilità che le mutazioni nel virus fanno incrementare la sua
virulenza, anche se osservando i soggetti che hanno avuto
l’infezione non si può vedere la sequenza dell’infezione in modo
indipendente” ha affermato.