Dal 1970,
quando Cuba realizzò il primo trapianto di rene, un totale di 5149
pazienti si sono beneficiati di questo procedimento, la maggior
parte dei quali è riuscita ad allungare la propria vita, ha spiegato
il dottor Juan Carlos Michelena, coordinatore di questa attività nel
paese, il quale ha sottolineato che attualmente l’indice di
sopravvivenza nella modalità renale è di circa l’80%, un risultato
che colloca Cuba al livello delle nazioni più avanzate.
Ha inoltre
evidenziato i favorevoli risultati ottenuti nel paese nelle
donazioni di organi e tessuti, una dimostrazione dell’appoggio della
famiglia cubana a questo programma, che ha permesso di salvare
centinaia di vite.
Ha spiegato
l’importanza dell’introduzione, per la prima volta, della chirurgia
minima invasiva nei trapianti, tecnica applicata negli ospedali
Hermanos Ameijeiras e di Nefrologia, procedimenti che saranno estesi
gradualmente al resto delle province.
Ha
riconosciuto il significativo lavoro svolto dagli specialisti di
Villa Clara, che realizzarono lo scorso ano 29 dei 132 trapianti di
rene effettuati nel paese, con una sopravvivenza dell’87%, superiore
alla media nazionale, cifra che colloca questo territorio ai vertici
della nazioni in questa attività.
Infine ha
spiegato che i medici del territorio centrale hanno anche realizzato
28 trapianti di cornea, altrettanti di cellule madri e sei di
midollo osseo a pazienti della provincia, di Cienfuegos, di Sancti
Spíritus e del municipio di Colón, nella provincia di Matanzas.