L'associazione PEC (Press Emblem Campaign), una ONG
ginevrina per la protezione dei giornalisti ha
valutato in 141 il numero di giornalisti uccisi nel 2012 in 29 paesi, un
numero record, con
Messico, Brasile e Honduras tra i dieci paesi più pericolosi per la
stampa, secondo un comunicato pubblicato.
Questa cifra é maggiore di un 31% rispetto al 2011 quando 106
giornalisti sono stati uccisi, ha espresso l'associazione.
Almeno 37 giornalisti, di cui 13 dipendenti di media stranieri, sono stati
uccisi in Siria.
Inoltre, quattro giornalisti sono scomparsi o sono considerati
prigionieri:
Anhar Koshneva (Ucraina), Bashar Fahmi (Giordania), Austin Tice
(USA) e James Foley (USA).
La situazione é peggiorata anche in Somalia, dove sono stati uccisi 19
giornalisti.
Pakistan, con 12 giornalisti uccisi, è il terzo paese più pericoloso
per la stampa.
Tre paesi latino-americani occupano le seguenti posizioni della
lista: Messico e Brasile, con 11 morti, e Honduras, con 6.
Dal gennaio 2008, il numero di giornalisti uccisi è pari a 571, vale
a dire, una media annuale di 114 morti o due a settimana.
Secondo un'altra organizzazione, il
CPJ
(Committee to Protect
Journalists), con sede a New York, almeno 67 giornalisti sono stati
uccisi nel 2012.
L'International Press Institute (IPI), con sede a Vienna, fornisce
un bilancio di 132 giornalisti uccisi nel 2012.
141 periodistas muertos en 2012
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GINEBRA, 03 Ene 2013 (AFP) - La asociación PEC (Press
Emblem Campaign), una ONG para la protección de los
periodistas con sede en Ginebra, cifró en 141 el número
de periodistas muertos en 2012 en 29 países, un número
récord, con México, Brasil y Honduras entre los diez más
peligrosos para la prensa, según un comunicado publicado
este jueves.
Esta cifra se eleva un 31% con respecto a 2011, cuando
106 periodistas murieron, indicó la asociación.
Al menos 37 periodistas, 13 de ellos empleados de medios
extranjeros, murieron en Siria.
Además, cuatro periodistas están desaparecidos o
considerados como prisioneros. Se trata de Anhar
Koshneva (Ucrania), Bashar Fahmi (Jordania), Austin Tice
(EEUU) y James Foley (EEUU).
La situación también empeoró en Somalia, donde 19
periodistas perdieron la vida.
Pakistán, con 12 periodistas fallecidos, es el tercer
país más peligroso para la prensa.
Tres países de América Latina ocupan los siguientes
puestos del listado: México y Brasil, con 11 muertos, y
Honduras, con 6.
Desde enero de 2008, el número de periodistas muertos
ascendió a 571, es decir, una media anual de 114, o dos
muertos por semana.
Según otra organización, el CPJ (Comité para la
Protección de los Periodistas), con sede en Nueva York,
al menos, 67 periodistas murieron en 2012. El Instituto
Internacional de la Prensa (IPI), con sede en Viena,
establece un balance de 132 periodistas fallecidos en
2012.