Intesa bilaterale di cooperazione tra Cuba e

Olanda: scardinata la Posizione comune europea

 

 

28.05.2013 -  F.Verde www.cubadebate.cu

 

 

L’accordo di cooperazione siglato a L’Avana tra Cuba e Olanda segna un punto importante a favore della Isla per due motivi: per prima cosa rafforza e sviluppa i rapporti bilaterali – già ottimi come conferma l’ambasciatore olandese Norbert Brakhaus – tra i due paesi, ma principalmente permette a Cuba di andare a scardinare la cosiddetta Posizione comune europea su Cuba (96/697/PESC). Misura mirante a ottenere un «cambiamento pacifico a Cuba», da intendere in realtà come sovvertimento del sistema socialista, adottata nel 1996 dal Consiglio Europeo su proposta della Spagna allora governata dal conservatore Aznar.

 

Il protocollo d’intesa andrà a regolare gli scambi commerciali che riguarderanno vari settori: dall’agricoltura alle risorse idriche, passando per salute, biotecnologie e cultura, sino allo sport.

 

Oltre all’importante beneficio che Cuba potrà ricavarne in termini economici, l’importanza strategica di questo accordo consiste nell’aver assestato un ulteriore colpo, importante, per smantellare la già citata Posizione comune europea. Una pagina triste per l’Europa che decise – correva l’anno 1996 – su impulso del governo dello spagnolo Aznar di andare ad appiattirsi sulle posizioni statunitensi. Adottando nei confronti della Mayor de las Antillas una politica prepotente e arrogante, oltre che lesiva della dignità e dell’indipendenza di Cuba.

 

L’intento, nascosto dietro una fitta coltre di retorica sui presunti «diritti umani» negati al popolo cubano, era quello di ricreare in sedicesimo una sorta di bloqueo che limitasse drasticamente ogni tipo di relazione con l’Unione, simile a quello – criminale – imposto dagli Stati Uniti e condannato puntualmente dall’Onu da ormai vent’anni a questa parte. E dunque in questo modo cercare di innescare un processo che avrebbe dovuto condurre alla destabilizzazione del sistema.

 

Si legge nel primo articolo che definisce la Posizione comune: «Nelle sue relazioni con Cuba, l’Unione europea mira ad incoraggiare il processo di transizione verso una democrazia pluralistica e il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nonché un ricupero e un miglioramento sostenibile per quanto riguarda le condizioni di vita del popolo cubano. Si avrebbero maggiori probabilità di un processo pacifico di transizione se questo fosse avviato o consentito dallo stesso attuale regime…Essa desidera fermamente essere un partner di questo paese nell’apertura progressiva e irreversibile della sua economia…». Insomma, per allacciare rapporti, l’Unione Europea pretende che Cuba da stato socialista si trasformi in un regime liberale. Che magari adotti anche misure d’austerità in economia. Allora sì che i cubani saranno finalmente liberi. Potranno godere di quella libertà negata dal tirannico regime comunista che non manca ai proletari europei. Ossia la libertà di morire di fame.

 

Risulta infine particolarmente ipocrita il richiamo ai diritti dell’uomo e alle libertà fondamentali che sarebbero negate a Cuba, visto che come documentato da Amnesty International – organizzazione non ascrivibile ai simpatizzanti del bolscevismo – in un rapporto sullo stato dei diritti umani nel mondo (http://files.amnesty.org/air11/air_2011_full_fr.pdf) violazioni molto gravi dei diritti fondamentali avvengono nel Vecchio Continente. Violazioni cruente come gli atti di tortura e trattamenti inumani o degradanti da parte delle autorità registrati in Austria, Belgio, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Romania, Gran Bretagna e Slovacchia.

 

Oppure gli atti di tortura da parte delle autorità coperti ai livelli più alti dello stato avvenuti in Gran Bretagna. L’impunità per le forze di polizia colpevoli di omicidio, che Amnesty registra in Bulgaria, Francia e Svezia. Ancora impunità per le forze di polizia colpevoli di torture e di altri tipi di maltrattamenti in Belgio e Spagna. Utilizzo di prove ottenute mediante la tortura in Romania, nazione adesso democratica e liberale, dove il socialismo è stato abbattuto nel 1989, quindi la tortura è pratica ammessa e concessa.

 

È altresì tollerata di buon grado, visto che non si ode nessun appello né tantomeno indignazione di alcuno, l’espulsione di persone, minori compresi, in paesi che praticano la tortura o dove esiste un rischio di persecuzione come avvenuto in Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Italia, Malta, Olanda, Gran Bretagna, Slovacchia e Svezia.

 

Le violazioni appena citate costituiscono solo una minima parte di quelle registrate nel corposo rapporto e sostanzialmente taciute al grande pubblico dal complesso dei media afferenti al circuito mainstream.

 

Ragion per cui l’Unione Europea farebbe bene a rivedere la Posizione comune su Cuba anacronistica e lesiva della sovranità del popolo cubano, imparare dall’alto standard vigente sul’Isola in materia di diritti e guardare alle inumane violazioni che avvengono in casa propria prima di lanciare improbabili strali.