Si tratta del primo riconoscimento ufficiale: Eric Holder,
procuratore generale degli Stati Uniti, ha mandato una
lettera al Congresso in cui informa circa la morte di
quattro cittadini statunitensi in Yemen nel 2009 in
conseguenza di attacchi missilistici con droni o aerei senza
piloti. Nella lettera indirizzata al Presidente della
Commissione della Magistratura del Senato, il procuratore
segnala che, benché gli attacchi non siano stati realizzati
in zone di combattimento dell’Irak e dell’Afganistan,
tuttavia erano pienamente giustificati per la sicurezza
degli Stati Uniti.
“Basati su principi legali di generazioni e su sentenze
della Corte Suprema emesse durante la Seconda Guerra
Mondiale, come pure nel presente conflitto –dice la lettera-
è chiaro e logico che la cittadinanza statunitense da sola
non può significare immunità” per i connazionali che “hanno
deciso di commettere attacchi violenti contro il loro stesso
paese partendo da paesi stranieri”. Non è chiaro se Samir
Khan, Anwar Al Awaki e il suo figlio di 16 anni, Abilrahman,
uccisi dal missile di un drone nel 2011, tutti e tre nati
negli Stati Uniti, fossero membri di Al Qaeda, ma l’FBI li
considerava pericolosi per certe attività che si presumeva
vincolate ai terroristi. Obama si è congratulato per la
lettera di Holder: “Diciamo semplicemente che questi
attacchi hanno salvato vite”. Aveva già firmato l’ordine
esecutivo che autorizza ad assassinare i suoi concittadini
sospetti di terrorismo.
Il senatore repubblicano Lindsey Graham ha criticato l’uso
di questi apparecchi in paesi stranieri. Secondo lui hanno
ucciso già circa cinquemila persone. Vengono attaccati
“gruppi di sconosciuti solo perché si presume che siano
membri di Al Quaeda o di qualche altro gruppo nemico”. La
CIA si incarica di far sapere poco o niente riguardo agli
ammazzati o dei dettagli di ciascuna operazione. Questi
attacchi vengono portati in Pakistan, Yemen, Somalia e
chissà in quali altri paesi.
C’è disaccordo interno circa l’uso di esecuzioni
extragiudiziarie invece del legittimo processo all’ accusato
e per la quantità di stranieri civili morti senza ragione.
Le università di Stanford e di New York hanno pubblicato i
risultati di un’indagine congiunta (Living under Drones) con
la seguente conclusione: solo un due per cento dei morti per
droni erano dirigenti terroristi. Rehman Malik, ministro
degli interni del Pakistan, ha spiegato che circa l’ottanta
per cento delle vittime di questi attacchi nel suo paese
erano civili. La tanto decantata precisione dei missili non
sembra così precisa.
Le vittime pakistane o yemenite non hanno prodotto negli
Stati Uniti la stessa inquietudine prodotta dall’esecuzione
extragiudiziaria di cittadini statunitensi. Il senatore
repubblicano Rand Paul si è opposto alla designazione di
John Brennen a capo della CIA – ex assessore per la sicurezza
di Obama, che lo ha proposto per l’incarico poi confermato-
pronunciando un discorso di quattro ore al Senato. “Parlerò
fino a che ce ne sarà bisogno, fino a che non suonerà
l’allarme da costa a costa per dire che la nostra
Costituzione è importante, che il vostro diritto a un
processo è prezioso, che nessun statunitense sia assassinato
da un drone in terra statunitense, senza essere accusato di
un delitto, senza essere dichiarato colpevole da un
tribunale”. La preoccupazione di Rand Paul non include gli
statunitensi assassinati in paesi straneri.
Il procuratore Holder indica nella sua lettera che la stessa
era un passo verso la trasparenza in materia di guerra
antiterrorista. L’ordine di darlo proviene dallo stesso
Obama, che ha chiesto a Holder di far conoscere “una certa
informazione fino ad ora debitamente secretata” affinché il
Congresso fosse informato “dei nostri sforzi antiterroristi
per garantire che siano in accordo con le nostre leggi e i
nostri valori e più trasparenti per il popolo statunitense e
per il mondo”. Ma questo atteggiamento sembra motivato
piuttosto da scandali come quello che macchia il
Dipartimento di Giustizia.
Questo Dipartimento, contro i suoi stessi regolamenti e
senza avvisare la parte colpita, ha intercettato per due
mesi i telefoni della Associated Press, sia quelli degli
uffici che quelli privati dei giornalisti. Secondo la
legislazione vigente, questa misura contro la libertà di
stampa deve essere trattata nei tribunali davanti ai quali
il Potere Esecutivo deve dimostrarne la necessità, per
esempio perché si è prodotta un’infiltrazione che considera
sconveniente o dannosa. La verità è che non molte
istituzioni di Giustizia hanno a che vedere con la
Giustizia. Diceva il romanziere e drammaturgo francese Jules
Renard che la Giustizia “non è, per fortuna, obbligatoria”.