“Desidero
esprimere la nostra
accettazione di visite del
Relatore speciale del
Consiglio dei Diritti Umani
nel nostro paese o di altri
meccanismi di applicazione
universale, su basi non
discriminatorie.
Voglio sottolineare che c’è
una profonda differenza del
Diritto, da un punto di
vista pratico tra coloro che
si descrivono come
“difensore dei diritti
umani”, così come si legge
nella dichiarazione
dell’Assemblea Generale del
9 dicembre del 1998 e la
dichiarazione di “agenti di
potenze straniere” o “agenti
stranieri”, così come si
legge nella legislazione
nordamericana, europea e
anche cubana.
Reitero che Cuba continuerà
a lavorare rispettando i
tempi di procedimento
costituzionale in relazione
dei detti Patti dei Diritti
Umanai e per qualsiasi altro
strumento internazionale in
questa materia.
Vorrei dire che a Cuba gli
arresti arbitrari e i
trattamenti penitenziari per
lunghi periodi senza una
base legale avvengono nella
che non è sotto la sovranità
cubana.
Cuba ringrazia gli Stati
membri del Consiglio per
questo fruttifero dialogo e
per l’enorme maggioranza
delle raccomandazioni,
domande e commenti utili
realizzati.
Lamento che
in alcune eccezioni ha
prevalso la selettività, la
doppia facciata e la
politicizzazione nel
trattamento del tema,
facendo tanto danno
all’esercizio pieno e senza
limiti di tutti i diritti
umani per tutti gli esseri
umani.
Desidero reiterare la
disposizione di Cuba al
dialogo genuino e
rispettoso, attento ai
principi, all’obiettività e
all’imparzialità e non alla
selettività, come sostento
imprescindibile della
cooperazione internazionale
in materia di diritti umani.
Esamineremo con attenzione
tutte le raccomandazioni
realizzate, valuteremo con
attenzione ognuna di esse, e
posso anticipare che
accetteremo e
implementeremo, secondo il
nostro diritto nazionale, la
stragrande maggioranza delle
raccomandazioni che voi
avete espresso nel
pomeriggio di oggi.
Ringrazio anche per quelle
raccomandazioni critiche che
senza dubbio non si
appoggiano a doppie facciate
o nella selettività e
pensiamo che nel dibattito
dei diritti umani la
differenza dev’essere
rispettata.
Altre raccomandazioni
partono da quello che noi
consideriamo pregiudizi e
pretese egemoniche. O
coincidono con il nostro
diritto nazionale o sono
chiaramente contrarie allo
spirito di cooperazione
rispettosa che esige questo
esercizio.
Devo segnalare, signor
Presidente, signori
Ambasciatori, signori
delegati, che il blocco
economico, commerciale
finanziario degli Stati
Uniti contro Cuba è una
violazione assoluta,
flagrante e sistematica dei
diritti umani del nostro
popolo.
È, secondo la Convenzione di
Ginevra di prevenzione del
delitto di genocidio, del
1948, precisamente un’azione
di genocidio alla quale la
comunità internazionale si
oppone in una votazione
altamente maggioritaria che
indica un amplissimo accodo
internazionale che penalizza
le pratiche che violano il
diritto tali come le
descritte.
Cuba non accetterà mai un
processo di cambio di regime
e quindi alcuni suggerimenti
fatti in questa sala in
questo senso, evidentemente,
non saranno ascoltati.
Senza dubbio, secondo le
risoluzioni 5/1 y 16/21,
così come quelle
dell’Assemblea Generale,
60/251 permetteranno a tutti
noi un’attenta
considerazione di tutte le
raccomandazioni realizzate.
Signor Presidente, desidero
reiterare l’impegno di Cuba
con il Sistema dei Diritti
Umani delle Nazioni Unite,
con questo Consiglio e con
il meccanismo dell’Esame
Periodico Universale,