contras

 

 

Contro l'oblio

 

 

29.08.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

 

Blanca Reyes, sedicente "rappresentante" in Europa delle cosiddette Dame in Bianco, gruppuscolo controrivoluzionario finanziato e addestrato dal governo degli Stati Uniti, va protestando perché le autorità cubane le hanno negato l'ingresso a Cuba, ciò che sostiene averle prodotto desolazione per essere l'ultima occasione per tornare a vedere suo padre di 93 anni; considerando, il rifiuto, una "violazione dei diritti umani".

Il fatto, visto freddamente, potrebbe creare un sentimento di supporto per lei ma la questione è realmente in altri termini.

La Reyes é moglie del poeta Raul Rivero; entrambi hanno beneficiato dello status di rifugiati politici in Spagna, dal 2005, da dove si guadagnano la vita diffamando la loro patria, unendosi ad ogni campagna mediatica sviluppata dal governo degli Stati Uniti contro Cuba oltre a stornare parte del denaro che gli invia l'
USAID per questi fini.

Apparentemente Blanca si é dimenticata che fu lei che, per sua scelta, lasciò il suo anziano padre, privandolo dell'amore ed affetto di cui aveva bisogno e non lo ha mai invitato a farle visita in Spagna.

Per quanto riguarda le emozioni che le causano il non essere in grado di vederlo, dovrebbe tener presente che sono le stesse di migliaia di cubani quando viene loro
negato un visto temporaneo per visitare figli, genitori, fratelli, nonni e zii che vivono negli Stati Uniti o nei paesi dell'Unione Europea, qualcosa che lei conosce molto bene, poiché la Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L'Avana le negò, il 31 ottobre 2003, un visto per visitare il figlio residente in quel paese, ma mai ha orchestrato campagne propagandistiche su tale rifiuto.

Che un semplice funzionario consolare, a volte ingaggiato per lavorare temporaneamente a L'Avana, dica ad una cubana/o che non gli é concesso il visto per il fatto che potrebbe essere "un potenziale immigrato" o semplicemente "non ho una spiegazione da darle", lacera il cuore, soprattutto per le persone della terza età per cui, forse, sarà l'ultima opportunità per poter accarezzare un figlio o nipote, che per la crisi economica in Europa e negli Stati Uniti, non può smettere di lavorare per viaggiare a Cuba.

Il peggio di tutto è che nessuno osa protestare, di fronte al timore che questo funzionario consolare che si sente tanto "onnipotente", gli possa porre il veto a future domande di visto, seppellendo le speranze di poter vedere i loro cari.

Questi rifiuti, molto comuni per i cubani residenti sull'isola, sono anch'essi violazioni dei diritti umani di cui la Bianca, giammai, ha fatto menzione.

 

 

Contra el olvido

Arthur Gónzalez

Blanca Reyes, autotitulada “representante” en Europa de las denominadas Damas de Blanco, grupúsculo contrarrevolucionario financiado y entrenado por el gobierno norteamericano, anda protestando porque las autoridades cubanas le denegaron la entrada a Cuba, lo que asegura haberle producido desolación al ser la última oportunidad para volver a ver a su padre de 93 años de edad, considerándolo una “violación de los derechos humanos”.
Visto el hecho fríamente, pudiera crear un sentimiento de apoyo hacia ella, pero el tema realmente tiene otras aristas.
La Reyeses esposa del poeta Raúl Rivero, y ambos se acogieron a la condición de refugiados políticos en España desde el año 2005, desde donde se ganan la vida difamando a su patria y uniéndose a cuanta campaña mediática que desarrolle el gobierno norteamericano en contra de Cuba, además de desviar parte del dinero que le enviaba la USAID para esos fines.
Al parecer a Blanca se le olvidó que fue ella quien por decisión propia dejó a tras a su papá anciano, privándolo del cariño y afecto que necesitaba, y nunca lo ha invitado a visitarla a España.
Respecto a las emociones que le causan el no poderlo ver, debería tener presente que son las mismas que sienten los miles de cubanos cuando les deniegan una visa temporal para visitar a hijos, padres, hermanos, abuelos y tíos, radicados en los EE.UU. o en países de la Unión Europea, algo que ella conoce muy bien, pues la Sección de Intereses de los Estados Unidos en la Habana le denegó el 31 de octubre del 2003 una visa para visitar a su hijo residente en ese país; sin embargo nunca armó campañas propagandística sobre tal negativa.
El que un simple funcionario consular, a veces contratado para trabajar temporalmente en La Habana, le diga a una cubana o cubano que no se le otorga el visado por entender que pudiera ser “un posible inmigrante”, o sencillamente “no tengo explicaciones que darle”, lacera el corazón, especialmente para las personas de la tercera edad que quizás sea la última oportunidad de poder acariciar a un hijo o nieto, quienes por la crisis económica en Europa y los Estados Unidos, no pueden dejar de trabajar para viajar a Cuba.
Lo peor de todo es que nadie se atreve a protestar ante el temor de que ese funcionario consular que se siente “todo poderoso”, lo pueda vetar en próximas solicitudes de visa, enterrando así sus ilusiones de poder ver a los seres queridos.
Esas negativas muy comunes para los cubanos residentes en la Isla, también son violaciones de los derechos humanos y de las que Blanca jamás ha querido mencionar.