L' ‘indipendente’ Yoani Sánchez ha appena dimostrato, un’altra volta, nel Congresso nordamericano la sua totale dipendenza rispetto a coloro che negli Stati Uniti operano per il rovesciamento della Rivoluzione cubana.
Lì, nella sua amata patria, da dove vengono le migliaia di dollari che le permettono di vivere nell’abbondanza come una volgare mercenaria, è appena stata ricevuta nel Congresso nordamericano dal settore più estremista della reazionaria mafia cubano-americana e dai suoi alleati. Niente meno che da Ileana Ros-Lehtinen, Mario Díaz Balart, Joe Garcia, Albio Sires, Debbie Wasserman Schultz, gli stessi che lottano per mantenere il blocco contro Cuba, che difendono e promuovono il terrorismo contro Cuba e che hanno chiesto perfino un intervento militare nell’Isola per abbattere la Rivoluzione.
È da illusi pensare che in questo incontro Yoani abbia chiesto di levare l’ “embargo” a Cuba, come lei lo chiama, e che in vari momenti di questo giro ha detto di condannare. Lei è mercenaria, ma non è sciocca, sa che dire questo lì, nella tana della mafia, sarebbe suicidarsi finanziariamente. Tutto quello che aveva potuto dire prima e che aveva sollevato alcuni vespai in quell’esilio recalcitrante, ora è stato dimenticato. Dimentichiamoci di ciò che ha detto su Guantanamo, sui Cinque Eroi e sulle riforme del governo di Raúl Castro. Qui tutto è cambiato e ha ricevuto gli elogi dei suoi padroni yankee.
Yoani non solo è nemica del governo cubano, è più di questo, è nemica del popolo cubano, della vita e della sicurezza di undici milioni di cubani che quotidianamente lottano per mantenere intatte le conquiste della Rivoluzione, quelle stesse che Yoani non può riflettere nei suoi scritti perché le è vietato.
La vita ci ha dato ragione. Questo giro di Yoani ha dimostrato chi è realmente questa mercenaria. Non è giornalista, non è bloguera, non è dissidente, è solamente un’altra di quelle che fanno qualunque cosa per i dollari della mafia terroristica cubano-americana. Che cos’altro potremo aspettarci da lei?
In qualunque momento è capace di chiedere un intervento militare a Cuba attraverso il suo Twitter, come ha già chiesto una notte dei lunghi coltelli nel suo blog.
La “independiente” Yoani Sánchez acaba de demostrar en el Congreso norteamericano, una vez más, su total dependencia con respecto a quienes en Estados Unidos abogan por el derrocamiento de la Revolución cubana.
Allí, en su amada patria, desde donde vienen los miles de dólares que le permiten vivir holgadamente como una vulgar mercenaria, acaba de ser recibida en el Congreso norteamericano por el sector más extremista de la reaccionaria mafia cubanoamericana y sus aliados. Nada más y nada menos que por Ileana Ros, Mario Díaz Balart, Joe García, Albio Sires, Debbie Wasserman Schultz, los mismos que luchan por mantener el bloqueo contra Cuba, que defienden y promueven el terrorismo contra Cuba y que han pedido incluso una intervención militar en la Isla para derrocar a Revolución.Es de ilusos pensar que en este encuentro Yoani solicitó levantar el “embargo” a Cuba como ella le llama y que en varios momentos de esta gira a dicho condenar. Ella es mercenaria, pero no es boba, sabe que decir eso allí, en el cubil de la mafia, sería suicidarse financieramente. Todo lo que pudo haber dicho antes y que levantó algunas ronchas en ese exilio recalcitrante ahora fue olvidado. Olvidemosnos de lo dicho sobre Guantánamo, sobre lo dicho sobre los Cinco Héroes y sobre las reformas del gobierno de Raúl Castro. Aquí todo cambió y recibió los elogios de sus amos yanquis.
Yoani no solo es enemiga del gobierno cubano, es más que eso, es enemiga del pueblo cubano, de la vida y de la seguridad de once millones de cubanos que diariamente luchan por mantener intactas las conquistas de la Revolución, esas mismas que Yoani no puede reflejar en sus escritos porque lo tiene prohibido.
La vida nos ha ido dando la razón. Esta gira de Yoani ha demostrado quién es realmente esta mercenaria. No es periodista, no es bloguera, no es disidente, es solamente otra más de los que hacen cualquier cosa por los dólares de la mafia terrorista cubanoamericana. ¿Qué más podremos esperar de ella?
En cualquier momento es muy capaz de pedir una intervención militar en Cuba a través de su Twitter, como ya pidió una noche de los cuchillos largos en su blog.