L’Avana - 17 novembre del 2003
 

Gli Stati Uniti hanno negato ancora una volta il visto alle

 

 mogli e  alla figlia di Gerardo Hernández  e di René González

 

 

Lo scorso 20 giugno le compagne Olga Salanueva Arango e Adriana Pérez Oconor, mogli degli Eroi della Repubblica  di Cuba René González Sehweret e Gerardo Hernández Nordelo rispettivamente, attraverso il Ministero degli Esteri di Cuba hanno presentato alle autorità nordamericane le richieste di visto per andare negli Stati Uniti d’America con l’obiettivo di visitare i rispettivi mariti ingiustamente detenuti nelle carceri nordamericane.

 

Quattro mesi dopo la richiesta dei visti, nonostante le numerose proteste di risposta realizzate dal MINREX, le autorità della Sezione di Interesse degli Stati Uniti all’Avana hanno informato ufficialmente che i visti delle due donne sono stati negati nuovamente.

 

Il governo nordamericano con questa nuova rappresaglia sta cercando di piegare lo spirito rivoluzionario dei nostri compagni detenuti e delle loro mogli, imponendo una punizione addizionale priva di qualsiasi giustificazione.

 

Si nega ancora una volta il diritto di andare negli Stati Uniti a visitare  i loro mariti. Ad ogni opportunità di richiesta per entrare nel territorio nordamericano, il governo di questo paese ha negato i visti, violando il Diritto Internazionale e la stessa legislazione nordamericana.

 

Per giustificare la decisione delle autorità nordamericane sostengono il ridicolo argomento che le due compagne sono una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America.

 

Questa decisione delle autorità nordamericane viola l’obbligo internazionale riferito alla dichiarazione della protezione di tutte le persone contro la tortura e altre pene crudeli, disumane e degradanti quando si trovano nello stato di privazione della libertà;  i principi per la protezione di tutte le persone detenute o prigioniere, le regole minime sul trattamento dei reclusi, tra l’atro.

 

La condotta del Governo degli Stati Uniti d’America, oltre ad essere una chiara trasgressione alle norme internazionali universalmente riconosciute, costituisce anche una sistematica e flagrante violazione dei diritti umani dei nostri compagni e delle loro famiglie.

 

Ê evidente che questa decisione riflette l’affanno dell’autorità nordamericana di punire l’esempio di eroismo e di patriottismo che i Cinque Eroi prigionieri dell’impero rappresentano. In questo modo si compiacciono i soci del sud della Florida...

 

Per più di  40 anni i Governi degli Stati Uniti hanno organizzato e fomentato o permesso la realizzazione di molte azioni terroristiche contro  Cuba, delle quali sono state vittime anche cittadini di altri paesi, includendo gli statunitensi. Queste azioni non si sono mai interrotte e i loro responsabili agiscono impunemente. Alcuni di loro passeggiano per le strade di Miami e parlano in mezzi di comunicazione incitando alla realizzazione di questi fatti.

 

Il Governo degli Stati Uniti che si proclama leader della lotta contro il terrorismo internazionale, ha incarcerato i Cinque Patrioti precisamente per aver combattuto contro l’operato dei terroristi che con la protezione delle autorità operano liberamente contro Cuba dal territorio nordamericano, come si legge esplicitamente nei documenti ufficiali resi pubblici da Washington  e confermati negli atti del processo contro i Cinque Patrioti;  negli argomenti dell’accusa che non ha voluto considerare il tema del terrorismo nell’aula; nelle dichiarazioni dei testimoni che hanno riconosciuto la propria partecipazione alle azioni di questo genere; nella sentenza del tribunale dove, per scritto, si fa constatare la protezione di cui godono i terroristi che il Governo degli Stati Uniti protegge.

 

Questo governo è quello stesso che, nonostante le informazioni offerte su questi gruppi, non ha mai agito per frenare  e impedire quelle azioni. È quello stesso governo  che rifiuta le proposte cubane per firmare accordi di cooperazione in materia di lotta contro il terrorismo, il narcotraffico e l’emigrazione illegale

 

Il Ministero degli Esteri di Cuba domanda alle autorità degli Stati Uniti di riconsiderare questa negazione arbitraria e di compiere le proprie obbligazioni internazionali come quelle delle loro stesse leggi e che permettano a Olga Salanueva,  alla sua bambina Ivette e ad Adriana Pérez e di esercitare il loro indiscutibile e legittimo diritto di visitare i mariti e il padre ingiustamente detenuti nelle carceri degli Stati Uniti.