Dalla Nuova Caledonia nel Pacifico a Guadalupa e Martinica nei Caraibi la situazione sociale esplosiva alimenta il movimento per la decolonizzazione dei possedimenti francesi. Di seguito qualche notizia sulla rivolta per il pane (il cui prezzo è aumentato del 684%) nell’isola di Martinica
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Agente Raúl, infiltrato nel Bureau d’Investigazioni batistiano
Convertirono la sede delle investigazioni della polizia batistiana in una tana di assassini. I “consulenti” dell’FBI addestrarono i carnefici del Confidencial-1 nell’uso dei più sofisticati metodi di interrogatorio e tortura, che poi applicavano spietatamente a chiunque cadesse nelle loro mani.
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Cubainformacion: frode elettorale in Francia
La frode elettorale è stata in Francia
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
La dittatura mediatica europea ha impresso a fuoco, nell’opinione pubblica, senza una sola prova, il messaggio di una presunta frode elettorale in Venezuela. Senza alcun margine per chi dica -se si azzarda- il contrario (1) (2) (3).
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Argentina: la brutale repressione di Milei contro i pensionati e il silenzio dei media
In Argentina, negli ultimi giorni si sono verificati episodi di violenza che hanno scosso il paese. Le forze di sicurezza federali hanno duramente represso le manifestazioni pacifiche dei pensionati che protestavano contro il veto del presidente Javier Milei a un aumento delle pensioni. La scena si è ripetuta in diverse occasioni, con manifestanti anziani che venivano maltrattati, colpiti con manganelli e gasati dalle forze dell’ordine. Le immagini di anziani a terra, colpiti e incapaci di respirare per i gas lacrimogeni, sono diventate simbolo di una tensione crescente nelle strade di Buenos Aires.
CIA: Il nostro uomo a Caracas
La chiamata, eufemisticamente, opposizione in Venezuela, che in realtà è una controrivoluzione, secondo le parole di Karl Marx, inerente a ogni rivoluzione, è logorata dopo tanti anni di tentativi di ribaltare l’opera dei patrioti venezuelani; hanno provato quasi di tutto, compreso l’assassinio politico, e ora l’assassinio del Presidente acquista più forza, quando ancora una volta non sono riusciti a vincere alle urne e inventano ogni tipo di sotterfugio come appellarsi alla tanto decantato “frode elettorale”, tipico in tutte le elezioni svoltesi e da convocare.
Guerra e lucro: il campo minato della ciberpolitica
Il ciberspazio è una delle principali arene politiche nel mondo attuale, là dove le tecnologie dell’informazione, gli utenti e le piattaforme digitali aziendali convergono e sviluppano luoghi di dibattito e comunicazione, dove si estraggono i dati generati dall’interazione e dall’uso dei multipli strumenti offerti su internet.
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USA: repressione dei dissidenti contro il sistema
Raúl Antonio Capote */ Resumen latinoamericano
Negli anni Sessanta e Settanta, negli USA, i servizi speciali hanno condotto una grande battaglia contro chiunque dissentisse dallo status quo; essere considerato un “offsider” poteva avere gravi conseguenze.
L’elenco di attivisti, musicisti, manager e promotori morti in circostanze bizzarre è enorme. Jimmi Hendrix è morto di overdose quando non era più un tossicodipendente; John Lennon, Michael Jeffrey, Donald Rex Jacson, Elvis Presley, Buddy Holly, Otis Redding, Janis Joplin, Jim Morrison, Mama Cas, Keith Moon, John Bonham, Bob Marley e Sal Mineo compongono un elenco di oltre 50 artisti morti in situazioni dubbie.
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Leonard Peltier, giustizia negata
Il suo caso è uno dei più grandi simboli di repressione della lotta per i diritti dei nativi nordamericani degli anni Settanta, sfociata in uno scandalo giudiziario. Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel Dakota del Nord, il 12 settembre 1944. E’ figlio di Leo Peltier, di origini per un quarto francesi e per tre quarti Chippewa, e di Alvina Robideau, di origini per metà Chippewa e per metà Lakota, e cresce in una famiglia di 13 fratelli e sorelle, nella “Anishinabe (Chippewa) Turtle Mountain Indian Reservation”.
Gli ex combattenti salvadoregni rivelano il ruolo di Edmundo González nei massacri
Saheli Chowdhury Orinoco Tribune
L’ex candidato venezuelano di estrema destra alle elezioni presidenziali che si sono tenute il 28 luglio, Edmundo González Urrutia, si è dichiarato vincitore nonostante sia arrivato secondo. È stato riconosciuto come il “presidente” del Venezuela da Washington e da alcuni dei suoi stati vassalli come parte di un complotto che ricorda il fallito progetto Guaidó. Parallelamente, c’è un’ampia campagna sui principali media e sulle reti sociali per creare un’immagine di González come un “vecchio nonno amante degli uccelli”, un diplomatico di carriera con una “vocazione democratica” che sta “combattendo per la democrazia” contro il “regime di Maduro” in Venezuela. Tuttavia, i salvadoregni, in particolare gli ex combattenti del Fronte di Liberazione Nazionale Farabundo Martí (FMLN) dell’epoca della guerra salvadoregna, lo ricordano in modo molto diverso.
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La CIA ha torturato i cubani in Argentina
Il pericolo incombe sui venezuelani
Il curriculum occulto di Edmundo González attraversa le reti; se fosse vero anche solo al 20%, risulterebbe un ricco materiale biografico per Netflix.
Il 43,18% dei venezuelani, il 28 luglio, ha scelto questo soggetto —dalla faccia ingenua e sorridente— per guidare il destino del paese fino al 2031. La saggezza ha voluto che il 51,9% degli votanti si opponesse e che il potere della nazione, rappresentato da varie istituzioni, fosse solido intorno ai risultati custoditi gelosamente dal Comitato Nazionale Elettorale, nonostante gli attacchi cibernetici subiti.
Un ex agente Cia come candidato
Non si può dimenticare il ruolo nefasto svolto da Edmundo González Urrutia (attuale candidato alla presidenza del Venezuela per l’estrema destra) in El Salvador quando era il secondo in comando dell’ambasciata venezuelana, insieme all’ambasciatore Leopoldo Castillo, detto El Mata Curas.
Ciò avvenne tra il 1979 e il 1985, nell’ambito del Plan Condor in El Salvador del progetto di controinsurrezione promosso dal repubblicano Ronald Reagan contro il popolo salvadoregno per impedire alle forze rivoluzionarie di avanzare, poiché il fattore che prolungò la guerra civile fu l’intervento statunitense.
Il prescelto dal Comando Sud
L’Argentina si mobilita contro il negazionismo di Milei, mentre i tagli finanziari del suo governo minacciano i cosiddetti siti della memoria, dove c’erano campi di concentramento, gli archivi storici e le politiche riparatorie
Julian Assange: esempio di tortura sistemica
La libertà non è una concessione. È il risultato di molteplici lotte sociali che hanno segnato l’evoluzione dei diritti umani in tutte le loro dimensioni. Non parliamo della libertà neoliberale di scegliere: bere vino o prendere una bibita, a cui si aggrappano i libertari per sospendere la prima condizione dell’essere umano, la sua dignità. Negare i diritti umani come parte di un ordine democratico significa contraddire il valore della giustizia come espressione di una legge uguale per tutti. Se ci limitiamo al caso di Julian Assange, privandolo della sua dignità, si manifestano gli argomenti per la sua detenzione: presentare la libertà di stampa e informazione sotto il dilemma utilitarista di proteggere un bene maggiore. Accusato di violare segreti di Stato, mettere in discussione la sicurezza nazionale e compromettere la vita di persone statunitensi, è iniziata la sua persecuzione.
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USA: dove la morale non c’è mai stata
Ci sono molti esempi di tale immoralità, come quando, in due occasioni, lo stesso Presidente USA ha riconosciuto che le armi e le munizioni inviate a Israele vengono utilizzate nel genocidio di Gaza, un’ammissione che arriva poche ore dopo aver inviato spedizioni di guerra per milioni di dollari alla sua principale punta di diamante in Medio Oriente.