In un’altra azione punitiva, a Cubadebate viene impedito di pubblicare, sulla sua pagina Facebook, in un giorno così importante per Cuba. Gli amministratori e gli editori di Cubadebate non hanno il permesso di pubblicare, oggi, sulla loro pagina su quella rete sociale.
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Lo sport di marcare il nemico
Lunedì a mezzogiorno, gli utenti di Twitter hanno notato una modifica alla politica di etichettaggio. La piattaforma della rete sociale ha iniziato a marcare un gruppo di media pubblici come “affiliati al governo cubano” e l’etichetta sarebbe apparsa, a sua volta, sui messaggi inviati o condivisi da qualsiasi account individuale che avesse un collegamento ai siti Web di quelle pubblicazioni. Martedì, Facebook ha chiuso una ventina di profili di presunti sostenitori della Rivoluzione cubana, ma ne ha lasciati centinaia che pubblicano manuali di bombe fatte in casa, appellano a bruciare stazioni di polizia, annunciano spedizioni armate, divulgano dati privati per il killeraggio politico, minacciano e insultano da account all’estero.
Un posto nel cuore del popolo
Los que hoy atacan al Presidente Díaz Canel, no lo hacen solo contra él, sino contra los valores revolucionarios que él encarna y representa. Lo que en realidad les duele es que saben que con él Fidel sigue vivo, la Revolución se renueva, y continúa con el pueblo hacia adelante. pic.twitter.com/VvVjYaqotA
— Alpidio Alonso Grau (@AlpidioAlonsoG) October 15, 2022
Abel Prieto Jimenez
Alpidio, il nostro Ministro della Cultura, ha appena spiegato, sul suo profilo Twitter, in una sintesi brillante, perché i nemici della Rivoluzione Cubana attaccano Díaz-Canel con tanta cattiveria, in modo così ossessivo e perverso. E’ che la sua leadership li esaspera, il suo coraggio, la sua intelligenza, la sua onestà a fior di pelle, la sua semplicità, la sua fermezza, la sua trasparenza, la sua capacità di comunicare con la gente e di costruire l’unità nei momenti più difficili.
Alex Saab e Julian Assange
Come l’imperialismo USA viola il diritto internazionale
Geraldina Colotti
Julian Assange e Alex Saab, un giornalista e un diplomatico. Il primo, in attesa di essere estradato negli USA, l’altro sequestrato e mantenuto in una prigione della Florida in spregio al diritto internazionale. Due esempi dell’arroganza imperialista degli Stati uniti appoggiata, nel caso di Assange, dal governo britannico, mentre nel caso di Saab il sequestro è potuto avvenire con la complicità di un paese dipendente, Capo Verde, incapace di dire “no” agli USA
Cristina, la speranza e la prospettiva
Angel Guerra Cabrera | La pupila insomne
L’ultimo e scandaloso episodio della guerra giudiziaria e mediatica contro Cristina Fernández de Kirchner sta facendo pagare un alto costo politico alla destra, incapace di calcolare le riserve di energia politica accumulate nel popolo. Non è ozioso ricordare la richiesta del PM per l’imputata: 12 anni di reclusione e inabilitazione a vita dall’occupare cariche pubbliche.
Ricordare sempre per sapere chi siamo e cosa vogliamo
La Notte delle matite (Noche de los Lápices), è il nome in codice dell’operazione organizzata dalla polizia argentina, con lo scopo di sequestrare, sempre durante la notte, reprimere, torturare ed uccidere gli studenti delle scuole superiori che si fossero resi colpevoli di “attività atee ed anti nazionaliste”.
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Free Alex Saab. Due anni dal sequestro del diplomatico venezuelano
Geraldina Colotti
Sono trascorsi due anni dal sequestro e della deportazione negli Stati Uniti del diplomatico venezuelano Alex Saab. Due anni durante i quali è cresciuta la solidarietà e anche l’indignazione per l’arroganza con cui Washington si è fatta beffe del diritto internazionale, creando un pericoloso precedente. Calpestare l’immunità di un diplomatico, accreditato come ambasciatore plenipotenziario del Venezuela in Africa, non è proprio un atto corrente. Gli Stati Uniti se lo sono permessi nel quadro dell’assedio internazionale al Venezuela, che Saab ha cercato di spezzare, importando alimenti e medicine nonostante le misure coercitive unilaterali imposte dagli Usa.
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Assange, sipario sulla democrazia
Michele Paris www.altrenotizie.org
Mentre il governo del Regno Unito è ufficialmente impegnato nello sforzo epocale di difendere la “democrazia” ucraina contro l’aggressione del dittatore Vladimir Putin, un tribunale di Londra ha dato il via libera formale all’estradizione negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks, Julian Assange.
Cubainformacion: NO NATO!
Il diritto all’autodeterminazione secondo la NATO
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Vi immaginate che il presidente di Cuba, in televisione, minacciasse i trasportatori privati di sospendere le loro licenze o di assegnare loro una fedina penale che inciderà sul loro futuro sostentamento economico (1)?
Il Primo Ministro del Canada l’ha fatto (2). E non succede…nulla. A Ottawa, per reprimere le proteste dei camionisti, la polizia ha arrestato 190 persone e sequestrato quasi 80 veicoli (3). Ha usato spray al peperoncino, granate stordenti e cavalli e ha attivato un centinaio di posti di blocco per impedire l’accesso al centro città (4). Avete letto, in qualche media, la parola “repressione”?
Una donazione sospetta
Gli USA hanno inviato 8 milioni di $ alla polizia colombiana discussa per la repressione contro il suo popolo.
La vice segretaria di Stato per i Temi Politici degli USA, Vittoria Nuland, ha reso noto nella sua visita ufficiale in Colombia che il suo governo ha stanziato 8 milioni di $ per rinforzare la polizia nazionale del paese sudamericano.
Una giornata per la liberazione di Alex Saab
Geraldina Colotti
Il 16, in Venezuela e in altre città del mondo, è stato il giorno di Alex Saab. A Caracas, si sono svolti tre dibattiti significativi per chiedere la liberazione del diplomatico-imprenditore, sequestrato e deportato negli Stati Uniti, che lo accusano di “cospirazione”. Per la difesa e per il comitato Free Alex Saab, invece, il diplomatico ha solo aiutato il Venezuela bolivariano a evadere il blocco economico-finanziario imposto dagli Usa e dai suoi satelliti, importando alimenti, combustibile e medicine.
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Assange, o liquidare il messaggero
Francisco Sierra Caballero www.cubadebate.cu
La libertà di espressione è in pericolo. Nello stato fallito USA, mentre l’amministrazione di Joe Biden gioca alla spirale della dissimulazione sotto forma di vertice della democrazia per la regione si conta, ancora una volta, sul Cavallo di Troia della giustizia britannica e del suo Stato, storicamente allineato agli interessi nordamericani per esemplificare così un “avviso ai naviganti”.
Cubainformacion: caso Assange e media
Julian Assange, Cuba e la superpotenza vendicativa
È la lettera aperta di una madre al mondo. Christine Ann Assange parla del dolore nel vedere suo figlio Julian, giornalista, che “ha avuto il coraggio di pubblicare la verità sui crimini governativi di alto livello”.
L’imperdonabile solitudine di Julian Assange
Atilio A. Borón – Pagina 12
Julian Assange è sepolto dalla “Giustizia” inglese in un carcere di massima sicurezza. Quello di sepolto non è un ingannevole appello ad una parola che ci scuote, bensì una sobria descrizione della cella in cui -a poco a poco, ora dopo ora- il fondatore di WikiLeaks sta scontando la condanna a morte che gli hanno riservato.
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Colombia: rapporto ONU certifica eccesso di violenza poliziesca
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto sulle violenze compiute dalle forze dell’ordine colombiane contro i manifestanti durante gli scioperi avvenuti nella primavera scorsa che hanno portato a numerosi atti di violenza gratuita.
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