Il rappresentante di Cuba all’ONU: Dialogo e negoziati sono l’unico modo per risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina.
Dichiarazione dell’ambasciatore Pedro Luis Pedroso Cuesta, rappresentante permanente di Cuba presso le Nazioni Unite, alla sessione speciale d’emergenza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla situazione in Ucraina. New York, 1 marzo 2022.
Vi immaginate che il presidente di Cuba, in televisione, minacciasse i trasportatori privati di sospendere le loro licenze o di assegnare loro una fedina penale che inciderà sul loro futuro sostentamento economico (1)?
Il Primo Ministro del Canada l’ha fatto (2). E non succede…nulla. A Ottawa, per reprimere le proteste dei camionisti, la polizia ha arrestato 190 persone e sequestrato quasi 80 veicoli (3). Ha usato spray al peperoncino, granate stordenti e cavalli e ha attivato un centinaio di posti di blocco per impedire l’accesso al centro città (4). Avete letto, in qualche media, la parola “repressione”?
La determinazione degli Stati Uniti a continuare la progressiva espansione della NATO verso i confini della Federazione Russa ha portato a uno scenario, con implicazioni di portata imprevedibile, che avrebbe potuto essere evitato.
Le mosse militari degli Stati Uniti e della NATO negli ultimi mesi nelle regioni adiacenti alla Russia, precedute dalla consegna di armi moderne all’Ucraina, sono ben note ed equivalgono a un progressivo accerchiamento militare.
“Respingiamo con forza l’isteria propagandistica e comunicazionale scatenata dal governo USA contro la Russia”, ha detto Rodriguez.
Il ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodriguez ha respinto sabato la campagna mediatica degli USA contro la Russia sulla questione della sicurezza in Ucraina.
Negli ultimi mesi, ha sorpreso sia i cibernauti cubani che i diplomatici stranieri residenti a Cuba la maniera straripante in cui sia il Dipartimento di Stato, da Washington, che la sua ambasciata all’Avana hanno incorporato nella loro routine quotidiana l’emissione di giudizi e opinioni sulla realtà interna cubana, che pubblicano e ribadiscono senza alcun pudore. Sebbene la pratica abbia compreso diverse piattaforme, è diventata più presente su Twitter, che si presume sia meno popolare di Facebook, ma dove in teoria sono più presenti funzionari governativi, accademici e decisori di vario tipo.
Il servilismo di alcuni governanti latinoamericani davanti alla Casa Bianca non ha limiti, siano esse vili azioni contro la sovranità nazionale dei loro paesi, contro l’unità latino caraibica, o di altri, che possono causare lo spargimento di sangue dei propri popoli e di quelli della Patria Grande. L’ex presidente di destra dell’Argentina Mauricio Macri (2015-2019) ne è un magnifico esempio. Documenti segreti recentemente rivelati dal famoso giornalista argentino Horacio Verbitsky mostrano che l’esercito di quel paese ha partecipato a un frustrato piano multinazionale di invasione del Venezuela bolivariano, promosso dal presidente Donald Trump durante il governo Macri (https://bit.ly/3gQzuXS).
Una nuova indagine giornalistica rivela che l’esercito argentino pianificò l’invasione del Venezuela tra aprile e luglio 2019, sotto il governo del presidente Mauricio Macri sostenuto dagli USA per rovesciare il Presidente Nicolas Maduro.
Il ministro della Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino, ha assicurato che le Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) stanno mantenendo la loro presenza nelle zone di confine oggi, infliggendo pesanti colpi ai gruppi irregolari durante le operazioni militari.
Non saremo utili idioti propagandisti della genialità perversa di manipolare pensieri e modi di produrli. Non serviremo il piano di manipolazione implicito nel prendere sul serio le imboscate scientifico-pubblicitarie della NATO. Diremo che l’unica cosa nuova è la lotta che costruisce un mondo senza capitalismo
Nel 2014, in una delle riunioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su Ucraina e Crimea, Vitalij Churkin ricordò ai colleghi: “Tanti anni fa, gli Stati Uniti inviarono truppe… occuparono Grenada, per così dire. Allo stesso tempo, il presidente Reagan ha affermato che proteggevano i cittadini nordamericani che vivevano lì. E ce ne era un migliaio. E non c’era alcuna minaccia dalle autorità di Grenada allora per tali cittadini nordamericani. Ma abbiamo milioni di cittadini che vivono lì che hanno paura di tali atrocità”, disse Churkin.
Nelle condizioni di crisi integrale generalizzata, i circoli di potere approfittano dell’opportunità per realizzare i propri interessi storici di dominio egemonico, tale è il caso della politica degli USA nell’attuale congiuntura mondiale.
Il think tank USA sponsorizzato dallo stato, il Cuban Studies Institute, vuole che il governo del presidente Joseph Biden prenda una posizione ancora più dura contro Cuba. Dopo il fallito tentativo di organizzare “nuove proteste di massa” nella repubblica socialista insulare, il 15 novembre, il direttore dell’influente istituzione, Jaime Suchlicki, ha chiesto che “armi e addestramento militare” siano messi a disposizione degli oppositori cubani del sistema.
A giudicare dai documenti dottrinali e dagli altri materiali di studio che sono stati pubblicati e/o aggiornati negli USA, da più di un decennio, viene ribadita e rafforzata la convinzione che la guerra non convenzionale -GNC-, per l’alto comando politico-militare di quel paese, continua ad essere l’opzione di aggressione “del momento”
Il Governo USA ha minacciato Cuba d’applicare nuove sanzioni «se non finiscono la repressione e gli abusi dei diritti umani», pochi giorni prima della provocazione orchestrata da Washington per il 15 novembre.