Il governo bolivariano ha rivelato ieri in una dettagliata conferenza stampa, di cui riportiamo la traduzione, i dati sullo smantellamento della cosiddetta operazione Gedeón, condotta da un gruppo di mercenari venezuelani e promossa dal governo della Colombia che ha progettato, organizzato, formato e fornito logistica a questo gruppo terroristico, dopo aver ricevuto ordini emessi dall’amministrazione di Donald Trump.
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La più importante storia del terrorismo contro Cuba ha l’età della Rivoluzione
Un «disturbato mentale» guida il suo veicolo per cento chilometri di strada con un fucile d’assalto e munizioni, si ferma in piena notte nel cuore di Washington D.C., a poca distanza dalla Casa Bianca, e apre il fuoco contro un’Ambasciata. Si tratta, evidentemente, di un «pazzo» molto lucido, capace di pianificare, organizzare e agire con sufficiente coerenza, preparazione e cautela
Raúl Antonio Capote http://it.granma.cu
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Baia dei Porci versione Venezuela
anatomia dell’ “Operazione Gedeon”
https://medium.com/@misionverdad2012
Con le ore, aumenta il volume degli arresti di mercenari che fanno parte di un piano per catturare ed assassinare il presidente Nicolás Maduro ed altri dirigenti delle istituzioni politiche del Venezuela. L’ “Operazione Negro Primero” ha bloccato un’operazione transnazionale di cui si ha i dettagli che presenteremo in questo rapporto.
Il giorno in cui la furia bolivariana ha sconfitto l’Impero
di Carlos Aznárez – Resumen Latinoamericano
Il pescatore di Chuao, scalzo e umile da ogni punto di vista, ma con la dignità di ogni lavoratore che sa resistere ai suoi nemici, si è avvicinato alla costa quando ha visto una chiatta d’assalto dove arrivanano quelli che senza dubbio volevano porre fine alla Rivoluzione che ha dato così tanto a lui e alla sua famiglia. Senza esitazione, nonostante avvesse visto questi energumeni armati, ha preso l’arma che portava e gridato: «Fermi, razza di terroristi, se vi muovete sparo. Sono la furia bolivariana».
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Venezuela: minacce di morte a Érika Ortega Sanoja, di Russia Today
Un ripudio e direi anche un certo senso di angoscia hanno suscitato le minacce di morte contro la giornalista Érika Ortega Sanoja, corrispondente dell’emittente Russia Today in Venezuela. Le minacce provengono da una società che recluta contractor con sede negli Stati Uniti, la Silvercorp USA, la quale era stata ingaggiata per il tentato sbarco sulle coste venezuelane di ieri. L’incursione marittima era stata sventata dal pronto intervento delle forze armate bolivariane, che hanno neutralizzato questa nuova edizione dell’assalto di Playa Girón, l’episodio conosciuto come Baia dei Porci con cui la CIA tentò di rovesciare la Cuba di Fidel.
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A 48 ore dall’ennesimo tentativo di golpe guidato da Trump e Guaidò
In Venezuela quindici persone, fra cui due cittadini americani, sono state arrestate negli ultimi due giorni per un tentativo fallito di “invasione” del Venezuela, via mare, che secondo Caracas era finalizzata a un golpe. Lo ha annunciato il presidente, Nicolas Maduro, parlando alla televisione pubblica VTV e lanciando accuse ai colleghi Usa, Donald Trump, e colombiano, Ivan Duque. Le forze venezuelane avrebbero ucciso otto miliziani, definiti “terroristi mercenari dalla Colombia”.
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Il silenzio come risposta?
Vzla: Baia dei Porci
Venezuela: mercenario inguaia l’amministrazione Trump
Il Venezuela infligge un’altra sconfitta all’impero ed ai media
Thierry Deronne, Caracas, 4 maggio 2020, Venezuela Infos
http://aurorasito.altervista.org
Pessimo remake della Baia dei Porci firmato da Trump nell’operazione nei Caraibi per rovesciare il Presidente Nicolas Maduro: un’incursione di paramilitari dalla Colombia con un impressionante armamento veniva sconfitto dall’esercito bolivariano, il 3 maggio all’alba, sulle coste del Venezuela.
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Venezuela: fallisce seconda incursione mercenaria in 48 ore
https://medium.com/@misionverdad2012
Nelle ore mattutine del 4 maggio, nella città costiera di Chuao (stato di Aragua), un gruppo di otto mercenari a bordo di una imbarcazione è stato catturato in uno sforzo congiunto tra pescatori locali, polizia regionale e la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB).
Sono stati catturati l’ex capitano Antonio Sequea Torres; suo fratello, ex maggiore generale Juvenal Sequea Torres; Adolfo Baduel, figlio dell’ex generale Raúl Isaías Baduel; oltre a due statunitensi legati alla società Silvercorp.
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Macuto: nuovo capitolo, fallito, della via armata contro Vzla
https://medium.com/@misionverdad2012
Nelle prime ore del 3 maggio, è fallita un’incursione mercenaria sulla coste di Macuto, nello stato di La Guaira. Il ministro dell’Interno, Giustizia e Pace, Néstor Reverol, ha riferito che la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) insieme alle Forze di Azioni Speciali (FAES) della Polizia Nazionale Bolivariana hanno bloccato un’invasione per “via marittima”, dal litorale, da parte di attori non statali denominata ufficialmente “Operazione Negro Primero”.
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Venezuela. I mercenari attaccano per mare
di Geraldina Colotti
“Ci dichiariamo in ribellione e allerta permanente contro l’imperialismo”. Così ha affermato il ministro della Difesa venezuelana, Vladimir Padrino López dopo il tentativo di invasione per mare, attraverso la città di Macuto, nello stato di La Guaira, respinto dalla Forza Armata Nazionale Bolivariana.
Attacco all’Ambasciata cubana a Washington
odio, armi ed una politica che incuba il terrore
Equipe Editoriale di Cubadebate
L’attacco contro l’Ambasciata cubana a Washington nelle prime ore di giovedì scorso è il corollario di un sistematico clima di aggressione e minacce promosse dal governo USA contro il nostro paese.
Gli oltre 30 colpi malvagi spari contro la rappresentanza diplomatica, realizzati -secondo la polizia locale della capitale USA in dichiarazioni ai media- da un individuo di nome Alexander Alazo, potrebbero semplificare l’azione di un folle “ranger solitario”.
L’odio non è in quarantena
Teresa Melo www.cubadebate.cu
Dai media situati a Cuba e al nord di essa, l’odio viaggia, credendosi immune e impunito; lieve, accanito o violento, come nel caso dell’attacco denunciato alla sede dell’Ambasciata cubana.
Di chi ha usato il fucile d’assalto e sparato contro la sede diplomatica, nelle prime ore del mattino, è già stato rivelato il nome, l’età ed il luogo di residenza benché non si dicano le “motivazioni”. È semplice concludere che è stato l’odio a premere il grilletto.