Storici partitari dell’invasione militare, della «intervenzione umanitaria», esemplari annessionisti che applaudono ogni misura di soffocamento del governo USA contro il popolo cubano, formano un coro che disprezza le proprie vittime e i propri finanziatori.
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La vera realtà di Cuba
Sono molte le speculazioni che si possono trovare oggi sulle reti sociali riguardo ai blackout diffusi. Infinite sono le storie che vengono inventate sul presunto cattivo lavoro del governo cubano. Oserei dire che gli autori di queste storie meriterebbero un “Oscar” per il miglior film di finzione, poiché non c’è da stupirsi che si siano presi la briga di fabbricare così tante bugie sul governo cubano e sul suo presidente, che stanno dando tutto per stabilizzare la complessa situazione che Cuba sta attraversando oggi, e hanno piena fiducia di riuscirci.
I “banalizzatori” del blocco contro Cuba
Chi cerca di insinuare che questo paese si lamenti e viva di elemosina merita il più grande disprezzo. Si sta prendendo gioco di ciò che è un esempio di tenacia e desiderio di indipendenza senza precedenti nel mondo. Nessun paese avrebbe potuto resistere a un tale assedio, per 64 anni, senza arrendersi o scomparire.
Sui Cheo Malanga e i mercenari di turno
Dei falsi idoli e la guerra culturale
Nel 2015 il sito Cubadebate pubblicava “El man Gilbert”, un articolo di Enrique Ubieta, che metteva in guardia contro quel fenomeno imposto dalla globalizzazione culturale, soprattutto in questo emisfero: “Sembra inevitabile che il reggaeton venga offerto in un modulo audiovisivo che ci svaluta come esseri umani e ci misura attraverso le cose che possediamo: l’auto di lusso dell’anno, la ragazza più Barbie (non è un elogio), svuotata e senza cervello – la donna come semplice oggetto sessuale –, le catene d’oro, le valigie di dollari, le bevande più costose, le guardie del corpo, l’ostentazione come falsa evidenza di un falso trionfo”.
Il silenzio degli agnelli
Non mi riferisco qui al celebre film (1991) diretto da Jonathan Demme e interpretato da Jodie Foster e Anthony Hopkins. Mi riferisco a tutti noi che, dotati di coscienza critica, non sappiamo come agire di fronte alla vertiginosa ascesa della politica di destra, all’aggravarsi della distruzione ambientale (incendi in tutto il Brasile e desertificazione in Amazzonia e nel Cerrado), al genocidio del popolo palestinese da parte del governo israeliano, alla connivenza dei politici eletti con i voti della sinistra con le furberie della destra.
Virgos* self-made
Il 12 ottobre dalla nostra America
Dichiarazione della Casa de las Americas, dell’Ufficio del Programma Martiano e del Consiglio Mondiale del progetto José Martí di Solidarietà Internazionale.
La dittatura del regime venezuelano
La miseria della gente non sta in ciò che non ha bensì in ciò che brama.
Non solo questo governo, regime, dittatura o regime dittatoriale, come lo si voglia chiamare, ma anche la gente e il territorio che abitiamo, sono stati sottoposti, per venticinque anni, a molteplici forme di aggressione. L’obiettivo: rovesciare il governo, condurci alla guerra civile, creare un grande caos, e alla fine le corporazioni del capitale finanziario-speculativo ci avrebbero rubato le risorse con poca spesa e grandi profitti.
Filosofia della lotta: che senso hanno le nostre battaglie?
Nel vasto panorama del pensiero filosofico contemporaneo, pochi temi risuonano con l’intensità e rilevanza del concetto di “lotta”. Non è una cosa da poco. La lotta, nel suo senso contemporaneo più ampio e profondo, non solo incarna la resistenza contro l’oppressione e l’ingiustizia, ma è anche il motore dell’ascesa verso la trasformazione sociale e la liberazione umana. Un punto di riferimento fondamentale per comprendere e articolare una prassi utile all’intersezione tra Filosofia e semiotica. L’abbiamo ereditata dalla Comune di Parigi. Ed il miglior patrimonio per l’umanità sia l’umanità stessa.
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Che Guevara nel XXI secolo: il grande assente?
Sia il teorico militare prussiano Clausewitz che il capitano inglese Liddell Hart furono teorici e strateghi del campo nemico. Tuttavia, colpirono nel segno. Nella nostra tradizione, il militante comunista italiano, Antonio Gramsci, affrontò lo stesso problema teorizzando sull’egemonia (riflessione completamente estranea al post-strutturalismo che rese famoso Ernesto Laclau). Con categorie diverse e un altro stile, anche Gramsci centrò il bersaglio.
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Che Guevara ed i problemi fondamentali
L’8 ottobre è una data indimenticabile e dolorosa per tutti i rivoluzionari cubani: la caduta in combattimento di Ernesto Che Guevara.
Qualche giorno fa, Aleida March, la moglie del Che, e sua figlia Aleidita, mi hanno regalato una copia del libro “Appunti critici all’economia politica”, pubblicato da Ocean-Sur. Precedentemente avevo già letto la versione dell’Editoriale di Scienze Sociali. Ma ogni rilettura di questi testi e appunti del Che è nuova, perché è sempre nuovo il contesto in cui si legge.
Per la verità, un altro anno nella battaglia
La fondazione del quotidiano Granma avvenne il 3 ottobre 1965, 59 anni fa.
«Le nostre armi sono le idee». Questa sentenza divenne un faro per la Rivoluzione Cubana che, un giorno, caricò le sue convinzioni e le sue realtà su una nave per raggiungere i porti del mondo con l’aurora della verità, nella perpetua lotta con le nebbie della menzogna e della manipolazione mediatica.
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La bellezza, al di sopra di tutto e di tutti?
Non esiste una bellezza opposta o indifferente a ciò che è giusto, utile o vero.
«Non sapevo nulla di politica, la filmavo soltanto», ripeteva Leni Riefenstahl (1902-2003), la cineasta di Hitler, durante la sua lunga sopravvivenza agli orrori del nazifascismo.
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La dittatura della volgarità
Loro si sono arrogati la potestà di ufficializzare i concetti. Dicono al mondo cosa sia dittatoriale, cosa sia giusto e cosa sbagliato. In stile Göebbels, ripetendolo in vari canali, la gente lo assimila senza porsi la domanda: perché così?