Category Archives: – prigionieri

Leonard Peltier, giustizia negata

Lorenzo Poli

Il suo caso è uno dei più grandi simboli di repressione della lotta per i diritti dei nativi nordamericani degli anni Settanta, sfociata in uno scandalo giudiziario. Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel Dakota del Nord, il 12 settembre 1944. E’ figlio di Leo Peltier, di origini per un quarto francesi e per tre quarti Chippewa, e di Alvina Robideau, di origini per metà Chippewa e per metà Lakota, e cresce in una famiglia di 13 fratelli e sorelle, nella “Anishinabe (Chippewa) Turtle Mountain Indian Reservation”.

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Le sabbie mobili di Guantánamo

Michele Paris

Il lager di Guantánamo è tornato al centro dell’interesse della stampa americana nei giorni scorsi con l’annuncio, subito rientrato, di un accordo tra tre sospettati di avere organizzato gli attentati dell’11 settembre e il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I legali di Khalid Shaikh MuhammadWalid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi avevano accettato di dichiararsi colpevoli in cambio della rinuncia da parte dell’accusa a chiedere una condanna alla pena di morte. Poco dopo la diffusione della notizia e l’esplodere di una feroce polemica a Washington, il numero uno del Pentagono in persona, l’ex generale Lloyd Austin, ha però rescisso il patteggiamento, facendo ripiombare l’intera vicenda nel pantano di un procedimento pseudo-legale senza via d’uscita.

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Julian Assange: esempio di tortura sistemica

Marcos Roitman Rosenmann

La libertà non è una concessione. È il risultato di molteplici lotte sociali che hanno segnato l’evoluzione dei diritti umani in tutte le loro dimensioni. Non parliamo della libertà neoliberale di scegliere: bere vino o prendere una bibita, a cui si aggrappano i libertari per sospendere la prima condizione dell’essere umano, la sua dignità. Negare i diritti umani come parte di un ordine democratico significa contraddire il valore della giustizia come espressione di una legge uguale per tutti. Se ci limitiamo al caso di Julian Assange, privandolo della sua dignità, si manifestano gli argomenti per la sua detenzione: presentare la libertà di stampa e informazione sotto il dilemma utilitarista di proteggere un bene maggiore. Accusato di violare segreti di Stato, mettere in discussione la sicurezza nazionale e compromettere la vita di persone statunitensi, è iniziata la sua persecuzione.

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Cuba esprime solidarietà e soddisfazione per la liberazione di Julian Assange

Il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha espresso oggi la sua soddisfazione per la liberazione del giornalista australiano Julian Assange, imprigionato per aver mostrato al mondo i crimini commessi dagli USA in Afghanistan e in Iraq.

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Che suonino i timbales (tamburi)

La Jornada 

Un sottomarino russo ha solcato le acque cubane l’altro giorno. In realtà, non è stato solo un sommergibile a circumnavigare la costa nord di Cuba. Il gruppo di navi della Flotta del Nord che è arrivato nei mari tropicali è composto dalla fregata Ammiraglio Gorshkov, dalla nave cisterna di rifornimenti Akademik Pashin e dal rimorchiatore di soccorso Nikolai Chiker, equipaggiato con un eliporto.

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Cuba contesta l’arrivo a Guantanamo di un sottomarino nucleare USA

Cuba ha espresso il suo disaccordo con la presenza di un sottomarino nucleare statunitense nel territorio occupato illegalmente della base navale di Guantanamo, situata all’estremo est del Paese, a circa 800 chilometri dall’Avana.

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I Cinque Eroi: un compito necessario e un processo truccato

Oggi ricorrono 23 anni dalla fine ingiusta del processo negli USA contro i 5 eroi cubani. Il processo è stato descritto come truccato e parziale, sono state dimostrate irregolarità durante il processo, così come la falsità di alcune delle accuse e il ruolo giocato nella sentenza dal luogo in cui si è svolto il processo, Miami.

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Assange o la verità tra le sbarre

Un tribunale del Regno Unito considererà di nuovo, il 2 maggio, il permesso del giornalista per fare appello contro la sua estradizione.

 

Con i documenti che rese pubblici, forse il giornalista fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha evitato che molti giovani statunitensi morissero, inviati in guerre straniere, in luoghi che molti non sapevano identificare nelle carte geografiche, così come avvenne con l’Iraq.

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Crisi diplomatica Ecuador-Messico e il diritto internazionale

Fabrizio Verde

“Nemmeno nelle peggiori dittature è stata violata l’ambasciata di un Paese. Non viviamo in uno stato di diritto, ma in uno stato di barbarie, con un uomo improvvisato che confonde la patria con una delle sue piantagioni di banane”, con queste parole l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha commentato quanto accaduto a Quito su ordine del governo di Daniel Noboa, un fantoccio eterodiretto. Le forze di sicurezza ecuadoriane hanno infatti assaltato l’ambasciata del Messico per trarre in arresto l’ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas a cui il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador aveva concesso asilo politico in quanto vittima di persecuzione giudiziaria.

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Ecuador: violata l’ambasciata del Messico

La polizia ecuadoriana irrompe violentemente nell’ambasciata messicana a Quito e porta via l’ex vicepresidente Jorge Glas

Un gruppo di poliziotti ecuadoriani ha fatto irruzione venerdì nell’ambasciata messicana a Quito e ha arrestato l’ex vicepresidente Jorge Glas, che si trovava lì dallo scorso dicembre in attesa del trattamento di una richiesta di asilo, concessa venerdì dal governo messicano.

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Alex Saab prosciolto da tutte le accuse

Geraldina Colotti

Il diplomatico venezuelano, Alex Saab, è stato prosciolto da tutte le accuse da un giudice della Florida, Robert Scola. La sentenza, diffusa dai media, ha avuto luogo a seguito dell’indulto, firmato dal presidente degli Stati uniti, Joseph Biden, il 15 dicembre del 2023. Il 20 dicembre, Saab è stato liberato a seguito di uno scambio di prigionieri con gli Stati uniti. Tornato in Venezuela, ha raccontato le torture subite per fargli confessare delitti mai commessi, che avallassero l’idea del Venezuela come “narco-stato”, e quella di Saab come “prestanome” di Nicolas Maduro.

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Guantanamo: invece di chiuderla …

gli USA valutano l’uso della base navale  per gli immigranti illegali haitiani

 

È possibile l’uso dell’illegale base militare USA nella baia di Guantanamo, per processare gli immigranti haitiani che entrano in suolo   USA, nel caso che la situazione di violenza che il paese caraibico attraversa generi un esodo massivo.

Un funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA ha diffuso la notizia alla CNN.

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Comunicato MINREX

Proseguono gli sforzi e le iniziative delle autorità governative per ottenere il massimo chiarimento possibile sulle notizie diffuse dal 17 febbraio 2024, riferite alla presunta morte dei nostri connazionali Dr. Assel Herrera Correa e Dr. Landy Rodríguez Hernández.

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121 anni di resistenza: Cuba chiede la restituzione della Baia di Guantanamo

In un angolo dell’isola di Cuba, la presenza della base navale USA di Guantánamo è molto più di una questione territoriale: rappresenta una flagrante violazione del diritto internazionale e un costante richiamo all’ingiustizia radicata nella sovranità di un Paese. Dalla sua imposizione, 121 anni fa, questa enclave è diventata un simbolo di oppressione e di sfida all’integrità territoriale che sfida le norme e i principi fondamentali del diritto internazionale.

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Ricordiamo l’occupazione illegale del territorio cubano da parte USA

Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez, ha ricordato oggi l’occupazione da parte degli Stati Uniti nel 1903 del territorio di Guantánamo (est), dove mantengono una base navale.

Nel suo profilo sul social network X, il massimo rappresentante della diplomazia isolana ha affermato che 121 anni fa la potenza del nord usurpò 117 chilometri quadrati di suolo cubano, che mantiene illegalmente contro la volontà della nazione.

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