Il suo caso è uno dei più grandi simboli di repressione della lotta per i diritti dei nativi nordamericani degli anni Settanta, sfociata in uno scandalo giudiziario. Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel Dakota del Nord, il 12 settembre 1944. E’ figlio di Leo Peltier, di origini per un quarto francesi e per tre quarti Chippewa, e di Alvina Robideau, di origini per metà Chippewa e per metà Lakota, e cresce in una famiglia di 13 fratelli e sorelle, nella “Anishinabe (Chippewa) Turtle Mountain Indian Reservation”.
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Le sabbie mobili di Guantánamo
Il lager di Guantánamo è tornato al centro dell’interesse della stampa americana nei giorni scorsi con l’annuncio, subito rientrato, di un accordo tra tre sospettati di avere organizzato gli attentati dell’11 settembre e il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I legali di Khalid Shaikh Muhammad, Walid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi avevano accettato di dichiararsi colpevoli in cambio della rinuncia da parte dell’accusa a chiedere una condanna alla pena di morte. Poco dopo la diffusione della notizia e l’esplodere di una feroce polemica a Washington, il numero uno del Pentagono in persona, l’ex generale Lloyd Austin, ha però rescisso il patteggiamento, facendo ripiombare l’intera vicenda nel pantano di un procedimento pseudo-legale senza via d’uscita.
Julian Assange: esempio di tortura sistemica
La libertà non è una concessione. È il risultato di molteplici lotte sociali che hanno segnato l’evoluzione dei diritti umani in tutte le loro dimensioni. Non parliamo della libertà neoliberale di scegliere: bere vino o prendere una bibita, a cui si aggrappano i libertari per sospendere la prima condizione dell’essere umano, la sua dignità. Negare i diritti umani come parte di un ordine democratico significa contraddire il valore della giustizia come espressione di una legge uguale per tutti. Se ci limitiamo al caso di Julian Assange, privandolo della sua dignità, si manifestano gli argomenti per la sua detenzione: presentare la libertà di stampa e informazione sotto il dilemma utilitarista di proteggere un bene maggiore. Accusato di violare segreti di Stato, mettere in discussione la sicurezza nazionale e compromettere la vita di persone statunitensi, è iniziata la sua persecuzione.
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Cuba esprime solidarietà e soddisfazione per la liberazione di Julian Assange
#AssangeLibre. El largo y cruel castigo que le impusieron por sus denuncias de los crímenes imperiales, quedará en la memoria de los pueblos como prueba de cuán poco creen sus carceleros en la libertad de prensa. pic.twitter.com/pjofxpJ7T2
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) June 25, 2024
Il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha espresso oggi la sua soddisfazione per la liberazione del giornalista australiano Julian Assange, imprigionato per aver mostrato al mondo i crimini commessi dagli USA in Afghanistan e in Iraq.
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Che suonino i timbales (tamburi)
Un sottomarino russo ha solcato le acque cubane l’altro giorno. In realtà, non è stato solo un sommergibile a circumnavigare la costa nord di Cuba. Il gruppo di navi della Flotta del Nord che è arrivato nei mari tropicali è composto dalla fregata Ammiraglio Gorshkov, dalla nave cisterna di rifornimenti Akademik Pashin e dal rimorchiatore di soccorso Nikolai Chiker, equipaggiato con un eliporto.
Cuba contesta l’arrivo a Guantanamo di un sottomarino nucleare USA
Cuba ha espresso il suo disaccordo con la presenza di un sottomarino nucleare statunitense nel territorio occupato illegalmente della base navale di Guantanamo, situata all’estremo est del Paese, a circa 800 chilometri dall’Avana.
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I Cinque Eroi: un compito necessario e un processo truccato
Oggi ricorrono 23 anni dalla fine ingiusta del processo negli USA contro i 5 eroi cubani. Il processo è stato descritto come truccato e parziale, sono state dimostrate irregolarità durante il processo, così come la falsità di alcune delle accuse e il ruolo giocato nella sentenza dal luogo in cui si è svolto il processo, Miami.
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Assange o la verità tra le sbarre
Un tribunale del Regno Unito considererà di nuovo, il 2 maggio, il permesso del giornalista per fare appello contro la sua estradizione.
Con i documenti che rese pubblici, forse il giornalista fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha evitato che molti giovani statunitensi morissero, inviati in guerre straniere, in luoghi che molti non sapevano identificare nelle carte geografiche, così come avvenne con l’Iraq.
Crisi diplomatica Ecuador-Messico e il diritto internazionale
“Nemmeno nelle peggiori dittature è stata violata l’ambasciata di un Paese. Non viviamo in uno stato di diritto, ma in uno stato di barbarie, con un uomo improvvisato che confonde la patria con una delle sue piantagioni di banane”, con queste parole l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha commentato quanto accaduto a Quito su ordine del governo di Daniel Noboa, un fantoccio eterodiretto. Le forze di sicurezza ecuadoriane hanno infatti assaltato l’ambasciata del Messico per trarre in arresto l’ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas a cui il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador aveva concesso asilo politico in quanto vittima di persecuzione giudiziaria.
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Ecuador: violata l’ambasciata del Messico
La polizia ecuadoriana irrompe violentemente nell’ambasciata messicana a Quito e porta via l’ex vicepresidente Jorge Glas
Un gruppo di poliziotti ecuadoriani ha fatto irruzione venerdì nell’ambasciata messicana a Quito e ha arrestato l’ex vicepresidente Jorge Glas, che si trovava lì dallo scorso dicembre in attesa del trattamento di una richiesta di asilo, concessa venerdì dal governo messicano.
Alex Saab prosciolto da tutte le accuse
Geraldina Colotti
Il diplomatico venezuelano, Alex Saab, è stato prosciolto da tutte le accuse da un giudice della Florida, Robert Scola. La sentenza, diffusa dai media, ha avuto luogo a seguito dell’indulto, firmato dal presidente degli Stati uniti, Joseph Biden, il 15 dicembre del 2023. Il 20 dicembre, Saab è stato liberato a seguito di uno scambio di prigionieri con gli Stati uniti. Tornato in Venezuela, ha raccontato le torture subite per fargli confessare delitti mai commessi, che avallassero l’idea del Venezuela come “narco-stato”, e quella di Saab come “prestanome” di Nicolas Maduro.
Guantanamo: invece di chiuderla …
gli USA valutano l’uso della base navale per gli immigranti illegali haitiani
È possibile l’uso dell’illegale base militare USA nella baia di Guantanamo, per processare gli immigranti haitiani che entrano in suolo USA, nel caso che la situazione di violenza che il paese caraibico attraversa generi un esodo massivo.
Un funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA ha diffuso la notizia alla CNN.
Comunicato MINREX
Proseguono gli sforzi e le iniziative delle autorità governative per ottenere il massimo chiarimento possibile sulle notizie diffuse dal 17 febbraio 2024, riferite alla presunta morte dei nostri connazionali Dr. Assel Herrera Correa e Dr. Landy Rodríguez Hernández.
121 anni di resistenza: Cuba chiede la restituzione della Baia di Guantanamo
In un angolo dell’isola di Cuba, la presenza della base navale USA di Guantánamo è molto più di una questione territoriale: rappresenta una flagrante violazione del diritto internazionale e un costante richiamo all’ingiustizia radicata nella sovranità di un Paese. Dalla sua imposizione, 121 anni fa, questa enclave è diventata un simbolo di oppressione e di sfida all’integrità territoriale che sfida le norme e i principi fondamentali del diritto internazionale.
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Ricordiamo l’occupazione illegale del territorio cubano da parte USA
Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez, ha ricordato oggi l’occupazione da parte degli Stati Uniti nel 1903 del territorio di Guantánamo (est), dove mantengono una base navale.
Hace 121 años, EEUU usurpó 117 km² de territorio nacional, que mantiene ilegalmente ocupado en contra de voluntad de los cubanos.
En Base Naval en bahía de Guantánamo, gob. de EEUU ha torturado impunemente y viola sistemáticamente DDHH de sus prisioneros.#DevuelvanGuantánamoYa pic.twitter.com/NgwJzQbvqb
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) February 23, 2024
Nel suo profilo sul social network X, il massimo rappresentante della diplomazia isolana ha affermato che 121 anni fa la potenza del nord usurpò 117 chilometri quadrati di suolo cubano, che mantiene illegalmente contro la volontà della nazione.
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