Category Archives: – prigionieri

Lula: crolla la montatura, ora si perseguano i persecutori

La bella fotografia che accompagna quest’articolo mostra Papa Francesco che abbraccia Lula e dice: “Te lo dicevo, Lula, che la verità sconfiggerà la menzogna”. Così è stato. Sta emergendo a poco a poco la verità dei fatti. Una verità che ci parla senza ombra di dubbio di una vergognosa montatura costruita a tavolino dal giudice Moro, uno di quei magistrati che infangano colla loro stessa esistenza la loro categoria di appartenenza.

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Lula, il Brasile torna a respirare

Fabrizio Casari  www.altrenotizie.org

Il giudice Edson Fachin, del Supremo Tribunale Federale del Brasile, ha dichiarato nulli gli atti che hanno portato alla persecuzione giudiziaria, alla carcerazione ed alla sospensione dei diritti civili e politici di Ignacio Lula Da Silva. Potrebbe finire così l’agonia della giustizia brasiliana e quella personale di Lula, vittima di un complotto politico-giudiziario deciso a Washington e organizzato a Brasilia. Pur con altri procedimenti in corso, Lula è tornato soggetto di diritto, candidabile ed eleggibile, essendo venute meno le inibizioni ai diritti politici che le sentenze avevano prodotto.

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Lula assolto

Atilio Borón  www.cubadebate.cu

Quando nell’aprile 2018 Lula è stato condannato al carcere dal giudice Moro, Vargas Llosa lo ha elogiato nella sua nota pubblicata su El País di Madrid (e riprodotta in centinaia di giornali della regione) “come modello esemplare per il resto del pianeta”.

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Ana Belen

Rosa Miriam Elizalde  www.jornada.com.mx

Non può ricevere visite, tranne di un fratello. Non le è consentito parlare al telefono, né ricevere giornali, riviste o guardare la televisione. Nessuno può informarsi sulla sua salute o sapere perché è in un centro per criminali con problemi mentali, quando lei non è pazza. Neppure le permettono relazionarsi con altre persone in quella prigione, dove ha trascorso due decenni in assoluta solitudine.

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La frontiera imposta a Cuba da più di un secolo nel suo stesso suolo

L’amministrazione del presidente Joe Biden vuole chiudere il carcere statunitense nell’illegale Base Navale di Guantanamo (BNG), prima della fine del suo mandato, ha riferito Jen Psaki, segretaria della stampa della Casa Bianca, riportata da media dell’informazione da Washington.

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Base USA a Cuba: una centenaria storia di occupazione

Karina Marrón González  www.cubadebate.cu

Nonostante le convenzioni internazionali che sostengono l’illegalità della base navale USA in territorio cubano, oggi quell’enclave militare continua a violare la sovranità della nazione caraibica.

Il 16 febbraio 1903, i presidenti di Cuba, Tomás Estrada Palma, e degli USA, Theodore Roosevelt, firmarono un accordo con il quale si cedeva la porzione di terra situata nella provincia orientale di Guantánamo, “per il tempo necessario e agli scopi di stazione navale e stazione carbonifera”.

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Il carcere nella Base Navale di Guantanamo è una vergogna

Gli esperti dell’ONU per i Diritti Umani assicurano che questo centro penitenziario “avrebbe dovuto essere stato chiuso molto tempo fa”

Yisell Rodríguez Milan  www.granma.cu

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Base navale yankee a Guantánamo, centro di violazione dei diritti umani

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Perché il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU non condanna gli USA per le crescenti violazioni che commette nella base navale di Guantanamo, con i detenuti illegalmente accusati di terrorismo senza prove né processi?

Il paese che si prende il diritto di accusare e punire gli altri per presunte detenzioni arbitrarie, repressioni ed altre “violazioni” dei diritti umani, è quello che commette più azioni violente, come fanno nella loro base navale illegalmente situata a Cuba.

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Trump, la bioetica e un affare chiamato Guantànamo (I)

di Nazanin Armanian (*); da: publico.es

18 anni dopo la sua apertura, il più infame dei “Luoghi Oscuri” e delle carceri infernali che gli USA possiedono nel mondo, è ancora aperto e Donald Trump promette di riportarlo alla sua “gloria” di un tempo e riempirlo di “cattivi soggetti”. Per questo il presidente USA ha eliminato, nel 2017, l’Ufficio dell’Inviato Speciale per la Chiusura di Guantànamo creato da Obama, e nel 2018 ha firmato un ordine esecutivo per mantenerlo aperto.

“Io ci farei qualcosa di molto peggio che il ‘sottomarino’ [l’annegamento simulato]…. Non ditemi che non funziona, la tortura funziona .. e anche se non funzionasse, se la meritano in ogni modo, per quello che ci stanno facendo” disse Trump quando era candidato, e una volta presidente nominò la coordinatrice delle sessioni di tortura in uno di questi “luoghi” statunitensi in Thailandia, la signora Gina Haspel, a capo della CIA.

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Cubainformacion: il gulag di Assange

Julian Assange: il Gulag senza prime pagine

 

Julian Assange non solo ha sfidato l’élite politico-militare USA, mettendo, davanti agli occhi del mondo, i suoi assassinii e crimini di guerra.

Soprattutto, ha sfidato il giornalismo corporativo, i grandi media, la loro ipocrisia e la loro alleanza con il potere.

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A vent’anni da un rozzo e fallito ricatto

René González Sehwerert  www.cubadebate.cu

Il 13 agosto 2000 era una domenica. Coincidenze, sarebbe stato il mio compleanno e l’ultima visita di Olguita in prigione. Sebbene io non lo sapessi per certo, avevo le mie ragioni per intuirlo. E’ stato per questo che l’ho avvertita.

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Nuovi deliri contro (il film) ‘La red Avispa’

Il film è lungi dall’essere un manifesto a favore della “causa cubana”, come sostengono i recalcitranti che non mancano mai, e dal punto di vista artistico ha punti di forza e debolezze.

Rolando Pérez Betancourt  www.granma.cu

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Cubainformacion: la metafora di Assange

La metafora di Julian Assange

 

Il processo di Julian Assange è una metafora perfetta del mondo in cui viviamo.

Se le rivelazioni di Wikileaks avessero riguardato Cina o Russia, già esisterebbe a Washington un Memorial Assange a difesa della libertà.

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Cuba ed USA: condotte differenti nella battaglia contro il terrorismo

Orestes Hernández   www.cubadebate.cu

Nel memorandum della Corte del Distretto di Columbia (Washington DC), che fa parte dell’indagine della polizia USA contro il cittadino di origine cubana Alexander Alazo, autore dell‘attacco terroristico con un fucile automatico alla sede diplomatica di Cuba, lo scorso 30 aprile, si riconosce esplicitamente che questi ha visitato diverse agenzie federali, (supponiamo associate all’applicazione della legge, ossia di sicurezza nazionale), per esporre la presunta persecuzione di cui si credeva vittima da parte del governo cubano e, sicuramente, ha dato indizi sulla sua decisione di agire, come Alazo stesso ha dichiarato agli ufficiali dei Servizi Segreti che lo hanno interrogato in base al menzionato documento.

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Gli USA hanno fabbricato “architetti in tortura”

Psicologi assunti dalla CIA hanno creato i più barbari i metodi di martirio applicati nell’illegale base statunitense di Guantánamo

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