Venezuela: dove sono finiti i sostenitori delle sanzioni USA

DOVE SONO GLI ENTUSIASTI DELLE “SANZIONI” CONTRO IL VENEZUELA?

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Ci sono sempre meno sostenitori delle misure coercitive unilaterali che gli USA mantengono contro la stragrande maggioranza degli attori economici venezuelani, siano essi statali o privati.

Se all’inizio c’era chi all’interno del secondo settore sosteneva che le “sanzioni” fossero un buon meccanismo di pressione per forzare un cambio di regime nel governo del presidente Nicolás Maduro, oggi molti di loro fanno il bilancio degli effetti negativi che il blocco economico, finanziario e commerciale ha avuto nelle loro aziende, confermando quanto, da una posizione nazionale, è sempre stato detto dal chavismo e cioè che l’assedio viola i diritti fondamentali di un intero Paese, e non attacca solo una dirigenza politica.

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MINSAP

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Cuba, Venezuela e le loro lotte per la parola

contro i pericoli dell’uso acritico delle reti

di  Enrique Milanés León Traduzione: GFJ

Freddy Ñáñez ha spiegato che dietro le reti sociali c’è un disegno di un mondo post-politico, “senza politica o conflittualità“, che limita ogni azione e dove tutto ciò che non è identico deve essere bloccato.

I rivoluzionari devono condurre una battaglia di comunicazione e noi abbiamo quello che ci serve, ha detto Freddy Ñáñez, ministro del Potere popolare venezuelano per la Comunicazione e l’Informazione, durante una conferenza magistrale all’Avana sul tema, davanti a una platea di giornalisti cubani, dirigenti della stampa, diplomatici, professori e studenti dell’Istituto Raúl Roa García di Relazioni Internazionali (ISRI).

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La Cuba impossibile proposta da persone vicine all’Impero

Le persone vicine all’Impero (GPI) e lontane da Cuba sembrano vivere in un universo parallelo, in un paese che esiste solo nei loro cervelli febbrili. Cadono in uno stato di alienazione che mette in dubbio la loro salute mentale. Quella del loro presidente sembra essere molto compromessa, basta vedere la foto con cui si presenta, in cui appare in una posa ridicola da grande oratore e le sue dichiarazioni che riflettono la sua convinzione che del socialismo a Cuba è rimasto poco, per capire che siamo in presenza di una persona che è fuori di testa.

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