Quello che Birán ha dato a Fidel

Un 13 agosto, ma del 1926, nacque alla famiglia Castro Ruz un figlio, che chiamarono Fidel Alejandro, e che cambiò il destino di Cuba.

La dolcezza delle canne e il bramito dei bovini che accompagnarono l’infanzia e in parte l’adolescenza e la gioventù, furono un ricordo ricorrente di  Fidel Castro Ruz. Quel mondo rurale lo aveva vissuto a Birán, dove nacque.

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Venezuela: un film già visto

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Gli USA riprendono l’interventismo contro il Venezuela

Alfredo Rada Vélez

A Washington, in una chiara espressione di prepotenza interventista contro il Venezuela, il Segretario di Stato, Antony Blinken, ha dichiarato che la posizione del governo USA è quella di riconoscere come vincitore delle elezioni il candidato dell’opposizione, Edmundo González. La cosa curiosa è che lo ha fatto basandosi su presunti “documenti inconfutabili” che non ha reso pubblici, ma che ha affermato essere stati consegnati dalla coalizione di destra venezuelana, senza aspettare che il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) completasse il riconteggio ufficiale dei voti.

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Venezuela, il manuale di un golpe

Lorenzo Poli

Nel luglio 2024, il Woodrow Wilson International Center for Scholars (o Wilson Center) – uno degli United States Presidential Memorial, fondato a Washington DC come parte dello Smithsonian Institution, riconosciuto come uno dei primi dieci più importanti think tank al mondo – ha pubblicato un paper dal titolo “Venezuela Desk – How to stop a coup”, ovvero “come fermare un colpo di Stato in Venezuela”.

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L’ignoranza

Ana Hurtado

È passata più di una settimana da quando si sono tenute le ultime elezioni presidenziali in Venezuela. Se fosse un film comico, ci crederei, o persino una tragicommedia. Ma a volte mi è difficile credere che questa realtà stia davvero accadendo.

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ONG chiedono di rispettare i risultati elettorali in Venezuela

Oltre 900 organizzazioni e attivisti per i diritti umani provenienti da diverse parti del mondo hanno chiesto in una dichiarazione di “riconoscere la legittimità democratica e l’autorità del Consiglio nazionale elettorale e, di conseguenza, la decisione di assegnare la vittoria di questo processo al presidente Nicolás Maduro Moros”.

Hanno ricordato che, in caso di irregolarità nel processo elettorale svoltosi il 28 luglio, i candidati che hanno partecipato a queste elezioni devono presentare i loro ricorsi elettorali davanti ai tribunali competenti.

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Un esercito di bot per compensare il declino emotivo dell’agenda golpista

misionverdad.com

Il tentativo di colpo di Stato nel contesto delle elezioni presidenziali del 28 luglio sta perdendo forza nella sua capacità di mobilitazione. L’ala estremista dell’opposizione rappresentata da María Corina Machado e Edmundo González sta affrontando un’erosione del sostegno nelle reti sociali a causa di una strategia poco chiara che replica scenari falliti del passato, generando incertezza e cali emotivi tra i propri sostenitori.

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USA: golpismo senza fine

La Jornada

Il governo USA ha disconosciuto il risultato ufficiale delle elezioni presidenziali venezuelane e, senza aspettare la pubblicazione dei verbali né il riconteggio dei voti, ha proclamato vincitore il candidato fantoccio della destra, Edmundo González Urrutia.

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Mijain Lopez: 5 oro Olimpico

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Giù le mani dal Venezuela

Carlos Fazio

Il 3 agosto, annunciando il secondo bollettino del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) del Venezuela, il suo presidente, Elvis Amoroso, ha confermato che con il 96,87% dei verbali scrutinati, Nicolás Maduro ha vinto le elezioni presidenziali con 6408844 voti (51,97%), contro l’oppositore Edmundo González, che ha ottenuto 5326104 voti (43,18%).

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Argentina e le milizie digitali di Milei

José Steinsleger/II

Uno. Ho iniziato questi appunti in Messico (qui), e li riprendo a Buenos Aires, dove le reti antisociali (X –precedentemente Twitter–, YouTube, TikTok, Facebook, Instagram, Reddit, Snapchat, WhatsApp) assicurano che i cambi per cui hanno votato milioni di argentini si stanno realizzando e il paese sta prendendo la direzione che hanno scelto con il loro voto.

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Esibiscano i verbali!

Atilio Borón

Il fragoroso e ben coordinato coro di pubblicisti al servizio dell’impero e delle sue classi dominanti ha intensificato le sue denunce contro il recente processo elettorale venezuelano. La campagna ha assunto dimensioni ciclopiche per la sua diffusione e per il suo tono, rabbioso e vociante. Per coloro che erroneamente sono considerati “giornalisti” invece di ciò che realmente sono, operatori propagandistici, la notizia internazionale esclusiva è stata l’elezione presidenziale in Venezuela. Il genocidio a Gaza, il catastrofico collasso dell’Ucraina, il pericolo di una Terza Guerra Mondiale e la catastrofe climatica sono insignificanti in confronto agli eventi che hanno il loro epicentro nel paese bolivariano.

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Guerra cognitiva in Venezuela

la manipolazione delle masse attraverso i social

Fabrizio Verde

Nell’era digitale, la guerra cognitiva è emersa come un potente strumento per manipolare le masse attraverso i social network. La guerra cognitiva, nota anche come manipolazione cognitiva, si riferisce all’uso di tattiche psicologiche per influenzare il comportamento individuale e collettivo. I social network, come Facebook, X (ex Twitter), Instagram e TikTok sono diventati un terreno fertile per la diffusione di disinformazione e propaganda, rendendoli piattaforme ideali per la guerra cognitiva.

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Le sabbie mobili di Guantánamo

Michele Paris

Il lager di Guantánamo è tornato al centro dell’interesse della stampa americana nei giorni scorsi con l’annuncio, subito rientrato, di un accordo tra tre sospettati di avere organizzato gli attentati dell’11 settembre e il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I legali di Khalid Shaikh MuhammadWalid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi avevano accettato di dichiararsi colpevoli in cambio della rinuncia da parte dell’accusa a chiedere una condanna alla pena di morte. Poco dopo la diffusione della notizia e l’esplodere di una feroce polemica a Washington, il numero uno del Pentagono in persona, l’ex generale Lloyd Austin, ha però rescisso il patteggiamento, facendo ripiombare l’intera vicenda nel pantano di un procedimento pseudo-legale senza via d’uscita.

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Nuovi dati sull’attacco cibernetico contro il Venezuela


misionverdad.com

La vicepresidente esecutiva del Venezuela, Delcy Rodríguez, ha informato che il 28 luglio si sono registrati 500 mila attacchi cibernetici al secondo, situazione che ha qualificato come “senza precedenti nel mondo”.

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