Il presidente Raúl Castro Ruz è giunto a mezzogiorno di ieri, giovedì 24, negli USA per partecipare al Vertice delle Nazioni Unite dedicato all’ approvazione dell’ Agenda di Sviluppo posteriore al 2015 e al Dibattito Generale del 70º periodo di sessioni dell’Assemblea Generale della ONU.
Raúl è stato ricevuto nell’aeroporto John F. Kennedy dall’ambasciatore José Ramón Cabañas Rodríguez e dal rappresentante permanente di Cuba presso le Nazioni Unite, Rodolfo Reyes Rodríguez.
Durante la sua prima visita ufficiale in questo paese, Raúl realizzerà una fitta agenda di lavoro che include il suo intervento nella riunione dei leaders mondiali su Equità di Genere e Potere della Donna, incontri con vari presidenti, congressisti e personalità cubane residenti qui.
Ugualmente, nelle sue giornate a New York sono previste le cerimonie per stabilire le relazioni diplomatiche con le Isole Marshall y Palau.
La delegazione ufficiale che partecipa a tutte queste attività è formata dal ministro degli esteri Bruno Rodríguez Parrilla; da Abelardo Moreno Fernández, vice ministro delle Relazioni Estere e dal rappresentante cubano presso le Nazioni Unite.
Nella mattina di oggi venerdì 25, si aspetta l’intervento di Papa Francisco nella riunione dell’Assemblea Generale dove sarà presente anche il presidente cubano.
Fisseranno mete di sviluppo sostenibile
Il Vertice sull’Agenda di Sviluppo Sostenibile post 2015 che è iniziata oggi, venerdì 25, nella ONU, stabilisce mete indispensabili relazionate ai principali problemi del mondo, ma senza chiari mezzi che ne permettano l’implementazione.
Con la presenza di 150 capi di Stato e di Governo, la riunione deve definire nuovi orizzonti tra 15 anni, dedicati ai chiamati Obiettivi di Sviluppo del Millennio – ODM – stabiliti nel 2000, che non sono stati realizzati da tutti i paesi, anche se hanno dato energia per dei passi avanti in alcune sfere.
Gli ODM dovevano sradicare la povertà estrema e la fame, realizzare l’insegnamento elementare universale, promuovere l’uguaglianza tra generi, l’autonomia della donna, e diminuire la mortalità infantile di due terzi tra il1990 e il2015.
Inoltre volevano migliorare la salute materna e combattere il VIH – SIDA, il paludismo e altre malattie, avanzare nella difesa dell’ambiente e fomentare un’associazione mondiale per lo sviluppo.
In questo momento, nonostante tutto questo, ci sono dieci milioni di persone in miseria, 800 milioni soffrono la fame e circa 750 milioni mancano di un accesso adeguato all’acqua potabile.
L’agenda post-2015 contiene 17 obiettivi che riguardano queste stesse materie ed in particolare la fine della miseria e della fame, la sicurezza alimentare, il miglioramento della nutrizione, la promozione dell’agricoltura sostenibile e la garanzia di una vita sana e con benessere.
Ugualmente vuole ottenere un’educazione inclusiva, equa e di qualità, promuovere opportunità d’apprendimento durante tutta la vita raggiungere una vera uguaglianza tra generi, dare potere alla donne e alle bambine e assicurare la disponibilità di acqua potabile, la sua gestione sostenibile e la sanità per tutti.
In materia d’ambiente, gli ODS vogliono ridurre la disuguaglianza nei e tra i paesi, ottenere che le città e gli insediamenti umani siano inclusivi, sicuri e sostenibili, conseguire modalità di consumo e produzione sostenibili e adottare misure per combattere il cambio climatico e i suoi effetti; inoltre conservare e usare in forma sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine, proteggere, ristabilire e promuovere l’uso adeguato degli ecosistemi terrestri, tra le mete in questo campo.
Chiamano le società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, a facilitare l’accesso alla giustizia per tutti, creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli e rivitalizzare una detta Alleanza Mondiale per lo Sviluppo sostenibile.
Il progetto però risulta poco preciso per quel che riguarda i mezzi d’implementazione delle azioni verso gli ODS, e in particolare per ciò che riguarda i trasferimenti di risorse finanziarie e tecnologie al proposito, in un mondo immerso in un ordine internazionale iniquo, ingiusto ed escludente.
L’agenda degli ODS è il risultato di più di due anni di negoziati tra i 193 Stati membri della ONU.