Il direttore esecutivo di UNAIDS, Michel Sidibè, affermò oggi a L’Avana che Cuba è l’esempio di come si possono ottenere nuove generazioni senza HIV.
“L’ha dimostrato e lo otterrà, perché la sua premessa fondamentale è mettere nel centro delle cose l’essere umano e questa è la forza per trasformare la salute delle persone”, sottolineò in un incontro con la stampa.
In visita nell’isola da mercoledì scorso, Sidibè nel suo intervento ha fatto un riassunto dagli inizi di questa malattia, convertita in poco tempo in epidemia globale.
Alcuni anni fa, ricordò, il mondo era spaventato. “Tutto era scoraggiamento. Ora, grazie alla solidarietà internazionale ed alle alleanze, siamo riusciti a cambiarlo”.
In quanto a Cuba che ha reso pubblica la convalida dell’Organizzazione Mondiale della Salute dell’eliminazione della trasmissione del HIV/AIDS da madre a figlio agli inizi dell’anno, sottolineò che il paese sarà capace di arrivare lontano in materia di sradicamento di questa epidemia che colpisce ancora milioni di persone a livello globale.
In questo modo potrà ottenere in un breve termine la meta di 90-90-90 di UNAIDS per il 2020. Questo significa che il 90% delle persone colpite possano conoscere il loro stato sierologico, questa stessa cifra di persone che siano riconosciute positive possano avere accesso ai trattamenti ed eliminare la carica virale di un 90% nelle persone in cura, affinché si mantenga sana e si riduca così il rischio di trasmissione.
Con uno sforzo riuscirà a mettere fine alla malattia, predisse. Cuba è una delle nazioni che appoggiano questa meta ed i risultati in questi tre aspetti sono già incoraggianti.
Con questa visita, disse, compresi la visione che si ha qui della malattia, che è curata con l’aiuto della comunità.