Omar Perez Solomon https://lapupilainsomne.wordpress.com
Tutto sembra indicare che è giunto il momento di muovere la pedina The New York Times sulla scacchiera progettata ed organizzata da Washington per attaccare e cercare di dare uno scacco matto alla Rivoluzione cubana.
Non può essere altrimenti quando si osserva la rotazione della sua politica editoriale nei confronti di Cuba, a seguito della pubblicazione dell’editoriale ‘E’ ora di connettere Cuba a Internet’, lo scorso 30 novembre.
Il cantante cubano Silvio Rodriguez espresse, nel 2010: “Siamo un paese che si è dedicato ad alfabetizzare, a costruire università mediche e artisti. E ora pretendono far vedere che ci piace avere pianoforti senza corde e venti senza controllo”, ma dal momento che la storia nessuna la può ignorare, quanto più, disconoscere vi presentiamo 20 realtà che smentiscono quanto pubblicato dai media USA.
1- Nel 1959 tutte le centrali telefoniche, apparecchiature di trasmissione e collegamenti via cavo erano di fabbricazione USA. Il ferreo blocco tecnologico contro Cuba limitò il mantenimento della tecnologia installata, l’approvvigionamento di attrezzature, nel vicino del nord, in questi 57 anni e la crescita della densità telefonica.
2 – Dal 1959 le comunicazione via cavo tra Cuba e USA furono bloccate e non dal governo cubano, sino al punto che, nel 1986, s’ interruppero definitivamente. A quel tempo cominciano a proliferare cavi in fibra ottica; ma alla maggiore delle Antille, non le hanno permesso di connettersi con nessuna delle decine di cavi che passano per le sue vicinanze, alcuni a soli 30 chilometri.
3 – Cuba ha posto in servizio un cavo sottomarino, in fibra ottica, che collega l’isola con il Venezuela e la Giamaica, che permetterà migliorare la qualità della trasmissione voce e dati e l’accesso ad internet nella misura in cui si realizzano investimenti nelle infrastrutture di telecomunicazione del paese.
4 – Il 23 ottobre 1992 fu approvata nel Congresso USA, la Legge Torricelli, promulgata dall’ex presidente George Bush (padre), e una delle espressioni più complete della linea aggressiva USA contro la Rivoluzione cubana. Allo stesso tempo, si pronunciò a favore di “comunicazioni adeguate tra i due paesi” nell’interesse di “promuovere cambi politici a Cuba”.
5 – Negli anni ’90 del secolo scorso la Rand Corporation – think tank del Pentagono- aveva realizzato diverse inchieste dove raccomandano stimolare una connessione diretta IP a Internet per fornire, ai cubani, un accesso interattivo a materiali dall’estero; dare una rapida risposta alla richiesta fatta dalla società WilTel di un permesso per costruire un cavo ottico tra gli USA e Cuba, in attesa dal governo USA dal marzo 1994, e altre richieste per fornire vari servizi relativi ai dati; incoraggiare i viaggi ed altre forme di scambio tecnico poiché risulta difficile ottenere un permesso per recarsi a Cuba, evitare le restrizioni legislative in materia di comunicazioni alla maniera della legge Helms-Burton e consentire investimenti diretti, da parte di società USA, nel settore delle infrastrutture di Cuba, fornendo attrezzature e servizi, materia proibita da Washington dal 1959, dopo il trionfo della Rivoluzione.
6 – L’amministrazione Obama ha continuato la linea dei suoi predecessori e ha rafforzato il blocco economico e commerciale contro Cuba. Nel caso delle telecomunicazioni, il 13 aprile 2009, ha pubblicato un memorandum con “permessi” ai fornitori di servizi degli USA, ma molto poco è stato attuato.
7 – Gli USA continuano a confiscare beni delle imprese cubane e mantengono bloccati, in banche USA, circa 200 milioni di dollari appartenenti a società di telecomunicazioni di Cuba.
8 – Diversi siti e servizi Internet sono bloccati per gli utenti che risiedono a Cuba. Ad esempio, la maggior parte delle apparecchiature d’immagini mediche sono controllati o includono nella loro composizione computer basati sul sistema operativo Windows XP a 64 bits, che deve essere attivato con Microsoft prima di 30 giorni dopo l’installazione. L’attivazione può essere eseguita automaticamente da Internet, collegandosi direttamente col computer ai server Microsoft o manualmente chiamando per telefono uno degli uffici di questa società in tutto il mondo. Nessuna delle due opzioni è disponibile per Cuba, non avendo, Microsoft, la rappresentanza nell’isola e rifiutandosi l’attivazione automatica, dai server aziendali, quando proviene da Cuba.
9 – esercitano pressioni su imprese di paesi alleati; tale è il caso della spagnola Telefonica, che fu citata nel novembre 2011 dalla Securities and Exchange Commission USA (SEC, per il suo acronimo in inglese), per presunti affari e contatti con l’Impresa di Telecomunicazioni di Cuba, ETECSA.
10 – La società USA Sprint e la cubana ETECSA non sono riuscite a implementare il servizio di roaming -che permette ai viaggiatori di un paese di continuare ad utilizzare i servizi di chiamate, messaggistica e dati dal numero di cellulare visitando un altro paese- perché non possono realizzare operazioni con banche USA e le banche di paesi terzi temono le sanzioni che possono ricevere per l’esecuzione di queste operazioni.
11 – La Rivoluzione ha investito più di due miliardi di pesos per portare le comunicazioni sino ai luoghi più remoti della geografia cubana.
12 – Cuba conta su risorse umane altamente qualificate nelle TIC, tra i primi paesi secondo il rapporto dell’International Telecommunication Union 2014.
13 – I Joven Club Informatici, nei loro 28 anni di lavoro, hanno preparato, gratuitamente, più di 4, 2 milioni di cubani sulle questioni relative alle TIC.
14 – Le università cubane sono connesse a Internet e hanno ampliato notevolmente la loro larghezza di banda nel corso dell’ultimo anno. Così è stato con i centri scientifici, organi di stampa ed altre istituzioni che sono state privilegiate nella creazione delle condizioni tecniche che si è potuto raggiungere.
15 – Sempre più i cubani, nonostante le limitazioni tecnologiche –scarse risorse di connettività ed infrastrutture- utilizzato Facebook, Twitter ed altri social network come mezzo di comunicazione con il mondo, ci sono più di 3000 blog con diversi profili e ospitati in piattaforme nazionali.
16 – E’ noto che in meno di un anno dirigenti di Google hanno visitato Cuba in varie occasioni. Dalle domande poste nelle visite che hanno fatto ad istituzioni cubane si è evidenziato il loro interesse nel settore non statale che il loro obiettivo principale era quello di cercare informazioni sulle reti cubane, la connettività e programmi in via di sviluppo e presentati come il fata madrina che può risolvere i problemi di infrastrutture per la connettività e l’espansione della larghezza di banda che il nostro paese presenta. La realtà è che non ci hanno presentato alcun progetto specifico, né risposte alle domande che gli hanno fatto, in vari centri, relativi alle limitazioni di accesso da Cuba a vari servizi di Google.
17 – The New York Times dice che il governo cubano non ha volontà politica per espandere l’accesso ad Internet e, tuttavia, Le linee guida del VI Congresso del Partito, approvate nell’aprile 2011: 131 -finalizzato a sostenere e sviluppare i risultati conseguiti nel processo di informatizzazione della società- il 223 -per elevare la sovranità tecnologica nello sviluppo delle infrastrutture delle telecomunicazioni- e 226 -per effettuare investimenti nell’industria elettronica, informatica e delle comunicazioni che permettano mantenere quanto realizzato ed il suo sviluppo- dimostrano il contrario. Inoltre, il Primo Vicepresidente cubano Miguel Díaz-Canel ha ratificato alla fine del I Seminario Nazionale sull’ Informatizzazione e Sicurezza Informatica, lo scorso 20 febbraio, che “esiste la volontà e la disposizione del Partito e del Governo cubani di sviluppare l’informatizzazione della società e porre internet al servizio di tutti, facilitando un’effettiva ed autentica inclusione di Cuba in quello spazio”.
18 – Si costituirà, nel primo trimestre 2016, l’Unione Informatici di Cuba, un’organizzazione che raggruppa i professionisti nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
19 – Il governo cubano ha concepito il programma di informatizzazione del paese, che include la modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione e della strumentazione informatica, l’aggiornamento del quadro normativo, la sicurezza tecnologica, lo sviluppo di contenuti, applicazioni, servizi, commercio elettronico e del capitale umano.
20 – Cuba assumerà le proposte contenute nel “Programma Connettere 2020″ per lo sviluppo mondiale delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni”, dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT), ha dichiarato Ernesto Hernández Rodríguez, Direttore Generale d’Informatica del Ministero delle Comunicazioni di Cuba.
20 realidades que The New York Times no puede desconocer
Por Omar Pérez Salomón
Todo parece indicar que llegó el momento de mover la ficha The New York Times en el tablero de ajedrez planeado y organizado desde Washington para atacar y tratar de dar un jaque mate a la Revolución cubana. No puede ser de otra manera cuando observamos el giro de su política editorial en relación con Cuba, a raíz de la publicación del editorial Es hora de conectar a Cuba a Internet, el pasado 30 de noviembre.
El cantautor cubano Silvio Rodríguez expresó en el año 2010: “Somos un país que se dedicó a alfabetizar, a construir universidades de médicos y artistas. Y ahora pretenden hacer ver que nos gusta tener pianos sin cuerdas y vientos sin zapatillas” pero como quiera que a la historia nadie la puede anular, cuanto más, desconocer, exponemos 20 realidades que desmienten lo publicado por este medio estadounidense.
En 1959 todas las centrales telefónicas, equipos de transmisión y enlaces por cable eran de fabricación estadounidense. El férreo bloqueo tecnológico contra Cuba limitó el mantenimiento de la técnica instalada, la adquisición de equipos en el vecino del norte en estos 57 años, y el crecimiento de la densidad telefónica.
A partir de 1959 las comunicaciones por cable entre Cuba y EE.UU. fueron bloqueadas y no precisamente por el gobierno cubano, hasta el punto que en 1986 se interrumpieron definitivamente. En esa época comienzan a proliferar los cables de fibra óptica; pero a la mayor de las Antillas no le han permitido conectarse con ninguno de las decenas de cables que pasan por sus alrededores, algunos a escasos 30 kilómetros.
Cuba puso en servicio un cable submarino de fibra óptica que enlaza la isla con Venezuela y Jamaica, que permitirá mejorar la calidad de la transmisión de voz y datos, y el acceso a Internet en la medida en que se realicen inversiones en la infraestructura de telecomunicaciones del país.
El 23 de octubre de 1992 se sancionó en el Congreso norteamericano la Ley Torricelli, promulgada por el ex presidente George Bush (padre), y una de las expresiones más acabadas de la línea agresiva de EEUU contra la Revolución cubana. Al mismo tiempo se pronunció a favor de “comunicaciones adecuadas entre ambos países”, en el interés de “promover cambios políticos en Cuba”.
En la década de los 90 del siglo pasado la Rand Corporation – tanque pensante del Pentágono – realizó varias investigaciones donde recomiendan estimular una conexión directa IP con Internet para brindar a los cubanos un acceso interactivo a materiales del extranjero; dar una respuesta rápida a la solicitud que hiciera la empresa WilTel de un permiso para construir un cable óptico entre los Estados Unidos y Cuba, pendiente por el gobierno de EEUU desde marzo de 1994, y a otras solicitudes para brindar diferentes servicios relacionados con datos; fomentar los viajes y otras formas de intercambio técnico pues resulta difícil obtener un permiso para viajar a Cuba, evitar la restricción legislativa en materia de comunicaciones a la manera de la Ley Helms-Burton y permitir la inversión directa de empresas estadounidenses en la infraestructura cubana, ofreciendo equipos y servicios, cuestión prohibida por Washington desde 1959 luego del triunfo de la Revolución.
La administración de Barack Obama continuó la línea de sus antecesores y reforzó el bloqueo económico y comercial contra Cuba. En el caso de las telecomunicaciones, el 13 de abril de 2009, emitió un memorando con “permisos” a los proveedores de servicios de Estados Unidos pero muy poco se ha implementado.
Estados Unidos continúa confiscando activos de empresas cubanas y mantienen retenidos en bancos norteamericanos unos 200 millones de dólares pertenecientes a empresas de telecomunicaciones de Cuba.
Varios sitios y servicios en Internet están bloqueados para los usuarios que residen en Cuba. Por ejemplo, la mayoría de los equipos de imágenes médicas son controlados o incluyen en su composición ordenadores basados en el sistema operativo Windows XP de 64 bits, que requiere ser activado con Microsoft antes de los 30 días después de instalado. La activación se puede realizar automáticamente por Internet, mediante la conexión directa del ordenador a los servidores de Microsoft o manualmente llamando por teléfono a alguna de las oficinas de dicha compañía en el mundo. Ninguna de las dos opciones está disponible para Cuba, al no tener Microsoft representación en la Isla y rechazarse la activación automática por el servidor de la compañía cuiando proviene de Cuba.
Ejercen presiones sobre empresas de países “aliados” ; tal es el caso de la española Telefónica, que fue requerida en noviembre del 2011 por la Comisión del Mercado de Valores estadounidense (SEC, por sus siglas en inglés), por supuestos negocios y contactos con la Empresa de Telecomunicaciones de Cuba, ETECSA.
La empresa estadounidense Sprint y la cubana ETECSA no han podido implementar el servicio de roaming –que permite a viajeros de un país continuar utilizando los servicios de llamadas, mensajería y datos de su número de teléfono móvil al visitar el otro- debido a que no pueden realizar transacciones con bancos norteamericanos y los bancos de terceros países temen a las sanciones que puedan recibir por realizar estas operaciones.
La Revolución ha invertido más de dos mil millones de pesos para llevar las comunicaciones hasta los lugares más apartados de la geografía cubana.
Cuba cuenta con recursos humanos altamente calificados en las TIC, entre los primeros países según el informe de la Unión Internacional de Telecomunicaciones del año 2014.
Los Joven Club de Computación en sus 28 años de trabajo han preparado de forma gratuita a más de 4, 2 millones de cubanos en temas relacionados con las TIC.
Las universidades cubanas están conectadas a Internet y ampliaron sustancialmente su ancho de banda en el último año. Así mismo ocurre con los centros científicos, órganos de prensa y otras instituciones que han sido priorizadas en la creación de las condiciones técnicas a que se ha podido llegar.
Cada vez más cubanos, a pesar de las limitaciones tecnológicas – escasos recursos de conectividad e infraestructura – utilizan Facebook, Twitter y otras redes sociales como vía de comunicación con el mundo, hay más de 3 mil blogs con perfiles diferentes y alojados en plataformas nacionales.
Es conocido que en menos de un año directivos de Google han visitado Cuba en varias ocasiones. A partir de las preguntas que realizaron en el recorrido que efectuaron por instituciones cubanas se evidenció su interés en el sector no estatal y que su principal objetivo era buscar información sobre las redes cubanas, la conectividad y programas que se desarrollan, así como presentarse como el hada madrina que puede solucionar los problemas de infraestructura para la conectividad y ampliación del ancho de banda que presenta nuestro país. La realidad es que no presentaron ningún proyecto concreto, ni respuestas a las preguntas que les realizaron en varios centros relacionadas con las limitaciones para acceder desde Cuba a varios servicios de Google.
The New York Times dice que el gobierno cubano no tiene voluntad política para expandir el acceso a Internet y sin embargo Los Lineamientos del VI Congreso del Partido, aprobados en abril de 2011: 131 – dirigido a sostener y desarrollar los resultados alcanzados en el proceso de informatización de la sociedad – , el 223 – a elevar la soberanía tecnológica en el desarrollo de la infraestructura de telecomunicaciones – y 226 – a ejecutar inversiones en la industria electrónica, de informática y comunicaciones que permitan mantener lo logrado y su desarrollo – , demuestran lo contrario. Además, el Primer Vicepresidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez ratificó en la clausura del I Taller Nacional de Informatización y Ciberseguridad, el pasado 20 de febrero que, “existe la voluntad y disposición efectiva del Partido y el Gobierno cubanos de desarrollar la informatización de la sociedad y poner Internet al servicio de todos, facilitando una inserción efectiva y auténtica de los cubanos en ese espacio”.
Se constituirá en el primer trimestre de 2016 la Unión de Informáticos de Cuba, organización que agrupa a los profesionales de las tecnologías de la información y la comunicación.
El gobierno cubano tiene concebido el programa de informatización del país, que incluye la modernización de la infraestructura de telecomunicaciones y del equipamiento informático, la actualización del marco legal, la seguridad tecnológica, el desarrollo de contenidos, aplicaciones, servicios, comercio electrónico y del capital humano.
Cuba asumirá los propósitos planteados en el “Programa Conectar 2020”, para el desarrollo mundial de las Tecnologías de la Información y las Comunicaciones”, de la Unión Internacional de Telecomunicaciones (UIT), sostuvo Ernesto Rodríguez Hernández, Director General de Informática del Ministerio de Comunicaciones de Cuba.