Tutti i paesi pensano al Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici CELAC che si svolgerà in questo mese di gennaio a Quito per cercare formule che aiutino a ridurre la disuguaglianza ha affermato di recente il vice ministro degli Esteri di Cuba, Abelardo Moreno.
Nessun paese della regione con qualsiasi orientamento politico, può dimenticare quello che la Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi aveva giudicato: questa è la zona più disuguale del mondo, aveva detto Moreno alla stampa parlando nel Palazzo delle Convenzioni.
Dopo il suo intervento nella Commissione delle Relazioni Internazioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare – il Parlamento – Moreno ha precisato che il IV Vertice della CELAC si svolgerà a Quito il 27 gennaio prossimo.
“Ci sono grandi aspettative. La CELAC è il nostro meccanismo di concertazione politica, un meccanismo che si è consolidato in maniera apprezzabile partendo dai vertici effettuati sino ad ora”, ha detto, ed ha segnalato che si è verificato uno speciale rafforzamento nell’appuntamento de L’Avana, con la firma di tutti i presidenti della regione della proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.
Moreno ha anticipato che la riunione vertice di Quito, quando l’Ecuador passera alla Repubblica Dominicana la presidenza pro-tempore del meccanismo- deve dibattere i grandi problemi della nostra regione per cercare di avanzare verso lo sradicamento della povertà e cercare le vie per far sì che l’accordo politico sia sempre più forte, soprattutto negli organismi internazionali.
“Inoltre si tratta d’incontrare la maggiore unità possibile nella diversità in una regione dove ci sono convulsioni difficoltà e dove la crescita economica del 2015 è stata negativa”.
“Una regione, ha spiegato, che attraversa momenti difficili e che ha nella CELAC uno dei meccanismi da usare per cercare di superare questa situazione”.
Moreno ha insistito che c’è diversità in America Latina e nei Caraibi, dove vivono processi distinti, alcuni più a sinistra, altri più a destr, a alcuni più progressisti, ma indipendentemente dalle ideologie, i problemi sono comuni.
“Nel mezzo delle diversità regionali i punti di contatto più importanti sono quelli vincolati allo sviluppo e alla necessità di sradicare la povertà, nonostante il difficile momento che vive la regione, considerando il calo del PIL – Prodotto Interno Lordo”, ha assicurato.
Valutando la presidenza pro-tempore dell’Ecuador, Moreno ha indicato che Quito ha lavorato per tutto il 2015 alla detta Agenda 20/20.
Noi crediamo che alla CELAC manca un programma di lavoro a più lungo tempo”, ha riferito ed ha spiegato che le presidenze della CELAC sono annuali e questo da poco spazio ai presidenti pro-tempore per fare cose.
Che sia il documento che presenterà l’Ecuador o un altro documento, che sia un ibrido di varie iniziative che sono sorte, è irrilevante. L’importante è che a partire da adesso lavoreremo tra tutti per incontrare un programma a più lungo tempo, per vedere la luce alla fine del cammino.
A proposito della prossima presidenza della Dominicana, il vice ministro degli Esteri cubano ha sostenuto che va vista con entusiasmo.
“Abbiamo realizzato una riunione dei coordinatori nazionali a Quito, nel novembre
Scorso e la delegazione dominicana presieduta da una viceministro, ha mostrato molto entusiasmo nel cercare di apprendere tutto il possibile sulla CELAC con il fine di riuscire e realizzare un ruolo degno alla guida di una comunità tanto diversa e tanto complessa.