Le leggi si rispettano

Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com

cia spia cubaOgni giorno, la stampa scandalistica del mondo capitalista, esige ai governi di sinistra il rigoroso rispetto delle leggi, ma quando si tratta di governi di destra lo dimenticano completamente, e fanno e disfano con totale mancanza di rispetto delle stesse.

Un esempio è ciò che accade in Argentina, dove l’attuale presidente non ricorre al Congresso per agire contro i lavoratori, facendo valere il suo status attraverso decreti presidenziali.

Che gli venga in mente al presidente del Venezuela, della Bolivia, Ecuador o Brasile di fare qualcosa di simile, immediatamente l’OSA, gli USA e i loro alleati europei, lo puniscono e creano tremendo scalpore.

Contro Cuba accade la stessa cosa, quando il suo Governo fa rispettare le leggi, di fronte a violazioni e provocazioni guidate e finanziate dal estero, subito traboccano le campagne mediatiche contro di lui.

Ciò è accaduto di recente, quando Paula Ragazzi e Victor Petroff, due “innocenti” studenti brasiliani, che sono arrivati ​​a L’Avana con visti turistici, ma invece di godersi il fascino della città hanno iniziato a fare lavori giornalistici con elementi controrivoluzionari, con l’evidente scopo di aumentare le campagne mediatiche contro la Rivoluzione.

In tutti i paesi, un turista straniero può eseguire solo azioni di piacere e svago, non ha diritto a lavorare e tanto meno a fare giornalismo; questo lo sanno bene coloro che hanno pagato il loro biglietti in aereo, il vitto e alloggio.

“Casualmente”, il soggetto da intervistare, per conoscere il parere della popolazione di L’Avana rispetto al disgelo tra Washington e L’Avana, è stato niente meno che uno degli stipendiati degli USA, nominato Antonio Enrique González-Rodiles Fernandez; qualcosa di ben preparato per sistemare lo show quando le autorità agiranno in conformità alla legge internazionale.

I due brasiliani, secondo le proprie dichiarazioni alla stampa, sono stati citati e intervistati da funzionari dell’immigrazione, dopo essere a conoscenza della violazione commessa nelle loro condizioni di soggiorno, come previsto dalla legge in questi casi.

Entrambi si sono presentati presso gli uffici di Immigrazione e per Stranieri, dove sono stati informati della trasgressione commessa e di conseguenza gli è stata inflitta come sanzione amministrativa la riduzione del loro soggiorno, che era inizialmente fino a 30 giorni.

Sostenere che sono stati espulsi è una soverchieria mediatica per colorare la notizia. L’espulsione è un atto giuridico applicato come misura aggiuntiva ad una sentenza di un tribunale, cosa che non è accaduta, a dimostrazione della fandonia al fine di aumentare la demonizzazione che pretendono fare alla Rivoluzione cubana.

In America Latina ci sono diversi paesi, come il Cile, che al concedere un visto inseriscono un timbro che dice chiaramente che: il visitatore non potrà compiere atti politici a danno dello Stato né contro altri, che possano danneggiare le relazioni del Cile con questi paesi.

Perché formare, quindi, questo clamore per qualcosa che sapevano a priori?

Per dimostrare che tutto fu programmato dagli USA, lasciando l’Avana sono andati direttamente ad offrire dichiarazioni alla stazione radio sovversiva, Radio Martí, contro Cuba, qualcosa molto ritrito e banale che i cubani conoscono molto bene.

Una cosa è la libertà di espressione e un’altra sono le provocazioni che violano le leggi; pertanto chi, eseguendo orientamenti e con finanziamenti di una potenza straniera al fine di agire contro la sovranità di Cuba, rischia di giocare con il fuoco, sa già cosa lo aspetta.

Sono 57 anni di una lotta costante del popolo cubano contro aggressioni di ogni tipo, progettate dagli USA, per voler giocare in casa della trottola.

E come asseverò José Martí: “Le leggi sono, senza dubbio, rispettabili”.

Las leyes se respetan

Por Arthur González

Todos los días la prensa amarilla del mundo capitalista, exige a los gobiernos de izquierda el cumplimento estricto de las leyes, pero cuando se trata de gobiernos de derecha lo olvidan totalmente y hacen y deshacen con total irrespeto a las mismas.

Un ejemplo es lo que sucede en Argentina, donde el actual presidente no cuenta con el Congreso para tomar acciones contra los trabajadores, haciendo valer su condición mediante decretos presidenciales.

Que se le ocurra al presidente de Venezuela, de Bolivia, Ecuador o Brasil hacer algo semejante, de inmediato la OEA, Estados Unidos y sus aliados europeos lo sancionan y forman tremenda alharaca.

Contra Cuba sucede lo mismo, cuando su Gobierno hace valer las leyes, ante violaciones y provocaciones orientadas y sufragadas desde el exterior, de inmediato se desbordan las campañas mediáticas en su contra.

Así sucedió en fecha reciente cuando Paula Ragazzi y Víctor Petroff, dos “inocentes” estudiantes brasileños, arribaron a La Habana con visado de turistas, pero en vez de disfrutar de los encantos de la ciudad, comenzaron hacer trabajos periodísticos con elementos contrarrevolucionarios, con el evidente propósito de incrementar las campañas mediáticas en contra de la Revolución.

En todos los países un turista extranjero solo puede realizar acciones de placer y recreo, no tiene derecho a trabajar y menos hacer periodismo, eso lo saben bien los que sufragaron sus pasajes en avión, el hospedaje y la alimentación.

“Casualmente” el sujeto a entrevistar, para conocer la opinión de la población habanera respecto al deshielo entre Washington y La Habana, fue nada menos que uno de los asalariados de Estados Unidos nombrado Antonio Enrique González-Rodiles Fernández, algo bien preparado para conformar el show cuando las autoridades actuarán conforme a la ley internacional.

Los dos brasileños, según sus propias declaraciones a la prensa, fueron citados y entrevistados por oficiales de Inmigración, al conocerse la violación cometida en sus condiciones de estancia, como lo estipula la legislación en esos casos.

Ambos se presentaron en las oficinas de Inmigración y Extranjería, donde se les informaron de la trasgresión cometida y por tanto se les impuso como sanción administrativa el recorte del término de su estancia, la que era inicialmente hasta 30 días.

Afirmar que fueron expulsados es una barrabasada mediática para darle color a la noticia. La expulsión es una medida jurídica que se aplica como medida accesoria a una sentencia de un tribunal, cosa que no sucedió, lo que demuestra la patraña para aumentar la satanización que pretenden hacerle a la Revolución cubana.

En América latina hay varios países, como Chile, que al otorgar una visa de internamiento le plasman un cuño donde dice claramente que el visitante no podrá ejecutar actos políticos contra el Estado ni contra otros que puedan lesionar las relaciones de Chile con esos países.

¿Por qué formar entonces esa algarabía por algo que sabían de ante mano?

Para demostrar que todo fue planificado desde Estados Unidos, al salir de La Habana fueron directo a ofrecer declaraciones a la emisora subversiva Radio Martí en contra de Cuba, algo muy manido y gastado que los cubanos conocen a la perfección.

Una cosa es la libertad de expresión y otra las provocaciones que violan las leyes; por tanto, el que, cumpliendo orientaciones y con financiamiento de una potencia extranjera para actuar contra la soberanía de Cuba, se arriesgue a jugar con la candela, ya sabe lo que le toca.

Son 57 años de una lucha constante del pueblo cubano contra agresiones de todo tipo, diseñadas por Estados Unidos, para querer jugar en casa del trompo.

Y como aseguró José Martí: “Las leyes sin indudablemente respetables”.

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