Angel Guerra Cabrera https://lapupilainsomne.wordpress.com
Il Consiglio Permanente (CP) dell’OSA ha tacitamente sconfessato il segretario generale dell’organizzazione Luis Almagro adottando una risoluzione sul Venezuela che, sembra, raccoglie parte importante della posizione di Caracas sulla situazione politica nel paese.
Almagro pretende, in un atto insolito, far sedere su banco degli accusati il governo del Venezuela applicandogli la Carta Democratica Interamericana (CDI) sostenendo le menzogne e falsità dell’opposizione controrivoluzionaria locale, contenuta in un documento di 132 pagine. Per questo ha convocato una sessione speciale del CP tra il 10 e il 20 giugno.
La risoluzione adottata mercoledì non dice nulla della CDI, anche se bisognerà vedere come si evolvono gli eventi da adesso a quando si riunisca di nuovo il CP.
L’intenzione di questo incolore soggetto di applicare a Caracas la CDI si produce proprio mentre il Venezuela è minacciato da ogni parte dagli USA e dalla destra internazionale, approfittando della morte del presidente Hugo Chavez e dal drastico calo dei prezzi del petrolio. Nel frattempo, il presidente Nicolas Maduro, sostenuto nelle strade dal chavismo e le dalla Forza Armata Nazionale Bolivariana si mantiene fermo nella difesa della Costituzione e ha dichiarato una ribellione contro la CDI.
L’iniziativa di Almagro è stata lanciata il giorno prima di mercoledì 1 giugno, quando era stata convocata una riunione straordinaria del CP per, su richiesta dell’Argentina presidente pro tempore dell’organismo, discutere la situazione in Venezuela. Curiosamente, Buenos Aires ha sostenuto, alle spalle di Caracas, un progetto di risoluzione, approvato anche da Barbados, Brasile, Canada, Costarica, USA, Honduras, Messico, Panama, Perù, Guatemala, Repubblica Dominicana ed Uruguay, che anche se chiamava a mantenere il dialogo tra il governo e l’opposizione nel paese sudamericano, già iniziato a Santo Domingo con la mediazione degli ex presidenti José Luis Rodríguez Zapatero (Spagna), Leonel Fernandez (Repubblica Dominicana) e Omar Torrijos (Panama), non specificava -come proponeva il progetto presentato dall’ambasciatore Bernardo Alvarez, rappresentante venezuelano- che qualsiasi soluzione in Venezuela deve essere basata sul rispetto della sua sovranità e riconoscere il governo costituzionale e legittimo del presidente Maduro così come che il dialogo in corso è patrocinato da UNASUR. Entrambe questioni di fondamentale importanza, poiché se si lasciassero fuori dal testo rimarrebbe la porta aperta al colpo di stato e all’ intervento, e se si esclude UNASUR, si dà implicitamente all’OSA una belligeranza per quanto riguarda la situazione in Venezuela che non si è guadagnato e che Caracas e altre capitali della regione non vogliono.
Da qui che la presidenza argentina passasse dalla strana posizione di sottoporre il suo progetto di risoluzione al voto per consenso, senza averlo nemmeno discusso con il Venezuela, alla più ragionevole e democratica di concedere una pausa per, secondo con l’amabile e amichevole richiesta di Alvarez, dare sufficiente tempo perché potesse essere conosciuto il progetto venezuelano dagli Stati membri.
Bisogna ricordare la guerra multi dimensionale scatenata contro Caracas dall’imperialismo e dai suoi alleati e accoliti, in particolare Alvaro Uribe e dai suoi seguaci in Colombia e dall’impresentabile governo di Mariano Rajoy; sostenuto in coppia , dai corrotti ex presidenti José Maria Aznar e Felipe González.
Parte centrale in questa avventura è la persecuzione a cui Washington ha sottoposto Caracas dal fallito colpo di stato dell’aprile 2002, che comprende la direzione ed organizzazione dell’opposizione anti patriottica nel paese sudamericano, la pianificazione delle sue attività da parte del Comando Sud USA e le spietate campagne mediatiche e la guerra economica. Si sommi il cinico decreto di Obama che dichiara il Venezuela un grave pericolo per la sicurezza nazionale USA; recentemente rinnovato dalla Casa Bianca per il secondo anno consecutivo.
Tutto indica che Almagro ha un’enorme fretta d’ingraziarsi Washington e l’estrema destra anti-venezuelana. Appena arrivato alla scredita OSA si scagliò contro il Venezuela, come non ha fatto in relazione a qualsiasi dei governi neoliberali che commettono gravi violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto e insanguinano e impoveriscono i popoli della nostra America.
Di Almagro due fondatori del Frente Amplio (FA) dell’Uruguay mi informarono che viene dall’estrema destra del Partito Bianco e che a loro parere, dopo una grigia carriera diplomatica entrò in quella comunità con la finalità di ascendere ad ambasciatore e poi a cancelliere, fingendo di condividere la politica di unità ed integrazione latino-caraibica dei governi del FA per finalmente posizionarsi nella segreteria generale dell’OSA, con il sostegno dei governi di sinistra della regione e poi porsi al servizio delle posizioni più di destra al servizio dell’imperialismo.
Questa settimana è stato segnalato da Kintto Lucas, ex vice ministro degli esteri dell’Ecuador ed ex ambasciatore itinerante dell’Uruguay, (Almagro) come chi essendo capo della diplomazia di Montevideo esitò davanti al dovere di condannare il colpo di stato parlamentare contro il presidente Fernando Lugo in Paraguay. Senatori del FA, questa settimana, hanno espresso vergogna per il comportamento traditore dell’ ex ministro degli Esteri del governo di Jose Mujica.
In un modo o nell’altro, l’OSA è un organo anacronistico, di chiara traiettoria servile all’imperialismo ed un ostacolo all’unità dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi, il cui discredito raggiungerà i più alti livelli con un rettile da noleggio come Almagro come incaricato, un signor nessuno con pretese di grandezza.
Twitter: @aguerraguerra
Almagro: un don nadie con ínfulas de grandeza
Por Ángel Guerra Cabrera
El Consejo Permanente(CP) de la OEA desautorizó tácitamente al secretario general de la organización Luis Almagro al adoptar una resolución sobre Venezuela que, al parecer, recoge parte importante de la posición de Caracas sobre la situación política en el país.
Almagro pretende, en un acto insólito, sentar en el banquillo de los acusados al gobierno de Venezuela aplicándole la llamada Carta Democrática Interamericana(CDI) arguyendo las mentiras y falsedades de la oposición contrarrevolucionaria local, vertidas en un documento de 132 páginas. Para ello ha convocado a una sesión extraordinaria del CP entre el 10 y el 20 de junio. La resolución aprobada el miércoles no dice nada de la CDI, aunque habría que ver cómo evolucionan los acontecimientos de aquí a que se reúna de nuevo el CP.
El intento de este inincoloro sujeto de aplicar a Caracas la CDI se produce justo cuando Venezuela es acosada desde todos los flancos por Estados Unidos y la derecha internacional, aprovechando la desaparición del presidente Hugo Chávez y la caída drástica de los precios del petróleo. Mientras, el presidente Nicolás Maduro, con el apoyo en la calle del chavismo y de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana se mantiene firme en defensa de la Constitución y ha declarado una rebelión contra la CDI.
La iniciativa de Almagro fue lanzada el día antes del miércoles 1 de abril, cuando estaba convocada una reunión extraordinaria del CP para, a pedido de Argentina, presidente pro témpore de la instancia, discutir la situación en Venezuela. Curiosamente, Buenos Aires impulsó, a espaldas de Caracas un proyecto de resolución, endosado también por Barbados, Brasil, Canadá, Costa Rica, EE.UU., Honduras, México, Panamá, Perú, Guatemala, República Dominicana y Uruguay, que aunque llamaba a mantener el diálogo entre el gobierno y la oposición en el país suramericano, iniciado ya en Santo Domingo con la intermediación de los ex presidentes José Luis Rodríguez Zapatero(España), Leonel Fernández (República Dominicana) y Omar Torrijos(Panamá), no especificaba -como proponía el proyecto presentado por el embajador Bernardo Álvarez, representante venezolano- que toda solución en Venezuela debe basarse en el respeto a su soberanía y reconocer al gobierno constitucional y legítimo que preside Maduro así como que el diálogo actual cuenta con el patrocinio de UNASUR. Ambas cuestiones de fundamental importancia, pues si se dejaran fuera del texto quedaría la puerta abierta al golpe de Estado y a la intervención, y si se obvia a UNASUR, se le da implícitamente a la OEA una beligerancia en cuanto a la situación en Venezuela que no se ha ganado y que Caracas y otras capitales de la región no desean.
De allí que la presidencia argentina pasara de la extraña postura de someter su proyecto de resolución a la votación por consenso, sin haberlo siquiera conversado con Venezuela, a la más razonable y democrática de conceder un receso para, de acuerdo con la amable y amistosa solicitud de Álvarez, dar tiempo suficiente para que pudiera ser conocido el proyecto venezolano por los Estados miembros.
Conviene recordar la guerra multidimensional desencadenada contra Caracas por el imperialismo y sus aliados y acólitos, en particular Álvaro Uribe y sus seguidores en Colombia y el impresentable gobierno de Mariano Rajoy, apoyado a dúo por los corruptos ex presidentes José María Aznar y Felipe González.
Parte central en esta aventura es el hostigamiento a que Washington ha sometido a Caracas desde el frustrado golpe de Estado de abril de 2002, que incluye la dirección y organización de la oposición apátrida en el país suramericano, la planificación de sus actividades por el Comando Sur de Estados Unidos y las inmisericordes campaña mediática y guerra económica. Súmesele el cínico decreto de Obama que declara a Venezuela un grave peligro para la seguridad nacional de Estados Unidos, renovado recientemente por la Casa Blanca por segundo año consecutivo.
Todo indica que Almagro tiene una prisa enorme por congraciarse con Washington y con la extrema derecha antivenezolana. En cuanto llegó a la desprestigiada OEA arremetió contra Venezuela, como no lo ha hecho en relación con ninguno de los gobiernos neoliberales que cometen graves violaciones a los derechos humanos y al estado de derecho y ensangrientan y empobrecen a los pueblos de nuestra América.
De Almagro dos fundadores del Frente Amplio(FA) de Uruguay me informron que viene de la extrema derecha del Partido Blanco y que en su opinión, luego de una gris carrera diplomática ingresó a esa colectividad con propósito de ascender a embajador y luego a canciller, fingiendo compartir la política de unidad e integración latino-caribeña de los gobiernos del FA para finalmente posicionarse en la secretaría general de OEA con el apoyo de los gobiernos de izquierda de la región y luego ponerse al servicio de las posiciones más derechistas al servicio del imperialismo.
Esta semana ha sido señalado por Kintto Lucas, ex vicecanciller de Ecuador y ex embajador itinerante de Uruguay, como quién siendo jefe de la diplomacia de Montevideo titubeó ante el deber de condenar el golpe parlamentario contra el presidente Fernando Lugo en Paraguay. Senadores del FA han manifestado esta semana vergüenza por la traicionera conducta del ex canciller del gobierno de José Mujica.
De una u otra forma, la OEA es un ente anacrónico, de clara trayectoria servil al imperialismo y un obstáculo a la unidad de los pueblos de América Latina y el Caribe, cuyo desprestigio alcanzará las más altas cotas con un reptil de alquiler como Almagro de encargado, un don nadie con ínfulas de grandeza.
Twitter: @aguerraguerra