Cooperazione medica cubana: Patria è Umanità

interna medico cubaaaCuba ha contribuito in tutti i continenti con apporti concreti nella cooperazione internazionale, tanto assistenziale come docente, e ha sviluppato le capacità nazionali mediante la formazione e la preparazione delle risorse umane.


Benché la data ufficiale di inizio di questo aiuto nel campo della salute si consideri il 23 maggio 1963, con l’invio della prima brigata in Algeria i cui 55 membri hanno prestato servizio per un anno, quella crociata d’amore, con fondamento etico e profondamente umanista, ha avuto il suo antecedente nel 1960 in Cile, quando è avvenuto il terremoto che ha provocato migliaia di morti.

Da allora quasi 135000 collaboratori cubani hanno portato il benessere e la salute a milioni di abitanti in 108 paesi, ha detto all’ACN la dottoressa Michele Santana Iglesias, capo del Dipartimento di Cooperazione Internazionale dell’Unità Centrale di Cooperazione Medica, appartenente al Ministero di Salute Pubblica (MINSAP).

Attualmente circa 48000 professionisti sono presenti in 67 Stati, dove persino nei luoghi più remoti contribuiscono a elevare notevolmente gli indicatori sanitari.

Questo comprende dalle azioni di promozione della salute e prevenzione di malattie, fino alle campagne di vaccinazione, il controllo igienico-epidemiologico e l’assistenza medica, ha precisato la funzionaria.

È opportuno sottolineare che 51 brigate d’emergenza sono state in 32 nazioni con più di novemila collaboratori. A partire dal 19 settembre 2005, quando il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, ha inaugurato il contingente di Medici Specializzati in Disastri e Grandi Epidemie, Henry Reeve, sono già 21 brigate con più di settemila professionisti che hanno portato ben in alto il nome di Cuba.

Con la creazione della Cattedra di Salute Pubblica Internazionale, nell’isola caraibica dal 2007 si potenzia la formazione di personale in questo settore.

Ciò conferma l’intenzione di raggiungere un aiuto sostenibile, oltre a migliorare la qualità della vita delle popolazioni e proseguire le azioni dei professionisti cubani quando si ritirano dai paesi dove lavorano, ha precisato l’esperta.

Cuba collabora anche con il Programma di Leader della Salute Internazionale delle Organizzazioni Panamericana e Mondiale della Salute (OPS/OMS), con la partecipazione delle Brigate Mediche e la preparazione del Modulo di Cooperazione Internazionale.

Basta ricordare come antecedenti quando nell’epoca coloniale vari medici sono partiti verso altri territori, arruolandosi come soldati in lotte per l’indipendenza, con la qual cosa hanno manifestato lo spirito solidale e internazionalista.

Rappresentanti delle OPS/OMS e mandatari hanno elogiato questa collaborazione e hanno definito inestimabile la formazione delle risorse umane, non solo per il popolo cubano, bensì ma al fine di contribuire allo sviluppo sanitario di nazioni in difficoltà .

Durante la 69^ Assemblea Mondiale della Salute, tenutasi recentemente a Ginevra, la dottoressa Margaret Chan, direttrice generale dell’OMS, ha elogiato la cooperazione medica cubana che ha elevato gli indicatori sanitari in diversi paesi.

Allora ha definito degno di ammirazione il metodo cubano di insegnamento della Medicina, con un senso umano e sociale e un maggiore impegno con la comunità, valori che hanno potuto acquisire anche molti studenti stranieri formati nell’isola.

A questo si somma la preparazione gratuita, nella Scuola Latinoamericana di Medicina, di quasi 27.000 futuri medici che provengono dalle popolazioni più vulnerabili, e dopo ritornano per servire le loro comunità.

Questo progetto ideato dal leader della Rivoluzione, Fidel Castro, e fondato il 15 novembre 1999, è un modello di integrazione tra i popoli e ha formato medici di più di 90 nazioni, compresi gli Stati Uniti.

Come essenza del processo rivoluzionario e delle idee di Fidel, la collaborazione medica costituisce un elemento essenziale nel riconoscimento e nel rispetto internazionale che Cuba ha guadagnato negli ultimi 55 anni.

Il seme di quella tradizione internazionalista nella salute pubblica risale all’arringa di difesa “La storia mi assolverà” (1953), nella quale il leader della Rivoluzione ha dichiarato che la politica cubana in America sarebbe stata di stretta solidarietà.

In diversi interventi il Comandante in Capo ha ribadito che benché Cuba sia un paese sottosviluppato, ha l’obbligo sacro di offrire il sostegno materiale e umano ad altri popoli in difficoltà.

Questo è un principio sacro della Rivoluzione; questo è quello che noi chiamiamo internazionalismo, perché consideriamo che tutti i paesi sono fratelli e prima che “la Patria è l’umanità”, ha detto Fidel.
Scritto da Iris Armas Padrino Speciale dell’ACN per Cubasi

Traduzione: Redazione di El Moncada
http://www.cubasi.cu

 

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