Da una prigione dell’impero, nel suo 35º anno d’ingiusta reclusione, Oscar López Rivera, simbolo oggi dello spirito di ribellione del popolo di Portorico ha inviato i suoi auguri al leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz per il suo 90º compleanno e gli ha augurato anche molti altri compleanni perché il mondo lo necessita e perchè continui ad essere un’ispirazione.“Speriamo che lui possa vedere la nostra vittoria: la nostra patria decolonizzata, unendo le due ali dello stesso uccello!”
Il saluto di Oscar López Rivera si trova in un documento intitolato “In resistenza e lotta… al di là delle barriere”, reso pubblico il 20 luglio nel luogo storico di Birán durante la visita realizzata dalla Brigata di Solidarietà portoricana Juan Rius Rivera.
Il documento letto dal brigatista José Rivera, spiega dettagliatamente il processo manipolato realizzato contro gli indipendentisti della fraterna isola dei Caraibi e i ringraziamenti per coloro che hanno offerto appoggio e reclamato giustizia.
“Con molti anni d’ esperienza accumulata per la liberazione dei nostri Cinque Eroi nazionali: Lolita Lebrón, Andrés Figueroa, Irving Flores, Rafael Cancel e Oscar Collazo e in appoggio a coloro che resistettero davanti al Gran Giurì Federale.”
Inoltre segnala la rapida risposta solidale con i prigionieri politici portoricani, partendo dal 4 aprile del 1980 dopo la cattura di 11 indipendentisti a Evanston, in Illinois e ugualmente dopo gli attacchi del governo degli Stati Uniti, nel loro tentativo di distruggere il movimento, indirizzati soprattutto contro le comunità di Chicago e Nuova York…attacchi implacabili.
Le comunità erano assediate e si’ncrementarono gli arresti e le reclusioni, includendo l’uso del Gran Giurì Federale per espandere l’aggressione, accusando di violenza e violenza criminale con sentenze più dure.
La campagna di solidarietà, è stato letto, non s’interruppe nè diminuì, ma sopravvisse con il passare del tempo e andò più avanti con un maggior appoggio del movimento indipendentista e delle persone che amano la libertà e la giustizia, con l’appoggio delle organizzazioni progressiste.
López Rivera riconosce che gli arresti e gli attacchi contro Los Macheteros, nell’agosto del 1985 “furono un gran colpo al movimento”, ma che comunque la campagna si rinforzò e ricorda che tra il 1999 e il 2015 vari prigionieri furono liberati.
Il duro lavoro che diede risultati politici fu il prodotto della resistenza, la perseveranza e l’impegno dei compagni che lavorarono molto, meravigliosi, che non si arresero nemmeno quando venivano aggrediti, fu dei cuori grandi e amorosi del popolo di Puerto Rico e del resto del mondo.
Dopo il 2011, precisa il testo, la campagna mise a fuoco le energie per ottenere la mia liberazione. Fu il 29 maggio del 2012 che io vidi il massiccio apporto in Puerto Rico di attività realizzate per segnalare il mio 31º anno di reclusione, realizzate soprattutto dal Comitato per i Diritti Umani e il National Boricua Human Rights Network nella diaspora.
Da allora, afferma Oscar, esiste un movimento a lunga portata, inclusivo, popolare, creativo e molto efficace che ha forgiato livelli di unità simili a quelli che si ottennero nella lotta – vittoriosa- per cacciare la Marina da Guerra degli Stati Uniti da Vieques.
Come esempio di creatività ha citato l’impresa di Tito Kayak, che dal Venezuela ha navigato nel suo Kayak fermandosi in diverse isole dei Caraibi, cercando appoggio per la scarcerazione di questo umile servitore.
E anche le due camminate nazionali che sono giunte in tutti i municipi di Puerto Rico ed hanno ottenuto il sostegno di sindaci, legislature municipali e della gente di molti paesi, e ancora le “32 donne per Oscar”, che hanno cominciato le loro attività a Puente Dos Hermanos coinvolgendo donne di differenti professioni, generazioni, classi sociali, identità sessuali ed etnie.
Ci sono state le visite in prigione di differenti leaders religiosi, avvocati, del governatore di turno, Alejandro García Padilla e della sindaco di San Juan, Carmen Yulín Cruz Soto che “sono storiche a loro volta”, con il sostegno dei governi del Venezuela, Ecuador, Nicaragua e Cuba e del Comitato di Decolonizzazione delle Nazioni Unite.
Ugualmente le molte risoluzioni d’appoggio delle più grandi unioni di lavoratori del paese in Portorico e internazionali, come la National Lawyers Guild (sindacato nazionale degli avvocati), la PR Bar Association, le Università di Portorico e le centinaia e centinaia di lettere inviate al Presidente Obama da tutte le parti del mondo, sono esempi di molte attività politiche e produttive che sono state organizzate.
“Io ringrazio tutti e so che un giorno avrò l’opportunità di esprimere personalmente la gratitudine del mio cuore”.