Esteban Morales https://lapupilainsomne.wordpress.com
Guardate cosa sta succedendo tra i consolati cubani e le succursali della banca Santander in Spagna.
E’ quasi uno scherzo, gente. I nostri consolati cubani in Spagna non possono operare perché il Dipartimento del Tesoro USA applica loro le leggi extraterritoriali del blocco.
Sarà così sfacciato Obama di aver criticato tante volte il blocco, promettere che potremo usare i dollari ed aprire conti in banche USA, e invece ora stiamo “impantanati” con le nostre attività consolari in Spagna?
Non si rende evidente che stanno cercando di ingannarci e giocare con noi a nascondino.
Sono contento di non essermi sbagliato, fin dall’inizio, ma mi scoccia dover accettare che è vero quanto è stato detto da me dal 2009. Che Obama non solo continua ad utilizzare il blocco contro di noi, ma che inoltre, finanziariamente, lo trans-nazionalizzata come mai prima. E non è tra i suoi piani alleviarci da questa situazione.
Senza dubbio, Obama conosce molto bene il danno che economicamente fa a Cuba con tali misure. Che danneggiano seriamente sulla turismo spagnolo ed europeo in generale.
Quanto segue lo abbiamo preso da Cubainformación:
“E’ deludente che tre consolati cubani siano stati privati del ricevere servizi di un ente spagnolo per migliorare il servizio ai propri utenti, a ragione delle oscure ed ingiustificate decisioni unilaterali USA che colpiscono negativamente i cubani e paesi terzi”, ha dichiarato Eugenio Martinez Enriquez, l’ambasciatore di Cuba in Spagna.
“Come è possibile che due mesi dopo la visita del presidente Obama a L’Avana, una filiale del Banco Santander in Catalogna informi il Console Generale di Cuba a Barcellona dell’impossibilità di fornire loro un TPV per facilitare agli utenti il pagamento delle tasse consolari mediante tessere magnetiche, perché Santander ha siglato un accordo con Elavon, compagnia che di elaborazione di carte di credito e debito sussidiaria US Bancorp?” si chiede il diplomatico cubano.
“Allo stesso modo una filiale del Banco Santander di Siviglia, ha cancellato il 1 giugno 2016, un contratto precedentemente firmato il 12 maggio con il Consolato Generale di Cuba a Siviglia per disporre di un TPV perché la società Elavon, ha indicato che le restrizioni USA verso a Cuba glielo impedivano.
“Come va inteso che il 15 marzo 2016 i Dipartimenti del Tesoro e del Commercio USA annunciano che avrebbero permesso alle banche elaborare transazioni del governo cubano che passino, anche solo momentaneamente, per il sistema bancario USA ed in maggio e giugno dello stesso anno, si proibisca ad un’entità dalla Spagna offrire un servizio, così comune in questo paese, a sedi diplomatiche cubane?” chiede il funzionario cubano.
“Sempre a maggio 2016, il ramo galiziano del Banco Santander ha comunicato al Consolato Generale di Cuba a Santiago de Compostela che non poteva approvare i terminali per i clienti la cui attività si sviluppa o è direttamente vincolata a paesi che si trovano nella lista dell’OFAC (Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri del Dipartimento del Tesoro USA), il che significava, come dissero, che inciampavano ancora una volta con la normativa internazionale dell’OFAC che impediscono contrattare prodotti con entità cubane, anche se da più di un decennio questo Consolato è cliente del Banco Santander.
Il diplomatico cubano ha commentato che questi tre consolati in Spagna “sono stati vittime dell’applicazione extraterritoriale del maggiore sistema di misure coercitive finanziarie che esiste” e che applica il governo USA contro Cuba.
E’ – ha detto Martinez Enríquez – “un evidente ostacolo al normale funzionamento di questi uffici che ostacolano il rispetto delle ordinarie funzioni consolari; rappresentano limitazioni pregiudiziali per i cubani residenti in Spagna, spagnoli e altri stranieri che richiedono servizi agli uffici cubani.”
Obama non solo non usa le prerogative che dispone per facilitare le azioni diplomatiche, pur avendo relazioni a livello di ambasciate, ma bensì tutto ciò che si riferisce a spostare denaro e le possibili relazioni commerciali, le ostacola. Questo è il suo “cavallo di battaglia”, ostacolarci tutto il progresso economico. In mezzo ad una situazione in cui le nostre capacità energetiche possono vedersi in difficoltà o sono già gravemente colpite.
In mezzo a queste condizioni, non è difficile supporre che i progressi compiuti all’autorizzare i voli commerciali anche possono soffrire, se non si agevolano le transazioni finanziarie.
Cuba, in qualsiasi momento, non potrà incassare i suoi servizi aeroportuali né le compagnie USA li potranno pagare e viceversa. Pur avendo relazioni diplomatiche a livello di ambasciate. Che, presumibilmente, dovrebbe rendere le cose più facili. Ma non è così.
Mostrandosi chiaramente se non nel contesto della politica, è solo un sottoinsieme di essa. Essendo la politica quella che domina. Per cui poco importa, allora, che abbiamo relazioni diplomatiche, se le misure politiche che Obama adotta le contraddicono mostrando, a mio parere, apertamente dove si stanno giocando gli interessi sostanziali e strategici. Formando parte vitale di questi ultimi, l’interesse di Obama per cambiare il regime politico a Cuba e non agevolarci, in nulla, nel progresso economico socialista del paese.
Perciò Obama non utilizza le sue prerogative per alleviare Cuba dai dolori del blocco; permette che il Dipartimento del Tesoro prenda tali misure contro di noi e assume una postura immorale e ingannevole, per farci credere che le cose stanno andando bene tra Cuba e USA.
Tutto ciò ci pone in una situazione estremamente scomoda, benché non facciamo concessioni; soprattutto se sappiamo che all’interno del Congresso, gente come Bob Menendez, Marco Rubio e altri, continuano nei tentativi di far fare marcia indietro all’esistenza di voli commerciali. Rendendo impossibile essere sicuri che il nuovo presidente non cederà di fronte alle richieste della destra del Congresso.
Tutto quanto esposto mi riconferma nel parere, che l’interesse di Obama ora è di lasciare il campo preparato affinché il possibile successore completi l’operazione che lui, ora, non avrà il tempo di cercare di terminare: recuperare Cuba.
Così, Cuba, da parte sua, non fa e non farà concessioni, lo sappiamo, ma Obama neppure le fa nelle direzioni strategiche che gli interessa lasciare in eredità al suo possibile sostito.
Perciò ho detto: lì c’è il blocco, la base di Guantanamo, la Legge di Aggiustamento Cubano, Radio e TV Martí, garantendo, con la gestione di Internet, l’aggressività mediatica contro Cuba; il debito per i danni non ancora compensati, i gruppi dissidenti, e come se fosse poco: l’ambasciata USA, al fine di garantire, da dentro, la gestione non della semplice diplomazia, ma della politica di “sovversione e cambiamento di regime” a Cuba. Che è ciò che veramente interessa ad Obama.
11 settembre 2016
Lo que afirmo nos lo confirman. Obama es un demagogo o un mentiroso
Por Esteban Morales
Miren lo que está ocurriendo entre los consulados cubanos y las Sucursales de la banca Santander en España.
Es casi una burla, amigos. Nuestros consulados cubanos en España no pueden operar porque el Dpto. del Tesoro de Estados Unidos les aplica las leyes extraterritoriales del bloqueo.
¿Será tan descarado Obama de haber criticado tantas veces el bloqueo, prometer que podremos utilizar los dólares y abrir cuentas en la banca norteamericana, para que ahora estemos “empantanados” con nuestras operaciones consulares en España?
No se hace evidente que están tratando de engañarnos y de jugar con nosotros a los escondidos.
Me alegra no haberme equivocado, desde el principio, pero me revienta tener que aceptar que es verdad lo dicho por mi desde el 2009. Que obama no solo continua utilizando el bloqueo contra nosotros, sino que además, financieramente lo transnacionaliza como nunca antes. Y no está entre sus planes aliviarnos de esa situación.
Es indudable que Obama sabe muy bien el daño que económicamente hace a Cuba con ese tipo de medidas. Que afectan seriamente el turismo español y europeo en general.
Lo siguiente lo hemos tomado de Cubainformación:
“Es decepcionante que tres consulados cubanos hayan sido privados de recibir servicios de una entidad española para mejorar la atención a sus usuarios, a razón de oscuras e injustificadas decisiones unilaterales norteamericanas que afectan negativamente a los cubanos y a terceros países”, declaró Eugenio Martínez Enríquez, embajador de Cuba en España.
“¿Cómo es posible que dos meses tras la visita del Presidente Obama a La Habana, una filial del Banco Santander en Cataluña informe a la Cónsul General de Cuba en Barcelona la imposibilidad de dotarlos de un TPV para facilitar a usuarios el pago de aranceles consulares mediante tarjetas magnéticas, porque el Santander tiene firmado un acuerdo con Elavon, compañía procesadora de tarjetas de crédito y débito subsidiaria de U.S. Bancorp?”, se pregunta el diplomático cubano.
“De la misma forma una filial del Banco Santander en Sevilla, canceló el primero de junio de 2016, un contrato previamente firmado el 12 de mayo con el Consulado General de Cuba en Sevilla para disponer de un TPV, porque la empresa Elavon, indicó que las restricciones de EEUU hacia Cuba se lo impedían.
“¿Quién entiende que el 15 de marzo de 2016 los Departamentos de Tesoro y Comercio de los EEUU anuncien que permitirían a los bancos procesar transacciones del gobierno cubano que pasen, incluso momentáneamente, por el sistema bancario estadounidense y en mayo y junio del propio año, se prohíba a una entidad de España ofrecer un servicio, tan común en este país, a oficinas diplomáticas cubanas?”, indaga el funcionario de Cuba.
“Igualmente en el mes de mayo de 2016, la sucursal gallega del Banco Santander comunicó al Consulado General de Cuba en Santiago de Compostela que no podía aprobar terminales para clientes cuya actividad se desarrolle o esté directamente vinculada a países que se encuentren en el listado de la OFAC (Oficina de Control de Activos Extranjeros del Departamento del Tesoro de los EEUU), lo que significaba, según dijeron, que tropezaban nuevamente con la normativa internacional de la OFAC que impide contratar productos a entidades cubanas, a pesar de que hace más de una década este Consulado es cliente del Banco Santander.
“El diplomático cubano comentó que estos tres consulados en España “han sido víctimas de la aplicación extraterritorial del mayor sistema de medidas coercitivas financieras que existe”, y que aplica el Gobierno de los Estados Unidos contra Cuba.
“Es – dijo Martínez Enríquez- “un evidente obstáculo al normal funcionamiento de esas oficinas que entorpece el cumplimiento de funciones consulares ordinarias; representan limitaciones perjudiciales para cubanos residentes en España, españoles y otros extranjeros que solicitan servicios a las oficinas cubanas.”
Obama no solo no utiliza las prerrogativas que tiene para facilitar las acciones diplomáticas, a pesar de tener relaciones a nivel de embajadas, sino que, todo lo que se refiere a mover el dinero y las posibles relaciones comerciales, lo obstaculiza. Ese es su “caballo de batalla”, obstaculizarnos todo avance económico. En medio de una situación en que nuestras capacidades energéticas se pueden ver dificultadas o ya están siendo seriamente afectadas.
En medio de estas condiciones, no es difícil suponer que los avances logrados al autorizar los vuelos comerciales también puedan sufrir, sino se facilitan las operaciones financieras.
En cualquier momento Cuba no podrá cobrar sus servicios aeroportuarios ni las compañías norteamericanas los podrán pagar y viceversa. A pesar de tener relaciones diplomáticas a nivel de embajadas. Lo cual es de suponer debiera facilitar las cosas. Pero no lo hace.
Mostrándose claramente que la diplomacia no está sino en el contexto de la política.es solo un subconjunto de ella.Siendo la política la que domina. Por lo que poco importa entonces que tengamos relaciones diplomáticas, si las medidas políticas que Obama adopta las contradicen, mostrando a mí entender abiertamente donde se están jugando los intereses sustanciales y estratégicos. Formando parte vital de estos últimos, el interés de Obama por cambiar el régimen político en Cuba y no facilitarnos en nada el avance económico socialista del país.
Por eso Obama no utiliza sus prerrogativas para aliviar a Cuba de los dolores del bloqueo; permite que el Departamento del Tesoro tome tales medidas contra nosotros y asume una postura inmoral y de engaño, para hacernos creer que las cosas marchan bien entre Cuba y Estados Unidos.
Todo lo cual, nos pone en una situación extremo incómoda, aunque no hagamos concesiones; sobre todo, si conocemos que dentro del congreso, gente como Bob Menendez Marco Rubio y otros, continuan en los intentos por dar marcha atrás a la existencia de los vuelos comerciales. Haciendo imposible estar seguros de que el nuevo presidente no va a ceder ante los reclamos de la derecha congresional.
Todo lo expuesto me reafirma en la opinión, de que el interés de Obama ahora es dejar el terreno preparado para que el posible sucesor complete la tarea que el ya no tendrá tiempo para tratar de terminar: recuperar a Cuba.
Entonces, Cuba, por su parte, no hace ni hará concesiones, eso lo sabemos, pero Obama tampoco las hace en las direcciones estratégicas que le interesa legar a su posible sustituto.
Por eso he dicho: ahí está el bloqueo, la base en Guantánamo, la Ley de Ajuste, Radio y TV Martí, garantizando, junto al manejo de Internet, la agresividad mediatica contra Cuba; la deuda por los daños aun no compensados, los grupos disidentes, y como si fuera poco: la embajada norteamericana, para garantizar, desde adentro, el manejo no de la diplomacia simplemente, sino de la política de “subversión y cambio de régimen” en Cuba. Que es lo que de verdad interesa a Obama.
Septiembre 11 del 2016