La declassificazione di una parte della relazione segreta della CIA sull’invasione militare a Cuba provocata da una brigata mercenaria nel 1961, mise allo scoperto le lotte intestine dentro l’agenzia di spionaggio statunitense.
Secondo David Barrett, professore di scienze politiche dell’Università Villanova, in Pennsylvania, la rivelazione del contenuto del volume V di questa investigazione, che si mantenne segreto per molti anni, ci permette di conoscere “la guerra interna dentro la CIA, su chi aveva la colpa del fallimento dell’invasione” a Playa Giron, dal 17 al 19 aprile 1961.
Durante più di 30 anni, la CIA si rifiutò di rendere pubblico il volume V dell’investigazione, a dispetto delle reiterate richieste e su sollecito da parte della Legge di Libertà di Informazione (Freedom of Information Act).
Il Volume V è stato scritto da Jack B. Pfeiffer, storiografo interno della CIA, e presentato al Centro di Studio di Intelligenza dell’agenzia di spionaggio statunitense il 18 aprile 1984.
Pfeiffer suggerisce che “la ragione per cui i documenti furono mantenuti segreti era per la paura che gli stracci sporchi dell’agenzia (CIA) salissero alla luce del sole, più che per contenere qualche informazione significativa di sicurezza”.
Nel documento appena declassificato, Pfeiffer responsabilizzò del fallimento dell’invasione militare a Cuba il governo di John F. Kennedy, e denuncia inoltre che il dossier del direttore generale Lyman Kirkpatrick era “parziale ed incompetente”.
Rivela anche nomi dei principali ufficiali della CIA, destinati a redigere l’informazione per l’investigazione, tra i quali sottolinea William Gibson Dildine, Robert D. Shea e Robert B. Shaffer
La discussione negli Stati Uniti su chi è stato il responsabile della sconfitta nelle spiagge della Baia dei Porci, in aprile del 1961 dura da più di cinque decadi, intorno ad una supposta “infelice decisione politica” del presidente Kennedy di non aver dato copertura militare aerea alle forze mercenarie della Brigata 2506. E proprio per questo, le forze congiunte dell’Esercito Ribelle, la Polizia Nazionale Rivoluzionaria e le milizie popolari cubane, col comandante in capo Fidel Castro alla direzione, sconfissero il tentativo di invasione in appena 72 ore, lasciando 114 mercenari morti nella spiaggia, e circa 1100 catturati e messi a disposizione della giustizia cubana.
Inoltre, questa relazione, recentemente messa a disposizione del popolo, conferma la partecipazione e la responsabilità degli Stati Uniti nei piani aggressivi contro Cuba.
da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi