La sala Nicolás Guillén, della fortezza San Carlos de La Cabaña, ha accolito il coloqquio *Fidel, política e cultura* che ha riunito un pubblico interessato a conoscere meglio il pensiero del Comandante in Capo, al quale si rende uno speciale omaggio nell’attuale edizione della festa delle lettere nell’Isola.
Lo storiografo e investigatore cubano Mario Mencía, uno dei partecipanti al dibattito, ha riferito il carattere attivo che Fidel e *La storia mi assolverà* hanno dato alla tappa precedente il trionfo della Rivoluzione ed ha ricordato che il legato di auto difesa pronunciato dall’allora giovane avvocato dopo gli assalti alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, costituì il primo programma antimperialista che avrebbe condotto alla libertà nazionale.
Fidel trasformò in tribuna il banco degli imputati e proclamò per la posterità la piattaforma programmatica iniziale della Rivoluzione Cubana, ha sostenuto l’autore di vari testi come *La prigione feconda* e *Il grido della Moncada*.
Mencía ha indicato che la decisione di divulgare nel 1953 le aspirazioni di trasformare la società, *costituisce il vero valore rivoluzionario de *La Storia mi Assolverà*, nella misura in cui interpreta la nazione della sua epoca e segnala alle masse il cammino per un vero cambio.
Nel suo allegato di difesa Fidel espose i mali della Cuba di allora, riassunti nei problemi brucianti della terra, la casa, la disoccupazione, l’educazione e la salute.
La scrittrice e giornalista Katiuska Blanco ha commentato il ruolo del leader nella tappa rivoluzionaria e il suo rispetto assoluto alla dignità umana, assicurata come condizione inevitabile della società.
L’autrice di *Tutto il tempo dei cedri*, che riguarda parte della vita del Comandante in Capo, ha citato inoltre il suo impegno e la sua fiducia nell’uomo, *che lo portarono a credere nella gente del popolo dai quali sperava e ricevette mostre di altruismo*.
L’intellettuale canadese Arnold August, studioso di Diritto nella società cubana, invitato al dibattito, ha dissertato sul potere politico e la nuova cultura della comunicazione esercitata da Fidel.
La difesa dei diritti umani in tutte le sfere, inesistente prima del 1959, si unisce alle dimensioni del suo legato, del suo pensiero e dell’azione in una nuova cultura di comunicazione tra il leader e il suo popolo, ha segnalato.
Anche René González Barrios, presidente dell’Istituto di Storia di Cuba, e il politologo argentino Atilio Borón, invitati al colloquio, hanno parlato della solidarietà e dell’internazionalismo di Fidel.
Nella sua attuale edizione, la Fiera dedica al Comandante in Capo 24 titoli, alcuni nuovi e altri che sono nuove edizioni di testi pubblicati nel 2016 in occasione del 90º compleanno del massimo capo della Rivoluzione Cubana.