Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro ha annunciato questa domenica che le agenzie di sicurezza statali hanno le prove che collegano la leadership dell’opposizione agli atti di vandalismo e di violenza per creare il caos e la destabilizzazione con l’obiettivo di arrivare, come già tentato in passato, alla destituzione del governo. Il classico schema delle “rivoluzione colorate”.
Guido Rodríguez, uno dei giovani che hanno condotto l’attacco alla Direzione esecutiva della magistratura a Chacao, stato di Miranda, l’8 aprile 2017, ha accusato i fratelli “morochos” Jose e Alejandro Sanchez (giovani leader del partito Primero Justicia nel comune di Libertador) di averlo pagato per compiere queste azioni di terrorismo.
I detenuti hanno anche ammesso che gli atti di violenza sono stati preparati già dai primi di marzo, presso la sede del partito di opposizione Primero Justicia. Lo scopo era quello di creare uno scenario favorevole per un intervento militare. “Queste sono prove evidenti, come lo sono le testimonianze e le prove che presenteremo nei prossimi giorni”, ha proseguito il presidente Maduro.
Maduro ha anche riferito che il costo di vandalismo contro le istituzioni pubbliche è stato fino adesso di 50 miliardi di bolivares. Gli attacchi sono avvenuti contro il quartier generale della rete dei mercati alimentari (Mercal), contro una clinica mobile Nevado Mission (programma pubblico dedicato alla cura per gli animali domestici, unico nel suo genere nel paese), i veicoli dell’igiene urbana, le istituzioni educative e le unità di trasporto pubblico.
Non sono le prime “marce” dell’opposizione che si concludono con atti violenti. Lo stesso è accaduto nel 2014 con le famigerate Guarimbas, costate la vita a 43 persone.
Dopo aver ribadito la volontà del governo di sedersi al tavolo del dialogo con l’opposizione, Maduro ha sottolineato che l’unità del popolo in difesa della pace e della rivoluzione bolivariana è lo scudo contro il violento colpo di stato in programma in questo momento.