Aggiornando il 2016 ed un primo sguardo al 2017
José Luis Rodríguez http://www.cubadebate.cu
Da anni, le inchieste sulla situazione economica della popolazione, a Cuba, hanno sempre messo prioritariamente in evidenza una serie di temi. Questi sono le entrate monetarie, l’alimentazione, l’alloggio ed il trasporto. La soddisfazione delle necessità legate a questi elementi è stata in buona misura associata -direttamente o indirettamente- alla disponibilità di risorse finanziarie esterne.
Pertanto, l’elemento prioritario per raggiungere la copertura dei bisogni produttivi e di consumo ha sempre supposto poter disporre delle risorse finanziarie indispensabili per tale obiettivo. È per questo che nella profonda revisione della politica economica intrapresa a partire dal VI Congresso del PCC si evidenziò la necessità di “Soluzioni a breve termine, volte ad eliminare il deficit della bilancia dei pagamenti, che potenzino la generazione di introiti esterni e la sostituzione delle importazioni e, a loro volta, forniscano risposte ai problemi di maggiore impatto immediato sull’efficienza economica, la motivazione al lavoro e la distribuzione del reddito, e creino le necessarie condizioni infrastrutturali e produttive che permettano la transizione verso una fase superiore dello sviluppo”. [1]
Questa indicazione ha rivelato la necessità di eliminare quegli elementi strutturali che hanno impedito ottenere uno sviluppo sostenibile della società, privilegiando i fattori che permettano -innanzitutto- la disponibilità del finanziamento esterno indispensabile per questo. Ciò – a sua volta – ha comportato il pagamento di debiti arretrati [2] per ricevere nuovi crediti ed investimento diretto estero; ridurre spese non essenziali e risparmiare ogni tipo di risorse a breve termine, ciò che ha imposto un costo alle trasformazioni economiche da intraprendere, che – nella misura in cui non si raggiunse la crescita prevista e peggiorarono le condizioni esterne in cui si è mossa la nostra economia – ha influenzato negativamente sulla maggiore soddisfazione delle necessità della popolazione.
Questa situazione si evidenziò con forza in alcuni squilibri visibili alla fine del 2016, che furono comunicati nell’Assemblea Nazionale dello scorso luglio.
Un primo problema continua ad essere presente nell’occupazione e nella remunerazione dei lavoratori che lavorano nello Stato. A tale riguardo, s’informò della riduzione del contributo della forza lavoro di maggior qualificazione, tra il 2014 ed il 2016, quando uscirono dal settore statale 300400 persone, compresa la fluttuazione del personale scientifico. È stato anche segnalato che nella società BioCubaFarma si era spostato il 40% del personale, più qualificato, in quel periodo. [3]
Al riguardo si segnalò dal CITMA -in relazione al personale scientifico- che risulta “…insufficiente il riconoscimento sia nel suo aspetto morale che materiale e l’incidenza che il salario non costituisca una fonte di motivazione.” [4] Questo tema -che è strategico per il paese- è stato valutato in diverse occasioni, ma non ha ancora una soluzione percorribile, poiché in molti casi si continua ad interpretare la retribuzione, tanto del personale scientifico che di quello educativo, come una spesa e non come un investimento che deve essere maggiormente coperto dal bilancio statale, dato che nella sua determinazione non può essere valutato allo stesso modo in cui si fissa il salario del settore aziendale. La politica retributiva adottata nel settore sanitario, in data non lontana, dovrebbe essere la via da seguire, tenendo conto, inoltre, che le spese di bilancio possono compensarsi in diversi modi.
Altre misure che furono proposte nel dibattito dell’ANPP, riferite al campo della scienza, includettero -fra altri- i seguenti aspetti:
-Riprendere l’assegnazione prioritaria dei laureati dell’istruzione superiore per gli organismi di scienza, tecnologia ed innovazione (ECTI).
-Assegnare al Fondo per la Scienza e l’Innovazione (FONCI) un capitale iniziale di 20 milioni in MLC.
– Destinare negli accordi intergovernativi una frazione dell’importo concordato per il rafforzamento delle capacità di scienza, tecnologia ed innovazione.
-Implementare il pagamento per anzianità del personale delle ECTI.
-Omogeneizzare il salario base dei ricercatori.
Nell’ambito generale delle retribuzioni, si raggiunse un salario medio di 749 pesos al mese, nel 2016, e nel caso del settore aziendale è stato pari a 824 pesos. Tuttavia, secondo fonti sindacali, la distribuzione di tale media ancora non è uguale per tutti, poiché un 60% dei lavoratori guadagnavano una somma inferiore alla media nazionale, circa il 38% guadagnava tra gli 824 e 2000 pesos e solo l’1,7% superava quest’ultima cifra. [5] D’altra parte, restano ancora da risolvere pagamenti senza supporto produttivo in cui incorsero 99 aziende, lo scorso anno, per un importo di 72,6 milioni di pesos, mentre nel primo semestre, appena concluso, sono state 61 le aziende per 13,9 milioni.
Nella prima metà del 2017 il salario medio complessivo del paese è diminuito dell’1,2%, registrando una cifra equivalente a 731 pesos. Per la fine dell’anno si prevede che tale cifra recuperi sino a raggiungere i 747 pesos, per una crescita dell’1% nel 2017.
In questa analisi si deve anche considerare che la liquidità monetaria nelle mani della popolazione, in rapporto al PIL, si stima giunse, nel 2016, al 55,8%, cifra che mette in evidenza la tendenza alla crescita di questo indicatore, negli ultimi 5 anni, tenendo conto che, nel 2011, la proporzione era del 39,3%. Tuttavia, va notato che nella stessa misura in cui nella liquidità corrente non è differenziato il capitale del lavoro dei lavoratori autonomi -che deve essere cresciuto significativamente negli ultimi anni- non è possibile ipotizzare che tutta quella massa di denaro stia facendo pressione sul mercato al dettaglio in questo momento.
Addizionalmente nella massa monetaria in pesos cubani incide anche -mediante il cambio attraverso CADECA- la liquidità in pesos convertibili, che a sua volta è influenzata dalla quantità di rimesse in valuta pregiata che entra nel paese e dai pagamenti in CUC dei sistemi di stimolazione esistenti nelle istituzioni statali. Non meno importante è la proporzione di denaro contante che si inietta nella circolazione attraverso il bilancio dello Stato che, nel 2017, presenta un deficit del 12% in rapporto al PIL, come parte della politica monetaria espansiva diretta a far fronte agli effetti della contrazione economia sofferta nel 2016, misura che -certamente- non è possibile ripetere nel tempo.
In questo contesto, un elemento di singolare importanza per evitare maggiori pressioni inflazionistiche è l’incremento della circolazione mercantile. Al riguardo s’informò, nell’Assemblea Nazionale, che la stessa si sovra compì, in moneta nazionale, in relazione al piano di un 14,3%, nel primo semestre, e deve chiudere l’anno con un 13,9% al di sopra del previsto. In relazione alle vendite in pesos convertibili, le cifre furono un 4,3 e 9,5%, rispettivamente.
In relazione all’alimentazione, le stime di apporto calorico della popolazione, per il periodo 2014/2016 della FAO, posizionano lo stesso a 3533 kcal al giorno, una cifra che supera del 3,3% quella di dieci anni addietro. I risultati della produzione agricola-pastorale mostrarono un risultato discretamente positivo nel primo semestre. Tuttavia, sarà necessario importare 1661 milioni di $ in alimenti nell’anno, cifra praticamente simile a quella dell’anno precedente. Infine va notato che i prezzi dei prodotti agricoli venduti senza sovvenzioni, nel mercato interno, resistono ad abbassarsi. [6]
D’altra parte, i prezzi elevati si compensano in parte, nel 2017, con una sovvenzione di bilancio di 3740 milioni di pesos per i prodotti consegnati dalla libreta (tessera annonaria) e si coprono spese sociali per 36554 milioni che comprendono i costi dei servizi sanitari, istruzione, sicurezza ed assistenza sociale così come le tariffe sussidiate di energia elettrica, gas, acqua, telefono e trasporti pubblici.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, si registrò un aumento del trasporto di passeggeri sovra adempiendo il piano di un 7,4%, ma sulla base di vettori privati, le cui tariffe non si sono potute regolare nella stessa misura in cui non è aumentata l’offerta di trasporto pubblico necessario. A questo proposito, si lavora nell’impulso a varianti che includono schemi di trasporto gestiti dallo stato per vettori privati con un certo livello di garanzia in carburante, pezzi di ricambio e tariffe regolamentate, che dovranno provarsi, nella pratica, nei prossimi mesi.
Un altro elemento di notevole importanza riportato nell’ANPP fu la situazione abitativa. [7]
Il deficit abitativo è attualmente di più di 883000 abitazioni -di esse 206000 nella capitale- ciò che rappresenta il 47,1% in più rispetto a quello registrato nei primi anni 2000, quando lo stesso era di 600000 unità. Tuttavia, va tenuto conto che solo tra il 2005 ed il 2016 furono danneggiate 1197283 abitazioni dagli uragani che colpirono il paese -intorno al 30,8% del fondo abitativo registrato dal Censimento del 2012-, di cui 147580 furono completamente distrutte, il 12,3%. [8]
D’altra parte, a partire dalle limitazioni della capacità costruttiva del paese -sia in risorse materiali che in forza lavoro- la media annuale di abitazioni terminate, che tra il 2000 ed il 2009 fu di 42091, passò negli ultimi 7 anni a 27761, un 34% in meno e quest’anno il piano copre solo 22723 case. In questo senso, sebbene la politica dei crediti e sovvenzioni alla costruzione per sforzo proprio della popolazione attuata nel 2012 ha permesso il completamento di 50351 case -il 52,3% del totale- il risultato è insufficiente.
A questo proposito va preso in considerazione che la carenza di case ha un’incidenza che va dalla stabilità lavorativa, passando per il tasso di divorzi, il tasso di natalità ed il tasso migratorio, per cui influisce sul futuro sviluppo del paese in molteplici aspetti.
V
Durante la prima metà del 2017 è stata raggiunta una crescita modesta ma importante, giacché dimostra la validità delle misure adottate per superare la recessione dello scorso anno e creare migliori condizioni per il piano del 2018.
Tuttavia, come ha prospettato il Ministro dell’Economia e Pianificazione nell’Assemblea Nazionale “Dobbiamo essere coscienti che l’insieme dei problemi accumulati non potrà risolversi, in tutta la sua grandezza, nel breve periodo e che la sua soluzione dipende dal fatto di lavorare con più completezza, dove prevalga l’organizzazione, il rigore e la disciplina.”(Cabrisas, 2017).
Tenendo conto della situazione che si affronterà proprio nel breve periodo -dove risulta evidente che qualsiasi processo di cambiamento presenta costi che è inevitabile assumere- è opportuno rivedere una serie di misure che possono aiutare a risolvere i problemi che si affrontano con una maggiore efficacia.
Tra queste bisognerebbe segnalare le seguenti.
-L’ introduzione dei meccanismi di mercato può contribuire ad aumentare l’efficienza, soprattutto nella gestione aziendale, ma ha anche costi che devono essere compensati dallo Stato tenendo conto dei suoi negativi impatti sociali, tra cui l’incremento nella disparità di reddito -soprattutto di quelli che non provengono dal lavoro-; l’estensione delle pratiche mercantili a tutti gli spazi della convivenza sociale; la speculazione e le pratiche monopolistiche; così come l’accumulazione di ricchezza a un livello incompatibile con gli obiettivi del socialismo.
-La retribuzione del lavoro svolge un ruolo determinante nel promuovere la produttività del lavoro e l’efficienza della gestione economica in generale. Mentre il pagamento in base ai risultati si giustifica pienamente in ambito aziendale, -dove già cominciano ad osservarsi importanti risultati- questo non può essere il meccanismo di retribuzione che si applica in attività sovvenzionate di importanza capitale come l’educazione e la scienza. E’ necessario -pertanto- valutare ciò che rappresenta l’erosione della forza lavoro qualificata del paese -che non è possibile ricostituire a breve termine- a fronte delle limitazioni dell’incremento graduale della loro retribuzione in via sovvenzionata, soprattutto considerando che esistono meccanismi che permettono compensare il disavanzo di bilancio attraverso il debito pubblico e l’aumento degli introiti fiscali attraverso imposte specifiche, tra altre alternative.
– È possibile aumentare la capacità di accumulazione del paese attraverso fondi di investimento comuni che si creano utilizzando le rimesse ed il capitale dello Stato a tale scopo. Ci sono esperienze internazionali che avallano questa possibilità, le cui potenzialità non sono poche se si considera che si stima che le rimesse di denaro, a Cuba, sono intorno ai 3000 milioni di $ l’anno, di cui circa il 50% è impiegato come capitale del lavoro del settore non statale.
– E’ indispensabile aumentare la presenza degli investimenti esteri per accelerare lo sviluppo dell’economia. Sebbene non sia possibile ignorare l’ostacolo posto dalla presenza del blocco economico USA -ora rafforzato dall’Amministrazione Trump- è possibile elaborare, con maggiore agilità, progetti volti ad investire a Cuba; valutare, adeguatamente, nelle negoziazioni con i partner esteri ciò che rappresenta il fattore rischio ed il suo valore finanziario negli accordi da conseguire; non prendere in considerazione solo grandi progetti che implicano l’esborso di ingenti somme di denaro al momento di aprirsi ad affari e tener conto di iniziative imprenditoriali di media e anche piccola dimensione, ma importanti per il loro impatto sui potenziali investitori così come rafforzare la capacità di esecuzione degli investimenti del paese per anche così sostenere l’investimento straniero.
-Infine, per stabilizzare i ritmi di crescita che sono richiesti, è essenziale assicurare le risorse energetiche di cui il paese ha bisogno per il suo normale funzionamento prendendo, per far ciò, i crediti che risultano necessari, alle migliori condizioni possibili.
Nonostante l’avversa congiuntura che si è dovuto affrontare nel corso dell’anno passato e del presente, le misure fondamentali che si sono venute adottando dimostrano che esistono condizioni affinché l’economia cubana rimonti le difficoltà e garantisca la creazione di condizioni per uno sviluppo sostenibile nei prossimi anni.
La economía cubana: Actualizando el 2016 y una primera mirada al 2017 (IV)
Desde años atrás las encuestas sobre la situación económica de la población en Cuba siempre han destacado varios temas prioritariamente. Se trata de los ingresos monetarios, la alimentación, la vivienda y el transporte. La satisfacción de las necesidades vinculadas a estos elementos ha estado asociada en buena medida –directa o indirectamente- a la disponibilidad de recursos financieros externos.
De tal modo, el elemento prioritario para lograr la cobertura de las necesidades productivas y de consumo siempre ha supuesto poder disponer de los recursos financieros indispensables para ese objetivo. Es por ello que en la revisión a fondo de la política económica emprendida a partir del VI Congreso del PCC se destacó la necesidad de “Soluciones a corto plazo, encaminadas a eliminar el déficit de la balanza de pagos, que potencien la generación de ingresos externos y la sustitución de importaciones y, a su vez, den respuesta a los problemas de mayor impacto inmediato en la eficiencia económica, la motivación por el trabajo y la distribución del ingreso, y creen las necesarias condiciones infraestructurales y productivas que permitan el tránsito a una etapa superior del desarrollo.”[1]
Esta indicación puso de manifiesto la necesidad de eliminar aquellos elementos estructurales que han impedido lograr un desarrollo sostenible de la sociedad, priorizando los factores que permitan –en primer término- la disponibilidad del financiamiento externo indispensable para ello. Esto –a su vez- ha conllevado el pago de adeudos atrasados[2] para recibir nuevos créditos e inversión extranjera directa; a reducir gastos no imprescindibles y a ahorrar todo tipo de recursos a corto plazo, lo cual ha impuesto un costo a las transformaciones económicas a emprender, que –en la medida en que no se alcanzó el crecimiento previsto y empeoraron las condiciones externas en que se ha movido nuestra economía- ha impactado negativamente en la mayor satisfacción de las necesidades de la población.
Esta situación se evidenció con fuerza en algunos desequilibrios visibles al cierre del 2016, que fueron dados a conocer en la Asamblea Nacional de julio pasado.
Un primer problema continúa presente en el empleo y la retribución de los trabajadores que laboran en el Estado. Al respecto se informó la reducción del aporte de la fuerza de trabajo de mayor calificación entre el 2014 y el 2016, cuando salieron del sector estatal 300 400 personas, incluyendo la fluctuación del personal científico. También se señaló que en la empresa BioCubaFarma se había movido el 40% del personal de mayor calificación en ese período.[3]
Al respecto se señaló por el CITMA -en relación al personal científico- que resulta “…insuficiente el reconocimiento, tanto en su aspecto moral como material y la incidencia de que el salario no constituya una fuente motivadora.”[4] Esta tema –que es estratégico para el país- se ha valorado en diversas ocasiones, pero aún no tiene una solución viable, pues en muchos casos, se sigue interpretando la retribución tanto del personal científico como del educacional, como un gasto y no como una inversión que debe ser cubierta mayormente por el presupuesto estatal, ya que en su determinación no puede valorarse del mismo modo en que se fija el salario del sector empresarial. La política salarial adoptada en el sector de la salud en fecha no lejana debe ser el camino a transitar, contando, además, que los gastos del presupuesto pueden compensarse de diferentes formas.
Otras medidas que fueron propuestas en el debate de la ANPP, referidas al campo de la ciencia, incluyeron –entre otros- los siguientes aspectos:
-Retomar la asignación priorizada de egresados de la educación superior para las entidades de ciencia, tecnología e innovación (ECTI).
-Asignar al Fondo para la Ciencia y la Innovación (FONCI) un capital inicial de 20 millones en MLC.
-Destinar en los convenios intergubernamentales una fracción del monto acordado para el fortalecimiento de las capacidades de ciencia, tecnología e innovación.
-Instrumentar el pago por antigüedad al personal de las ECTI.
-Homogenizar el salario básico de los investigadores.
En el ámbito general de las retribuciones, se alcanzó un salario medio de 740 pesos mensuales en el 2016 y en el caso del sector empresarial se llegó a 824 pesos. No obstante, según fuentes sindicales, la distribución de esa media aún no es igual para todos, ya que un 60% de los trabajadores cobraban una suma por debajo del promedio nacional, alrededor de un 38% cobraba entre 824 y 2 000 pesos y solo un 1,7% superaba esta última cifra.[5] Por otra parte, aun quedan por resolver pagos sin respaldo productivo en el que incurrieron 99 empresas el pasado año por un monto de 72,6 millones de pesos, mientras en el primer semestre recién concluido, fueron 61 empresas por 13,9 millones.
En el primer semestre del 2017 el salario medio total del país descendió un 1,2%, arrojando una cifra equivalente a 731 pesos. Al cierre del año se espera que esa cifra se recupere hasta alcanzar 747 pesos, para un 1% de crecimiento en el 2017.
En este análisis también debe considerarse que la liquidez monetaria en manos de la población en relación al PIB se estima llegó en el 2016 al 55,8%, cifra que resalta la tendencia a la elevación de este indicador en los últimos 5 años, tomando en cuenta que en el 2011 la proporción era del 39,3%. Sin embargo, debe señalarse que en la misma medida en que en la liquidez actual no está diferenciado el capital del trabajo de los trabajadores por cuenta propia –el cual debe haber crecido significativamente en los últimos años-, no es posible suponer que toda esa masa de dinero este presionando el mercado minorista en estos momentos.
Adicionalmente en la masa monetaria en pesos cubanos incide también –mediante el cambio a través de CADECA- la liquidez en pesos convertibles, la que a su vez es influida por la cantidad de remesas en moneda convertible que ingresa al país y por los pagos en CUC de los sistemas de estimulación vigentes en entidades estatales. No menos importante es la proporción de dinero líquido que se inyecta en la circulación a través del presupuesto estatal, que en el 2017 presenta un déficit del 12% en relación al PIB como parte de la política monetaria expansiva dirigida a enfrentar los efectos de la contracción económica sufrida en el 2016, medida que –ciertamente- no es posible repetir en el tiempo.
En este contexto, un elemento de singular importancia para evitar presiones inflacionarias mayores consiste en el incremento de la circulación mercantil. Al respecto se informó en la Asamblea Nacional que la misma se sobrecumplió en moneda nacional en relación al plan un 14,3% en el semestre y debe cerrar el año con un 13,9% por encima de lo previsto. En relación a las ventas en pesos convertibles, las cifras fueron un 4,3 y un 9,5% respectivamente.
En relación a la alimentación, los estimados de insumo calórico de la población para el período 2014/2016 de la FAO ubicaban el mismo en 3533 kilocalorías diarias, una cifra que supera en 3,3% la de diez años atrás. Los resultados de la producción agropecuaria mostraron un resultado discretamente positivo en el primer semestre. No obstante, será necesario importar 1661 millones de dólares en alimentos en el año, cifra prácticamente similar a la del año anterior. Finalmente cabe apuntar que los precios de los productos agrícolas que se venden sin subsidios en el mercado interno se resisten a la baja.[6]
Por otra parte, los precios elevados se compensan en parte en el 2017 mediante un subsidio presupuestario de 3740 millones de pesos para los productos que se entregan por la libreta de abastecimientos y se cubren gastos sociales por 36554 millones que abarcan los costos de los servicios de salud, educación, seguridad y asistencia social, así como las tarifas subsidiadas de la electricidad, gas, agua, teléfonos y transporte público.
En relación a este último aspecto, se reportó un incremento en la transportación de pasajeros, sobrecumpliendo el plan en un 7,4%, pero sobre la base de los porteadores privados, cuyas tarifas no se han podido regular en la misma medida en que no ha aumentado la oferta de transporte público necesaria. En este sentido, se trabaja en el impulso a variantes que incluyen esquemas de transportación gestionados por el Estado para transportistas privados con cierto nivel de aseguramiento en combustible, piezas de repuesto y tarifas reguladas, que deberán probarse en la práctica durante los próximos meses.
Otro elemento de notable importancia informado en la ANPP, fue la situación de la vivienda.[7]
El déficit habitacional alcanza en estos momentos más de 883000 viviendas –de ellas 206000 en la capital-, lo que representa un 47,1% más que lo registrado a inicios de los años 2000, cuando el mismo era de 600000 unidades. No obstante, debe tomarse en cuenta que solo entre el 2005 y el 2016, fueron afectadas 1197283 viviendas por los huracanes que azotaron el país –alrededor del 30,8% del fondo habitacional registrado por el Censo del 2012-, de las cuales 147580 fueron destruidas totalmente, un 12,3%.[8]
Por otro lado, a partir de las limitaciones de la capacidad constructiva del país –tanto en recursos materiales, como en fuerza de trabajo- el promedio anual de viviendas terminadas, que entre el 2000 y el 2009 fue de 42091, pasó en los últimos 7 años a 27761, un 34% menos y en el presente año el plan cubre solamente 22723 viviendas. En este sentido, si bien la política de créditos y subsidios a la construcción por esfuerzo propio de la población puesta en práctica en el 2012 ha permitido la terminación de 50351 viviendas –el 52,3% del total-, el resultado es insuficiente.
Al respecto debe tomarse en cuenta que la carencia de viviendas tiene una incidencia que va desde la estabilidad laboral, pasando por la tasa de divorcios, la tasa de natalidad y la tasa migratoria, por lo que influye en el futuro desarrollo del país en múltiples aspectos.
V
Durante el primer semestre de 2017 se obtuvo un crecimiento modesto, pero importante ya que demuestra la validez de las medidas adoptadas para rebasar la recesión del pasado año y crear mejores condiciones para el plan del 2018.
Sin embargo, tal y como planteó el ministro de Economía y Planificación en la Asamblea Nacional “Debemos ser conscientes de que el conjunto de problemas acumulados no podrá resolverse en toda su magnitud en el corto plazo y que su solución depende de que trabajemos con mas integralidad, donde prevalezca la organización, el rigor y la disciplina.” (Cabrisas, 2017).
Tomando en cuenta la situación que se enfrentará precisamente en el corto plazo, -donde resulta evidente que todo proceso de cambios presenta costos que es inevitable asumir- es conveniente revisar un conjunto de medidas que pueden ayudar a resolver los problemas que se enfrentan con una mayor efectividad.
Entre ellas cabría señalar las siguientes.
–La introducción de los mecanismos de mercado puede contribuir a elevar la eficiencia, especialmente en la gestión empresarial, pero también tiene costos que deben compensarse por el Estado tomando en cuenta sus negativos impactos sociales, incluyendo el incremento en la desigualdad de ingresos –especialmente a partir de los que no provienen del trabajo-; la extensión de prácticas mercantiles a todos los espacios de la convivencia social; la especulación y las prácticas monopólicas; así como la acumulación de riquezas a un nivel incompatible con los objetivos del socialismo.
–La retribución al trabajo juega un papel determinante en el impulso a la productividad del trabajo y la eficiencia de la gestión económica en general. Si bien el pago de acuerdo a los resultados se justifica completamente en la esfera empresarial –donde ya comienzan a observarse importantes resultados- este no puede ser el mecanismo de retribución que se aplique en actividades presupuestadas de importancia capital como la educación y la ciencia. Es preciso –por tanto- ponderar lo que representa la erosión de la fuerza laboral más calificada del país –que no es posible reponer a corto plazo- frente a las limitaciones del incremento gradual de su retribución por la vía presupuestada, máxime tomando en consideración que existen mecanismos que permiten compensar el déficit presupuestario mediante la deuda pública y la elevación de los ingresos fiscales a través gravámenes específicos, entre otras alternativas.
–Es posible elevar la capacidad de acumulación del país mediante fondos de inversiones conjuntos que se creen utilizando las remesas y el capital del Estado con ese fin. Existen experiencias internacionales que avalan esta posibilidad, cuyas potencialidades no son pocas si tomamos en cuenta que se estima que los envíos de dinero a Cuba se sitúan en torno a 3000 millones de dólares anuales, de los cuales aproximadamente un 50% se emplean como capital del trabajo del sector no estatal.
–Resulta indispensable elevar la presencia de la inversión extranjera para acelerar el desarrollo de la economía. Si bien no es posible obviar el obstáculo que representa la presencia del bloqueo económico de Estados Unidos –ahora reforzado por la Administración Trump-, es posible tramitar con mayor agilidad los proyectos dirigidos a invertir en Cuba; valorar adecuadamente en las negociaciones con los socios foráneos lo que representa el factor riesgo y su valor financiero en los acuerdos a lograr; no tomar en cuenta solamente grandes proyectos que implican el desembolso de fuertes sumas de dinero a la hora de abrirse a negocios y tomar en cuenta emprendimientos de mediano e incluso pequeño porte, pero de importancia por su impacto en los potenciales inversores, así como reforzar la capacidad de ejecución de las inversiones del país para también apoyar así la inversión extranjera.
–Finalmente, para estabilizar los ritmos de crecimiento que se demandan, resulta indispensable asegurar los recursos energéticos que el país requiere para su normal funcionamiento, tomando para ello los créditos que resulten necesarios en las mejores condiciones posibles.
A pesar de la adversa coyuntura que se ha debido enfrentar durante el pasado año y lo que va del presente, las medidas fundamentales que se han venido adoptando demuestran que existen condiciones para que la economía cubana remonte las dificultades y garantice la creación de condiciones para un desarrollo sostenible en los próximos años.
Notas:
[1] Ver Lineamientos (2011, p. 10).
[2] Solamente en el primer semestre del año se pagaron 2 306 millones de dólares por servicio de la deuda. Ver Cabrisas (2017).
[3] Ver Doimeadios (2017).
[4] Ver Granma (2017, p. 2).
[5] Ver Trabajadores (2017, p.4)
[6] Estos precios se estima crecieron entre el 33 y el 39% de 2006 a 2015. Ver Anaya y García (2016, p. 18)
[7] Ver Tamayo (2017)
[8] Ver ONEI (2017, p. 46)