La giornalista colombiana Claudia Cano pagò un ex funzionario del Servizio Bolivariano di Intelligenza (Sebin) affinché mentisse sul Venezuela come parte della campagna diffamatoria internazionale contro la Rivoluzione bolivariana ed i suoi funzionari.
Secondo un reportage della multinazionale TeleSur, Cano, del Canale 1 colombiano, pagò otto milioni di pesi colombiani (circa due mila dollari) all’ex integrante del Sebin, Edgar Sevilla affinché parlasse di supposte torture contro attivisti politici carcerati in Venezuela.
Inoltre, l’ex funzionario dell’organo venezuelano di intelligenza doveva mentire su supposti vincoli del dirigente socialista Diosdado Cabello e l’attuale direttore del Sebin, Gustavo Gonzalez, col gruppo del narcotraffico denominato Cartel de los Soles.
Secondo l’investigazione giornalistica, Cano e Sevilla mantennero per quell’obiettivo contatti telefonici ed un incontro nella panetteria Caffè Las Delicias di Bogotà.
Un materiale di audio sulla riunione svela la preoccupazione di Sevilla per “dire menzogne” sulla realtà del Venezuela.
“No, no, no, non sono bugie. Sono, vediamo: affinché la notizia abbia enfasi e sia più interessante, bisogna aggiungere dei fatti piccanti, perché non andiamo a raccontare una cosa così, tanto lineare. Bisogna mettergli il piccante ed alti e bassi, nella notizia”, rispose Cano.
La giornalista colombiana ha consigliato l’ex funzionario venezuelano affinché assuma questo compito come una supposta forma di aiutare i suoi “fratelli venezuelani”, con l’obiettivo di divulgare l’idea di una presunta fuga per ragioni umanitarie.
da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi