Dal primo aprile del 2016 al 31 marzo del 2017, la stima dei danni economici nel settore della salute in Cuba a causa del blocco ha superato gli 87 milioni di dollari, hanno denunciato a L’Avana dottori e studenti di medicina.
Pochi giorni prima della denuncia nella ONU della politica aggressiva degli Stati Uniti contro l’Isola, la Commissione di Salute e Sport dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare ha realizzato un’udienza pubblica ieri, mercoledì 11, per denunciare ancora una volta l’assedio economico e finanziario che danneggia la popolazione cubana.
«Questa politica non si può trattare con lamentele, ma con denunce», ha detto la dottoressa in Scienze della Comunicazione, Isabel Moya, direttrice della Casa Editrice della Donna, nell’incontro che si è svolto nel teatro dell’Istituto di Oncologia e Radiologia.
In tempi in cui il governo nordamericano incita i suoi cittadini a non fare viaggi nell’Isola perché “non è un destinazione sicura”, Cuba viene riconosciuta internazionalmente per i suoi servizi di salute gratuiti e di qualità.
«Anche così il blocco impedisce che si ricevano attenzioni più specializzate», ha aggiunto Moya che viene curata in questo ospedale.
«Comunque non sono mai mancati sorrisi né medicine né cibo.Sappiamo lo sforzo costoso che fa lo Stato cubano e per questo lo ringraziamo molto», ha commentato ai presenti Mayelín Jiménez, madre di un bambino con un tumore, paziente dell’Istituto.
Ariadna Palmero, studentessa di medicina, ha condannato il blocco che impedisce ai cubani di accedere a biblioteche digitali con informazioni specializzate e di scambiare opinioni e conoscenze con studenti e professionisti statunitensi.
«Questa politica aggressiva danneggia anche il popolo nordamericano», ha assicurato il dottor Jorge González Jiménez, presidente della Commissione di Salute e Sport del Parlamento.
«Durante il passaggio dell’uragano Katrina negli Stati Uniti nel 2005, il governo nordamericano impedì l’entrata nel suo paese alla brigata cubana Henry Reeves, pronta ad offrire aiuti ai danneggiati in Nueva Orleans», ha ricordato il funzionario.
«Non possiamo nemmeno esportare in questo paese medicinali che si confezionano con tanto sforzo nel’Isola. Il blocco lo impedisce», ha commentato Tania Crombet, direttrice delle Investigazioni Cliniche del Centro d’Immunologia Molecolare.
«Lo sforzo del personale medico cubano è la chiave della positività della sanità in Cuba, che supera questi limiti e riesce a far sì che nell’Isola la speranza di vita sia di 75 anni», ha detto Jorge González.
«Indubbiamente però, per avere un sistema di salute che risponda allo sviluppo della scienza nel mondo attuale è ora che si elimini questo blocco economico ingiusto», ha concluso.