Dopo tre giorni di scambi d’esperienze nella lotta contro l’imperialismo, le multi nazionali e le politiche neoliberiste, l’Incontro Continentale per la Democrazia e Contro il Neoliberalismo, svolto a Montevideo dal 16 novembre, è terminato con una dichiarazione che chiama all’unità delle forze progressiste e dei movimenti sociali dell’America Latina.
«Riaffermiamo i principi di solidarietà e internazionalismo che ci uniscono, così come l’impegno di continuare a lottare per una trasformazione sistemica contro il capitalismo, el patriarcato, il colonialismo e il razzismo», si legge nella dichiarazione.
Inoltre nel testo si raccoglie la condanna alla “guerra multidimensionale contro il Venezuela, che ha momenti di violenza paramilitare, di blocco economico, asfissia finanziaria, sanzioni internazionali, criminalizzazione mediatica e isolamento diplomatico».
La dichiarazione condanna “L’attacco ai processi che si mantengono contro i governi progressisti e d’orientamento popolare» l’indurimento del criminale blocco contro Cuba e i passi indietro nel processo di normalizzazione delle relazioni tra gli USA e Cuba.
Ugualmente denuncia le misure degli Stati Uniti contro il governo del Nicaragua, il sabotaggio alla gestione del governo di El Salvador, e l’assedio al governo della Bolivia.
A tutto questo “va sommato l’attacco ai diritti umani, la criminalizzazione dei movimenti popolari, l’assassinio e la scomparsa di uomini e donne leader sociali, che l’imperialismo e i governi neoliberali del continente assumono come pratica quotidiana.
La dichiarazione segnala che «L’impunità del terrorismo di Stato di ieri si trasforma oggi in base e fondamenta dell’impunità di oggi del grande capitale».
Per tutto questo si chiama da Montevideo, a «rinforzare l’azione politica di mobilitazione, organizzazione e lotta delle forze popolari, per costruire vere democrazie e fomentare un progetto politico d’unità, di trasformazione di carattere popolare in America Latina e nei Caraibi.
Non si può avere democrazia senza partecipazione, senza distribuzione della ricchezza, senza accesso all’informazione e alla giustizia, afferma il documento.