Con guardie d’onore e canti rivoluzionari è stato ricordato il 125º anniversario della nascita di Farabundo Martí, precursore delle lotte per la giustizia sociale in El Salvador.
Nel cimitero Los Ilustres della capitale, è stato ricordato il leader la cui lotta ispirò il fronte progressista che porta il suo nome, assassinato dagli sbirri del dittatore Maximiliano Hernández il 1º febbraio del 1932.
Martí partecipò ai preparativi della ribellione del 1932, ma tre giorni prima fu arrestato e ucciso dopo un processo sommario, e il Partito Comunista fu dichiarato illegale dopo un’ondata di repressione.
Nato il 5 maggio del 1893 a Teotepeque, nel dipartimento La Libertad, Martí crebbe in un’epoca in cui il potere oligarchico di alcune famiglie padrone di piantagioni di caffè si appropriavano delle terre degli indigeni e dei contadini.
Iniziò a studiare legge nell’Università di El Salvador, che abbandonò per dedicarsi alla lotta rivoluzionaria; partecipò all’organizzazione dei sindacati dei lavoratori che cominciarono ad esigere i loro diritti.
Non fu solo protagonista delle battaglie del suo popolo, ma fu anche membro della Lega Antimperialista delle Americhe, del Soccorso Rosso Internazionale e del Partito Comunista del Messico.
Per il suo pensiero e le sue azioni fu esiliato e viaggiò in Guatemala, Messico, Cuba, Giamaica, Stati Uniti e Nicaragua.
In Guatemala nel 1935 partecipò alla fondazione del Partito Comunista Centroamericano.
Lottò assieme al patriota Augusto César Sandino nella guerra del Nicaragua contro l’invasione statunitense, e il 4 maggio del 1929 fu nominato colonnello dell’Esercito Difensore della Sovranità Nazionale di questa nazione.