A Cuba non si attaccano diplomatici di nessun paese

da parte di alcun paese

Bertha Mojena Milián

Il Dipartimento di Stato orchestra illegalità in maniera permanente e include ora un altro dei mal chiamati «grandi media di comunicazione»,  pretendendo di giocare al gatto e al topo Ora risulta che la NBC accusa Mosca come sospetta dei presunti incidenti contro diplomatici statunitensi a L’Avana, armando un tumulto di notizie con un articolo di martedì 11, che è stato diffuso come fosse una linea editoriale ben definita e replicata–immediatamente– dagli abituali manipolatori.


Vari giorni fa un altro articolo del The New York Times aveva lasciato intravedere che la Russia potrebbe essere associata a questi incidenti, chiaro senza apportare prove e usando un  linguaggio riproduttivo e avverbi di ogni tipo che vietano qualsiasi affermazione conclusiva al proposito.

«Probabilmente» e «potrebbe»,  sono i vocaboli più usati per riferirsi al mucchio di menzogne che si producono rispetto a un’investigazione che persino il Burò Federale d’Investigazioni (FBI) degli Stati Uniti ha dato per conclusa.

In quest’occasione ci si riferisce a « presunte prove di comunicazione intercettate note nel mondo delle spie come segnali d’intelligenza accumulati»  e la NBC ripete che gli USA  credono che sofisticate microonde o altri tipi di armi elettromagnetiche «probabilmente» sono state usate contro i funzionari statunitensi a L’Avana e che, quindi si sta «esplorando» se sono state usate altre tecnologie addizionali.

Si specula anche sul fatto che il governo statunitense «starebbe» ricorrendo alla sua Forza Aerea e al suo programma d’investigazione sull’energia diretto nella Base di Kirtlan, in Messico, dove l’esercito possiede laboratori modernissimi per provare le armi elettromagnetiche, includendo le microonde.

Questa è l’ultima strampalata teoria su quello che potrebbe aver danneggiato i funzionari degli USA  a L’Avana.

Ci si dovrebbe chiedere chi è danneggiato di più da questi dardi lanciati senza prove né argomenti solidi contro terzi paesi e dalla maniera bruta e senza senso con cui si responsabilizzano, alludendo loro, la Russia e la Cina dopo fatti che dopo mesi d’investigazioni rigorose non sono stati provati e quando tanto meno esistono indizi che hanno relazione con qualsiasi altro paese.

«L’articolo della NBC si presta a un gioco sudicio e pericoloso»,  ha segnalato nel suo muro ufficiale in Twitter, Carlos Fernández de Cossío, direttore della Direzione degli Stati Uniti della Cancelleria cubana, rispondendo a questa nuova manipolazione mediatica e all’evidente interesse di «insinuare cospirazioni di terzi paesi in Cuba senza prove o  fondamenta, citando fonti senza nomi e inventando intrighi».

«A Cuba non si attaccano i diplomatici  di nessun paese e per nessun paese» ha reiterato il rappresentante del Ministero delle Relazioni Estere dell’Isola.

Le prove «non sono sufficientemente concludenti» e «non è stato incolpato nessuno », si è affrettato ad affermare il Dipartimento di Stato.

Ma la verità è che non c’è tregua, ma c’è invece l’intenzione diretta di continuare a danneggiare le relazioni bilaterali tra i due paesi.

La serietà, il rigore scientifico, la cooperazione e la trasparenza continueranno ad essere senza dubbio l’essenza delle azioni di Cuba per qualsiasi investigazione o argomento logico che si vuole dare a fatti come questi, non accuse senza fondamenta e tanto meno la falsità.

Più di 120 paesi oggi hanno relazioni diplomatiche con l’Isola e più di 4 milioni di visitatori di ogni parte del mondo vengono ricevuti ogni anno in questa terra, conosciuta come uno dei paesi più sicuri e solidali, nel quale inoltre è sempre stata rispettata e difesa la Convenzione di Vienna e non è mai stato perpetrato alcun fatto contro diplomatici o funzionari di nessun paese.

Speriamo che non continuino nella farsa con accuse infondate contro nessuna nazione, nel cammino che seguono coloro che preferiscono beneficiarsi generando conflitti e spropositi come questi, che sono, al di là delle calunnie, «un gioco sporco e pericoloso, nel più crudo stile della Guerra Fredda.

 

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