«Il tema del ruolo del Partito Comunista nella nostra società, al quale non rinunciamo e che è appoggiato dalla maggioranza del popolo, ha a che vedere con ragioni di fondamenta storiche, a volte non si capisce questa realtà cubana, perchè si cerca sempre di vedere la posizione del Partito o il ruolo che disimpegna il Partito Comunista de Cuba nella società nostra come un partito elettorale, ma è che nelle condizioni di Cuba, il Partito non è elettorale, ma ha a che vedere con radici storiche».
«Martí fonda il Partito Rivoluzionario Cubano, che è la base di quello che è oggi il Partito Comunista di Cuba dal punto di vista storico, non per cercare un partito per elezioni.
Martí cerca un partito per affrontare e sviluppare la rivoluzione che doveva dare l’indipendenza e la sovranità al paese, sulla base dell’unità, un partito che fosse totalmente aperto e democratico, per includere gli interessi della maggioranza in funzione dell’indipendenza e della sovranità, e che non desse possibilità di rotture, che non desse possibilità di divisioni ».
«Nella nostra storia è molto marcato il tema dell’unità.
Quando uno percorre la nostra storia, quando abbiamo avuto brecce nell’unità, quando si è fratturata l’unità, abbiamo sofferto rovesci (…)».
«La Rivoluzione trionfa con la convergenza di forze differenti, Fidel unifica queste forze, le porta a un lungo processo nei primi anni della Rivoluzione, all’unità del Partito Comunista di Cuba; il Partito Comunista di Cuba allora non è un partito da elezioni, è un partito di rivoluzione, è un partito del popolo, è un partito per ottenere l’unità».
«Sono convinto che il nemico della Rivoluzione Cubana sa che la sua scommessa principale per distruggere la Rivoluzione dev’essere la frammentazione della nostra unità e dirige in questo senso le sue principali proposte di sovversione ».
Frammenti dell’intervista concessa dal Presidente cubano Miguel Díaz-Canel, alla giornalista Patricia Villegas, presidente di Telesur.