Fidel Castro Ruz
È inaccettabile che la fine del blocco possa avvenire solo in cambio di concessioni politiche che corrispondono alla sovranità del nostro paese. È assolutamente inaccettabile, è indignante, è irritante, e, realmente, preferiamo morire che rinunciare alla nostra sovranità.
Per questo, questa politica ostile non ha impedito che la Rivoluzione convertisse il popolo cubano nel proprietario del proprio paese e sui resti della tirannia a favore degli yankee continuiamo il lungo e ripido cammino.
Grazie al popolo nobile e abnegato di Cuba, ai suoi operai e ai lavoratori manuali e intellettuali, ai suoi contadini e agli studenti, uomini, donne, bambini, anziani e cittadini di tutte le età, alfabetizzati o analfabeti, Cuba è stata allora per la prima volta padrona del proprio destino.
Lotteremo per il giorno in cui finirà il blocco. La vostra fiducia non sarà tradita e l’affetto e lo stimolo non saranno inutili. La semente che voi seminate nei nostri cuori non si disperderà giammai.
Il blocco criminale che promettono d’indurirci moltiplica l’onore e la gloria del nostro popolo contro il quale si distruggeranno i loro piani genocidi.
Proclameremo al mondo con orgoglio questo record che ci rende creditori del più giusto dei reclami : che si rispetti il diritto alla vita e alla sana allegria della nostra Patria. Per questo diritto lotteremo sino alla morte.
Nuova vittoria di Cuba nella ONU
Giovedì 1º novembre, per la 27ª occasione, il mondo ha sostenuto la risoluzione presentata da Cuba nelle Nazioni Unite contro la politica assurda del blocco che gli Stati Uniti sostengono contro il nostro paese da più di mezzo secolo.
LA VOCE DEL MONDO IN CIFRE :
189 – A FAVORE
2 – CONTRARI
0 -astensioni.
Il mondo ha detto NO al Blocco e agli emendamenti di Trump
Juan Diego Nusa Peñalver
Cuba ha ottenuto una schiacciante vittoria nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con 189 voti a favore, due contrari e nessuna astensione er l’approvazione della risoluzione «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba».
Gli otto emendamenti proposti dal governo nordamericano al progetto di risoluzione sono stati respinti.
«Non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere», dice un popolar proverbio e questo si adatta molto bene al presidente statunitense Donald Trump, che da quando ha assunto l’incarico il 20 gennaio del 2017, ha fatto il possibile per ignorare la realtà di una Cuba indipendente e sovrana, e per distruggere la sua Rivoluzione.
Non è bastato a Trump firmare il 16 giugno dell’anno scorso il memorandum che ha soppresso in forma unilaterale la maggioranza dei passi avanti fatti durante il mandato del suo predecessore Barack Obama e derogare l’ordine presidenziale emesso dal governo precedente per la normalizzazione delle relazioni bilaterali e instaurarne uno nuovo con obiettivi sovversivi e destabilizzanti, che soddisfano i più bassi istinti della ridotta estrema destra cubano americana di Miami.
Non è bastato alle autorità nordamericane inventare l’insostenibile imbroglio degli attacchi acustici contro diplomatici statunitensi a L’Avana, per far arretrare maggiormente i vincoli bilaterali, cercando di danneggiare l’immagine dell’Isola e l’auge della sua industria turistica.
La comunità internazionale ha visto, disgustata, come il regime di Donald Trump ha rinforzato le principali voci di questa guerra economica contro Cuba, manifestate con maggiori sanzioni economiche e la persecuzione delle attività delle imprese e delle transazioni finanziarie internazionali dell’Isola, danneggiando le relazioni con terzi paesi e la cooperazione mondiale.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite però ha propinato ieri 1º novembre una dura sconfitta diplomatica a Washington non approvando i suoi otto emendamenti contro Cuba e alla risoluzione «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Unti a Cuba, disegnati per rompere lo schiacciante consenso mondiale. Inoltre ha reclamato l’eliminazione della unilaterale misura coercitiva, una reliquia della Guerra Fredda
Da 27 anni consecutivi, a partire dal 1992, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato con crescente maggioranza la risoluzione cubana contro il blocco.
I cubani non siamo un popolo ingenuo e sappiamo che all’amministrazione di Trump non importa fare la figura della ridicola, restare isolata e anche accettare l’esigenza dell’ Assemblea Generale. Ma anche così la votazione di ieri, giovedì 1º novembre, si erige come un forte castigo morale per il procedere disumano contro una piccola nazione che lotta con tutte le sue forze per preservare la sua sovranità e indipendenza.
Cuba si mantiene ferma nella sua denuncia internazionale di questo comportamento incivile e conta per questo sulla stragrande maggioranza dell’Umanità. Il muro del blocco finalmente cadrà, più presto che tardi.
Miguel Díaz-Canel ha festeggiato la schiacciante vittoria di Cuba nella ONU
Yisel González Fuentes
Il presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha festeggiato in Russia la schiacciante vittoria di Cuba, ottenuta nella sede delle Nazioni Unite.
Nel suo account ufficiale in Twitter, il mandatario ha scritto:
«Vittoria della nostra #Cuba. Gli USA hanno sofferto 10 sconfitte in una. I popoli del mondo hanno votato per #Cuba perché sanno che la ostra causa è veramente giusta. #Cuba va rispettata. Per #Fidel e #Raúl, per la #Rivoluzione e per il popolo cubano #NoMasBloqueo».
Cuba ha ottenuto una schiacciate vittoria nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che con 189 voti a favore, due contrari e nessuna estensione ha approvato la risoluzione «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba».
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha propinato una dura sconfitta diplomatica a Washington, respingendo con una stragrande maggioranza gli otto emendamenti proposti dal governo nordamericano al progetto di risoluzione cubano.
Il mandatario ha annunciato nella rete sociale il suo arrivo nella nazione euro asiatica, dove si riunirà con il presidente russo, Vladimir Putin.
«Siamo arrivati a Mosca, capitale della Federazione della Russia, nazione con profondi vincoli con Cuba. Non dimenticheremo mai che il suo popolo è stato il primo ad aiutarci per resistere al blocco. Qui abbiamo conosciuto la nostra schiacciante vittoria. #NoMasBloqueo».
Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) 1 novembre del 2018.