Il dispiegamento russo in Venezuela è servito allo scopo

http://aurorasito.altervista.org – MK Bhadrakumar, Indian Punchline

Il breve dispiegamento di due bombardieri strategici russi Tupolev Tu-160 “Blackjack” in Venezuela la settimana scorsa è diventato un evento sensazionale. In effetti, è un’esibizione della crescente potenza militare russa restaurata sotto la guida del Presidente Vladimir Putin. Il Blackjack è apparso sui cieli siriani più di una volta e ultimamente sorvolava l’Alaska.

Ora attraversa il Pacifico. I due bombardieri nucleari atterravano in Venezuela il 10 dicembre. Il Tu-160 è un bombardiere pesante supersonico con ala a geometria variabile, progettato per colpire obiettivi strategici con armi nucleari e convenzionali nelle profondità dei teatri continentali. In un certo senso, Mosca ha dato a Washington “un’anteprima” del mondo di domani se gli Stati Uniti procedessero a strappare i patti sul controllo delle armi e tentasse di mutare l’equilibrio strategico globale a suo favore. A dire il vero, la demolizione del Trattato INF da parte degli Stati Uniti apre le porte a schieramenti di missili a raggio intermedio statunitensi puntati sula Russia dall’Europa e dall’Estremo Oriente. Putin dichiarava che la Russia risponderà adeguatamente alla sfida statunitense. Washington riceveva il messaggio giusto. Il segretario di Stato Mike Pompeo scriveva su Twitter: “I popoli russo e venezuelano dovrebbe vederlo per ciò che è: due governi corrotti che sperperano fondi pubblici e soffocano la libertà mentre la loro gente soffre”. Il Cremlino prontamente reagiva che le osservazioni di Pompeo erano “inaccettabili” e “assai poco diplomatiche per un segretario di Stato.” Il portavoce Dmitrij Peskov dichiarava che gli Stati Uniti non hanno diritto di critica sul denaro speso per le esercitazioni, dicendo che solo metà del budget della Difesa degli Stati Uniti potrebbe alimentare tutta l’Africa. L’influente quotidiano russo Nezavisimaja Gazeta riferiva che la missione dei bombardieri strategici Tu-160 potrebbe avere a che fare con un piano russo per stabilire una presenza militare a lungo termine nei Caraibi. Il quotidiano faceva capire che l’argomento fu discussa durante la recente visita a Mosca del Presidente Nicolas Maduro. È interessante notare che i due bombardieri strategici russi effettuarono un’esercitazione di 10 ore nei Caraibi , accompagnati da aviogetti venezuelani.

Il Venezuela vuole mantenere stretti rapporti con la Russia. Durante la visita a Mosca di Maduro furono firmati accordi per 5 miliardi di dollari in nuovi investimenti russi, e 1 miliardo nell’industria petrolifera e nelle miniere venezuelani, in particolare sull’oro. (Si stima che il Venezuela abbia i maggiori giacimenti di oro al mondo). Governo russo e gigante petrolifero Rosneft avrebbero prestato al Venezuela circa 17 miliardi di dollari dal 2006, l’ancora di salvezza per il governo di Maduro. D’altra parte, per Mosca l’alleanza col Venezuela è importante, poiché sono grandi Paesi produttori di petrolio non OPEC. Incontrando Maduro, Putin fece un riferimento velato al programma di cambio di regime degli Stati Uniti in Venezuela affermando che la Russia condannava “qualsiasi provvedimento legato al terrorismo e tentativo di cambiare la situazione usando la forza”. Entravano in gioco anche le tensioni USA-Russia. Negli ultimi tempi gli Stati Uniti deridevano la Russia, con attacchi di droni sulle basi russe in Siria, l’escalation del conflitto provocato dall’Ucraina nel Mar d’Azov, l’ultimatum di Washington che abrogherà il trattato INF che impediva di sviluppare e schierare missili nucleari a corto e medio raggio, e così via. Nell’ultima settimana gli Stati Uniti intensificavano le tensioni militari conducendo un sorvolo “straordinario” dell’Ucraina con un aereo-spia dell’US Air Force. Il Pentagono lo descrisse come un gesto per “riaffermare l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina e la sicurezza delle nazioni europee”. Ancora una volta, la flotta degli Stati Uniti inviava un cacciatorpediniere nel Mar del Giappone vicino la base della Flotta del Pacifico russa, per la prima volta negli ultimi 35 anni, dal culmine della Guerra Fredda, accadeva una cosa del genere. Nel frattempo, il Pentagono si preparava da inviare un’altra nave della Marina statunitense nel Mar Nero al largo dell’Ucraina.

In teoria, l’arrivo di aerei russi a Caracas indica che la Russia può rispondere e la grande domanda è se la missione dei Blackjack in Venezuela significhi un cambio della posizione strategica russa . Due giorni prima, in una conferenza stampa, Maduro dichiarava che l’incontro con Putin era stato “il più utile della mia carriera. Abbiamo rafforzato la cooperazione tra Russia e Venezuela nell’ambito della cooperazione tecnico-militare”. Ma poi, Maduro parlò al pubblico nazionale.

La leadership russa accuratamente evitava strappi strategici come quelli che ha prosciugarono le risorse dell’ex-Unione Sovietica. L’approccio di Putin è continuare a migliorare la deterrenza della Russia e impedire l’erosione dell’equilibrio strategico sul piano economico senza entrare in conflitto cogli Stati Uniti, avanzando al contempo in modo efficace la sua idea di politica estera. Putin aveva avuto un successo straordinario.

Il Venezuela è impantanato in una profonda crisi economica, in gran parte derivante dalle sanzioni statunitensi. Ciò che la Russia (e la Cina) possono e dovrebbero fare è sostenere il Venezuela attraverso commercio ed investimenti (cosa che forse già fanno). L’istituzione di una base militare nei Caraibi non può essere una priorità russa. Detto questo, Mosca ha fatto una mossa intelligente schierando brevemente due bombardieri strategici Tu-160 nucleari nel cortile degli USA (accompagnati da aerei da trasporto An-124 e Il-62, insieme a 100 piloti e altro personale russo), attirando l’attenzione della Casa Bianca sul fatto che i Cold Warriors dell’amministrazione perseguono il vecchio gioco d’infastidire l’orso, e la pazienza russa sta finendo. È interessante notare che la Casa Bianca è intervenuta per chiarire : “Abbiamo parlato con rappresentanti della Russia e siamo stati informati che i loro aerei militari atterrati in Venezuela, partiranno tornando in Russia”. Questi sono tempi straordinari nelle relazioni russo-statunitensi. Mosca è alle prese con la famosa domanda di Kissinger: “Chi chiamo se voglio parlare coll’Europa?” Il punto è che ci sono più centri di potere a Washington. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, potrebbe avervi fatto allusione quando diceva che Mosca è ancora convinta che un vertice tra Putin e Trump sia “ugualmente necessario ad entrambi”.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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