di Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
Il gran giorno è arrivato. Oggi 10 gennaio è prevista la cerimonia d’insediamento del presidente venezuelano Nicolas Maduro. Le elezioni presidenziali si sono tenute lo scorso maggio è il successore di Chavez è stato confermato con il 67,84% delle preferenze, pari a 6.244.016 voti. Con un largo scarto verso gli sfidanti Henri Falcon, Javier Bertucci e Reinaldo Quijada.
Lo sgangherato gruppo di Lima, su ordine degli Stati Uniti, cerca di delegittimare Maduro adducendo come motivazione che una parte dell’opposizione, quella più legata ai settori golpisti, decise di non prendere parte alla contesa elettorale.
Nonostante questa circostanza Maduro ha ottenuto il 31,7% dei voti sull’intero corpo elettorale. Più di Donald Trump con il 27,3%, l’argentino Macri fermo 26,8%, il colombiano Duque con il 25,2% e il Berlusconi cileno Pinera che raggiunse il 26,5% dell’intero corpo elettorale.
Appaiono dunque davvero strumentali e fuori luogo certe critiche. Così come quelle di taluni media che rilanciano queste argomentazioni fallaci scimmiottando il modus operandi dei media mainstream.
Viene inoltre affermato che il Venezuela sarebbe isolato sullo scacchiere internazionale. Con un Maduro che si appresta ad insediarsi davanti a pochi intimi e con un paese in subbuglio. Nulla di più falso e lontano dalla realtà. Come sempre avviene quando si tocca l’argomento Venezuela.
Le delegazioni internazionali che parteciperanno al giuramento del presidente Nicolás Maduro, pronto ad insediarsi per il suo secondo mandato (2019-2025), hanno iniziato ad arrivare a Caracas. All’aeroporto internazionale di Maiquetía, i rappresentanti del governo venezuelano hanno ricevuto i presidenti di El Salvador, Salvador Sánchez Cerén; della Bolivia, Evo Morales; di Cuba, Miguel Díaz Canel; e Ossezia del Sud, Anatoli Bibilov. Il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, ha anche ricevuto il vicepresidente della Repubblica di Turchia, Fuat Oktay, e le delegazioni di Saint Kitts e Nevis; e Antigua e Barbuda.
Sono giunti nel paese sudamericano anche l’ambasciatore della missione permanente della Lega degli Stati arabi, in Brasile, Qais Shqair; e l’ambasciatore del Mozambico a Cuba, Eliseu Joaquim Machava.
Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, è arrivato in Venezuela per accompagnare Maduro nell’inaugurazione del suo secondo mandato.
Al suo arrivo in Venezuela, Daniel Ortega ha dichiarato di essere onorato di trovarsi nella patria libera di Simón Bolívar, di Hugo Chávez e di un popolo eroico che combatte una battaglia per la pace e la giustizia nella regione.
Il presidente del Partito dei Lavoratori (PT) del Brasile, Gleisi Hoffmann, ha dichiarato che sarà con gli altri capi di stato e leader del mondo per l’atto che si terrà al TSJ.
Il governo della Cina sarà presente anche attraverso il suo ministro dell’agricoltura, Han Changfu, inviato speciale comandato dal presidente Xi Jinping.
Il ministro degli Esteri uruguaiano, Rodolfo Nin Novoa, ha informato che il governo di Montevideo invierà una rappresentanza del suo paese per l’inaugurazione del presidente Maduro.
Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri del Messico ha notificato che l’incaricato di affari presso l’Ambasciata del suo paese nella nazione sudamericana, Juan Manuel Nungaray, rappresenterà il governo di Andrés Manuel López Obrador durante la cerimonia.
Martedì, il segretario generale dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), Mohammed Sanussi Barkindo, è arrivato nel paese dell’America Latina e prevede di partecipare agli eventi del protocollo.
In totale si prevede saranno oltre 94 i paesi a presenziare alla cerimonia d’insiediamento di Nicolas Maduro.
A questo punto è lecito porsi una domanda: chi è davvero isolato, il Venezuela, oppure i suoi detrattori?
Intanto, come informa la giornalista di teleSUR, Madelein Garcia, il tutto avviene in una Caracas assolutamente tranquilla nei pressi del TSJ. Che si trova presso il boulevard di Sabana Grande, una delle zone più trafficate della città sudamericana.